La canzone che ha vinto il Festival di Sanremo di quest’anno 2019 ed è arrivata seconda al Festival Europeo della canzone, si intitola “Soldi” ed è scritta e interpretata da un giovane cantante Alessandro Mahmoud. Leggendo il Vangelo di questa domenica mi è venuto in mente subito il ritornello ritmato che fin da subito ha colpito gli ascoltatori e che ripete più volte la parola del titolo “Soldi… soldi”
La canzone autobiografica parla di un giovane abbandonato da un padre che sembra farsi vivo solo per avere soldi dal figlio che tanti soldi non ne ha, e che è povero soprattutto dell’affetto del padre assente sia per lui che per la madre. Se nell’insieme la canzone è allegra per il ritmo e orecchiabile, sotto nasconde il dramma che di un ragazzo stretto tra beni e bene, tra soldi e amore.
Mi immagino in maniera fumettistica Gesù canticchiare questa canzone nel momento in cui si avvicina questo tizio dalla folla che vorrebbe con l’aiuto del Maestro risolvere una questione di eredità che divide e lacera la sua famiglia. “Soldi… soldi…”, ecco quel che rende felici, ecco il problema attorno al quale ruotano tutti gli altri problemi.
Il tipo dalla folla proprio perché lasciato indeterminato nella sua identità può essere benissimo un discepolo o comunque uno che ascolta Gesù e ne riconosce l’autorità. Per questo può benissimo essere proprio uno di noi, anche quella parte di me che, anche se non lo ammetto, è preoccupata di avere risorse e beni materiali che mi facciano stare bene e in pace.
Gesù da subito rifiuta di usare la sua autorità per una questione di beni materiali, anche perché la richiesta del tipo che lo avvicina non è quella di risolvere il contrasto con il fratello ma di aver ragione e quindi di aumentare quel contrasto e quella divisione.
Gesù proprio non ci sta. Lui è venuto per il bene l’uomo non per i suoi beni. Anzi è venuto a scacciare l’idolo che sembra avere davvero più potere e venerazione nel cuore dell’uomo che è proprio la ricchezza, il possedere, la sicurezza materiale. I beni spesso non fanno bene all’uomo quando diventano più importanti delle relazioni anche di famiglia, quando per loro si sacrifica anche il rapporto con Dio perché diventano loro stessi “dio”.
La parabola che Gesù utilizza per approfondire il suo insegnamento, è ancora più forte e per molti aspetti molto ironica. L’uomo ricco che è sempre più ricco ha raggiunto l’obiettivo della sua vita che è quello di accumulare. Parlando alla sua anima si sente a posto nel profondo perché quei beni che ha accumulato sono loro la fonte del suo vero benessere. Nelle sue parole non c’è spazio per nessun altro, non si parla di famiglia con cui condividere, di poveri a cui donare qualcosa, e non c’è posto nemmeno per Dio.
Questo ricco sempre più ricco per Gesù è stolto perché ha accumulato molti beni ma non ha pensato al vero bene che si può accumulare nel cuore amando e condividendo. L’ansia dei beni lo rende povero di fratelli e di Dio.
“Soldi… Soldi” è quello che fa girare anche il nostro mondo? Ce’ qualcosa di noi sia nel tipo che interroga Gesù come anche nel ricco della sua parabola? E non importa se non abbiamo materialmente tanti soldi e tanti beni, ma importa quanto i soldi e beni che abbiamo, tanti o pochi che siano, occupano la nostra preoccupazione profonda.
Letture della
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica.
Dal libro del Qoèlet
Qo 1,2; 2,21-23
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 89 (90)
R. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte. R.
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca. R.
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi! R.
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda. R.
Seconda Lettura
Cercate le cose di lassù, dove è Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 3,1-5.9-11
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato.
Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
Parola di Dio
Vangelo
Quello che hai preparato, di chi sarà?
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12, 13-21
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Parola di Dio