Oggi veniamo messi davanti ad una serie di contrasti.
Il contrasto di fondo è quello tra l’antico e il nuovo; Gesù è la chiave di volta che segna il passaggio definitivo alla novità.
Il tempo dello sposo. Gesù è venuto al mondo per restarci; con il suo farsi uomo nella carne di Maria ha inaugurato un banchetto nuziale con l’umanità che non avrà fine. Gesù è sposo, si è unito con noi per una festa di salvezza. In questa cornice di pasqua eterna della creazione, il digiuno ha senso solo come comunione con la croce, comunione con quella passione del Figlio, anch’essa prolungata: continua nella passione dei crocifissi di oggi. Spetta al credente incontrare un saggio equilibrio tra festa e astinenza, tra il celebrare e l’essere solidali con chi ha bisogno del nostro pane.
Rattoppo. Questa metafora getta uno sguardo sulla vita nascosta di Gesù, su quella sapienza pratica che ha potuto apprendere da Maria e Giuseppe: un tessuto nuovo, non ancora lavato, unito a un tessuto vecchio lo lacera ancora di più. Questa immagine è un incoraggiamento a non avere paura della novità, quando porta con sé il marchio della resurrezione.
Vino. L’immagine agricola degli otri e del vino ci ricorda che la terra conserva ciò che con fatica produce. Gesù ci invita a imparare dai dettagli, da quella saggezza appresa a spese del tempo che sa quando unire o separare il vecchio dal nuovo.
Giuseppe Amalfa SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato
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Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9, 14-17
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
Parola del Signore.