«Padre nostro»
Può pregare e chiamare Dio Padre (in sette invocazioni molto belle) soltanto chi cerca con tutto il cuore il Regno di Dio; quindi colui che come Maria di Betania si preoccupa dell’unica cosa necessaria: ascoltare la parola di Dio, preferendola a tutto il resto. Le parole di Gesù — lo dice lui — sono la perla preziosa. Quando uno l’ha scoperta, butta via tutto quello che possiede e pieno di gioia la compera e la conserva. La Madonna serbava tutte le parole di Gesù gelosamente nel suo cuore, come in uno scrigno.
Nell’episodio dei dodici anni a Gerusalemme nel Tempio, Gesù dice a Maria e a Giuseppe: «Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Con queste parole rivela il segreto più profondo della sua anima: occuparsi delle cose, della volontà, dell’amore verso il Padre suo. Amore e obbedienza.
Non è possibile comprendere nessuna domanda del Padre nostro se non la si fa precedere da questa invocazione tenerissima: Abbà, Babbo. S. Teresa del Bambino Gesù fu sorpresa un giorno nel giardino (qualche tempo prima della morte) con le lacrime agli occhi. Le chiesero: «Perché piange?». Rispose: «Quando penso che Dio è Padre non posso fare a meno di trattenere le lacrime».
La Parola per me, Oggi
L’invocazione «Padre», come le prime tre domande, orientano il nostro sguardo, così spesso rivolto a noi stessi, a Dio. Nella preghiera dobbiamo liberarci di noi stessi per essere totalmente a disposizione di Dio.
La Parola si fa Preghiera
Gesù, insegnaci a pregare come veri figli. Imprimi nella nostra carne la Tua preghiera, perché la tua vita sgorghi da noi come sorgente d’acqua zampillante. Metti sulle nostre labbra, sigillandole nel nostro cuore, le Tue Parole: «Padre nostro…».
Fonte – Cenacolo GAM
Il Cenacolo GAM ama il Papa e la Chiesa a lui unita e gli promette fedeltà indiscutibile.