Come agnelli in mezzo ai lupi:un’ alterità possibile
Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”, sembra essere un’affermazione fuori da ogni ragionevolezza, sappiamo tutti come potrebbe andare a finire, e di certo non è un happy end.
Non affrettiamoci a dare letture troppo ingenuamente scontate del Vangelo che domenica la Liturgia ci consegna, con affermazioni del tipo “dobbiamo pregare per le vocazioni”, “tanto ci pensa la provvidenza”, “nuova evangelizzazione” e tutto quello che spesso sentiamo.
Né Luca, né tanto meno Gesù erano preoccupati di risolvere la questione vocazionale mondiale, così come oggi noi intendiamo, non erano preoccupati di riempire seminari o case religiose.
Con questa immagine paradossale, che dovrebbe farci sobbalzare dalla sedia, che dovrebbe risvegliare l’attenzione, davanti alla quale per un attimo sarebbe opportuno fare silenzio e sospendere la retorica sul buonismo che spesso accompagna questo e altri passi del vangelo, ci viene consegnato il fine di ogni “invio”, di ogni “missione”,
L‘invio dei 72, numero simbolico per indicare tutti i popoli pagani conosciuti all’epoca (cfr. Gen10), con il quale Luca intende sottolineare l’universalità del messaggio evangelico. Intendendo per universalità non solo tutte le bandiere in sfilata, ma la possibilità di una parola che porti Vita ovunque e a ciascuno, nessuno escluso.
L’invio dei 72 ha questa caratteristica di essere come “agnelli in mezzo a lupi”, che secondo una logica più vicina al nostro quotidiano pensare, una “missione” cosi si dimostra fallimentare sin dall’inizio
Caratteristica essenziale della missione è rendere le cose “essenziali”, ossia portare la Parola con autenticità , ciò non significa andare in giro a “scrocco”, mangiando sulle spalle altrui, aspettando che la manna piova dal cielo, non significa essere vagabondi, ma pellegrini vivendo di ciò che mi basta oggi, perchè ciò che mi è superfluo lo sto togliendo ad altri.
Come “agnelli in mezzo ai lupi”, cioè senza violenza, senza presunzione, senza azioni di potere, senza menzogne, senza sopraffazioni.
Agnelli in mezzo ai lupi significa non omologati alla massa, se tutti sono lupi perché abituati ad esserlo, educati ad esserlo, perché la vita ad un certo punto sembra non avere altre scelte che esserlo, perché o sei del “branco” o questo ti divora.
La Parola evangelica è quello di essere la “proposta” che non nessuno si aspetta, nessun allevatore metterebbe il suo agnello in mezzo al branco di lupi.
L’agnello in mezzo al lupo non è immagine di remissività, di passività, di inconsistenza, è invece proposta di alterità, di diversità, di unicità non opposizione alla massa, non come un contro violento ed arrogante, ma presenza ferma e autentica di chi dentro porta con la sua sola presenza una Parola nuova, una possibilità altra che altri non hanno considerato possibile nella realtà.
Gesù non chiede di essere straccioni per le vie del mondo, non chiede di vivere alla giornata alle spalle degli altri, non chiede ai suoi una ipocrita fiducia nella provvidenza, non chiede di fare i mendicanti, non chiede di cambiare abito come fosse carnevale, ma determina l’unica modalità in grado di tradurre la sua Parola di vita capace di contenere la naturale conflittualità che si genera dentro ciascuno di noi, ma inserendo la “possibilità” dell’agnello.
Se la Parola che consegnano è quella della pace , dell’essenzialità, della condivisione, del perdono, ciò che indossano non può dire il contrario, i gesti non possono annunciare altro, gli strumenti non possono sostituirsi.
Sr. Myriam (Miriam D’Agostino) del Monastero Benedettino di Sant’Anna – Bastia Umbra
Letture della
XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace.
Dal libro del profeta Isaìa
Is 66,10-14c
Rallegratevi con Gerusalemme,
esultate per essa tutti voi che l’amate.
Sfavillate con essa di gioia
tutti voi che per essa eravate in lutto.
Così sarete allattati e vi sazierete
al seno delle sue consolazioni;
succhierete e vi delizierete
al petto della sua gloria.
Perché così dice il Signore:
«Ecco, io farò scorrere verso di essa,
come un fiume, la pace;
come un torrente in piena, la gloria delle genti.
Voi sarete allattati e portati in braccio,
e sulle ginocchia sarete accarezzati.
Come una madre consola un figlio,
così io vi consolerò;
a Gerusalemme sarete consolati.
Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore,
le vostre ossa saranno rigogliose come l’erba.
La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 65 (66)
R. Acclamate Dio, voi tutti della terra.
Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!». R.
«A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini. R.
Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno.
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia. R.
Seconda Lettura
Porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Gal 6,14-18
Fratelli, quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.
Parola di Dio
Vangelo
La vostra pace scenderà su di lui.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-12.17-20
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
Parola del Signore
Oppure forma breve:
La vostra pace scenderà su di lui.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-9
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Parola del Signore