Commento al Vangelo di domenica 7 Luglio 2019 – Congregazione per il Clero – p. Gaetano Piccolo S.I.

XIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Nostalgia dell’origine

Non conosciamo il porto dal quale siamo partiti né sappiamo perché ci ritroviamo su questa barca, ma siamo in viaggio. La barca è salpata, la vita è iniziata. Inviati, buttati o gettati, di fatto siamo qui a solcare queste onde. Timorosi e urlanti, siamo entrati nella vita. Non abbiamo neppure chiesto di essere accolti. Questo mondo, fatto anche di violenza, di incomprensione e di dolore, si è rivelato tutto sommato affidabile. In un modo o in un altro, ho trovato il mio posto, mi sono collocato sulla barca.

Ci portiamo però nel cuore sempre un anelito, il desiderio di riconoscere quella voce che ci ha chiamato alla vita, vorremmo ricordare il luogo dal quale siamo partiti, la nostra origine, l’inizio del viaggio.

Chissà, forse quella voce che oggi, in questo testo del Vangelo, ci spinge a riprendere il viaggio della vita rinnova in noi la memoria di quell’inizio: diceva loro, il verbo è all’imperfetto, indica un’azione che non si è conclusa, è la voce che ancora continua a dirci come stare nel viaggio. Colui infatti che oggi continua a inviare è egli stesso l’Inviato per eccellenza: è l’inviato che conosce l’Origine.

Mai senza l’altro

Siamo inviati a due a due, mai senza l’altro. Non esistiamo mai isolati, soli, autonomi o autosufficienti. E ogni volta che ci arrotoliamo sul nostro io, dimenticando l’altro, tradiamo la nostra identità. Quel due dice la nostra realtà: non siamo mai slegati dal mondo. Le mie scelte non sono mai soltanto mie, coinvolgono sempre un altro.

Non viaggiamo mai da soli: l’altro è colui che può testimoniare a mio favore. La mia parola è credibile perché è condivisa da un altro.

Il numero due è il germe della comunità: nasciamo già come parte di un insieme. La comunità non è qualcosa che costruiamo a posteriori, ma siamo fin dall’inizio parte di un gruppo. Apparteniamo sempre a qualcuno. Non apparteniamo mai solo a noi stessi. Anche Gesù, l’Inviato per eccellenza, non è mai slegato dal Padre.

Inevitabilmente fragili

Veniamo in questo mondo fragili, infanti (incapaci di parlare), deboli perché assolutamente incapaci di rivendicare i nostri diritti: siamo agnelli in mezzo ai lupi. Il mondo potrebbe fare di noi qualunque cosa. Iniziamo il viaggio senza alcun potere davanti alle tempeste. L’esperienza della vita ci rimanda tante volte al ricordo di quell’inizio, continuiamo a sentirci come agnelli in mezzo ai lupi. E Gesù continua a mandarci così nella vita: non diventate violenti! Offrite una parola debole, una parola che interpella senza imporsi, una parola che invita senza pretendere!

Il discepolo di Cristo non può mai diventare lupo, ma deve imparare a mantenere la vulnerabilità dell’agnello.

Pesi inutili

Per evitare di affondare, bisogna liberarsi dei pesi: nel viaggio della vita non possiamo portare bisacce, non possiamo portarci dietro i pesi di tutte le situazioni che infiliamo come pietre nelle nostre valigie. La bisaccia è il segno di chi non riesce a lasciar andar, ma anche di chi non si fida: troveremo oggi ciò che può nutrirci, non abbiamo bisogno di fare riserve, ci sarà una manna per questo giorno.

Ostaggio della Parola

Il viaggiatore ideale non porta neppure i sandali ai piedi, perché è un uomo ostaggio della Parola. Solo l’uomo libero indossava i sandali. Gesù chiede di lasciarli, perché non portiamo noi stessi, ma la Parola che un altro ci consegna. L’identità che siamo chiamati a scoprire è quella di servitori della Parola. Forse, scoprire questa identità vuol dire già riconoscere il senso del viaggio.

Ospiti discreti

Se vuoi portare a termine il viaggio non puoi fermarti in ogni porto. È necessaria una libertà dai legami. Occorre imparare a congedarsi, ma anche a sapersi fermare: restate in quella casa

La casa è l’immagine dell’altro. Il cammino ci porta a entrare nelle case degli altri, nelle loro vite. Possiamo entrare con delicatezza, chiedendo il permesso, oppure possiamo vandalizzarle, occuparle, spadroneggiare.

Le relazioni possono nutrirci: mangiate quello che vi sarà offerto. Ma è inutile cercare quello che non c’è. In ogni relazione, in ogni casa, possiamo trovare un cibo che nutre, sarebbe però disonesto e inopportuno chiedere quello che non c’è. In ogni casa può capitare anche di trovare un malato da guarire: siamo inviati per prenderci cura dell’altro non per ucciderlo con le nostre pretese.

Inevitabile fallimento

Come è accaduto a Gesù, lungo il viaggio sperimenteremo però anche noi il fallimento, ci sarà chi non vuole accoglierci. Nel viaggio della vita, i discepoli sperimenteranno anche l’esperienza del rifiuto. Non è un dramma, ma un momento inevitabile del percorso.

Nel viaggio della vita attraverseremo tanti luoghi, probabilmente saremo chiamati ad attraversare anche Sodoma, il luogo della perversione e dell’ambiguità, o forse anche Tiro e Sidone, i luoghi degli affari, dove le relazioni diventano un’occasione per sistemare i proprio conti con la vita, dove ci sentiremo sfruttati e defraudati.

Ne vale la pena

Comunque sia andata, i discepoli tornarono da Gesù pieni di gioia. C’è qualcosa in questo viaggio della vita che, tutto sommato, sembra dirci che ne vale la pena. E c’è un momento in cui occorre fermarsi e rileggerlo. Ma soprattutto possiamo scoprire che questo viaggio ha un nome, un nome scritto nel cielo, scritto da sempre, un nome che è il senso che non ci ha mai abbandonato lungo la strada.

Leggersi dentro

  • Quali sono i luoghi che oggi stai attraversando nel tuo viaggio?
  • Cosa succede se ti fermi a rileggere la strada che hai percorso fino a oggi?

don gaetano piccoloP. Gaetano Piccolo S.I.
Compagnia di Gesù (Societas Iesu)Fonte

Letture della
XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Eliseo si alzò e seguì Elìa.

Dal primo libro dei Re
1 Re 19,16b.19-21

In quei giorni, il Signore disse a Elìa: «Ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto».
 
Partito di lì, Elìa trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elìa, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello.
Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elìa, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elìa disse: «Va’ e torna, perché sai che cosa ho fatto per te».
 
Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elìa, entrando al suo servizio

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 15 (16)
R. Sei tu, Signore, l’unico mio bene.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita. R.
 
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare. R.
 
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. R.
 
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. R.

Seconda Lettura

Siete stati chiamati alla libertà.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Gal 5,1.13-18

Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.
 
Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!
 
Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.

Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge.

Parola di Dio

Vangelo

Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,51-62

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
 
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
 
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
 
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
 
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

Parola del Signore

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