È un Vangelo impopolare il Vangelo che ci viene offerto questa domenica, ma l’intento di questa pagina nasce proprio dal tentativo dei farisei di rendere impopolare la. predicazione e il messaggio di Cristo. Troppe folle lo stanno seguendo nel suo ragionamento, troppi sono affascinati e attratti da lui.
C’è bisogno di un attacco mediatico (tanto caro a questi nostri giorni); così gli sferrano una domanda a trabocchetto, una domanda sul divorzio. Cristo non si sottrae alla sfida, ma lui non è un sofista, un semplice mercante di parole. È uno che non segue l’audience, ma la verità. E spiega a una folla silenziosa e confusa (anche i discepoli non ci capiscono molto) che lo stare insieme, l’amore, la relazione tra le persone non è semplicemente un sottoprodotto dell’utile: sto con te perché altrimenti sono solo», oppure: servi a soddisfare i miei bisogni e le mie esigenze».
La nostra vita relazionale, che non è solo quella matrimoniale, ma anche quella amicale, lavorativa, filiale etc. etc., è la maniera che noi abbiamo di diventare noi stessi e di sentirci compresi, appagati, felici. L’amore è relazione, non interesse. Ma questa relazione non è immune dalla fatica, dai fallimenti, dalle confusioni, dalla sofferenza. Ma ciascuna di queste cose non può far cambiare il sogno iniziale, il motivo profondo per cui vale la pena amare e rischiare un rapporto.
Le leggi, i sistemi politici, le culture possono ratificare all’infinito il diritto a fallire, ma Cristo va oltre e ricorda che noi non possiamo fermarci al semplice fallimento, valiamo di più. Nella vita si sbaglia, si prova e si riprova, e ciò non vuol dire che siccome esiste la possibilità di sbagliare allora non vale la pena amare in maniera fedele e definitiva. Ma a volte si cade per stupidità, per egoismo, per pigrizia e chi asseconda e favorisce queste cadute è complice.
Contro questa dolosità Cristo si arrabbia. Per il resto shmo tutti peccatori e tutti in cammino, nessuno escluso, anche quelli che si vantano di avere le carte a posto, perché con Cristo è una questione di cuore non di carte.
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Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 19, 3-12
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».
Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?».
Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».
Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
Parola del Signore.