Siamo tutti pronti ad amare e a perdonare. Coloro che ci amano e ci perdonano!
Il precetto dell’amore, ben conosciuto dall’uditorio di Gesù, il precetto da cui derivava la Legge anche per i rabbini contemporanei di Gesù, aveva, però, una curiosa modalità di interpretazione: certo che bisogna amare il prossimo! Ma il prossimo è colui che la pensa come me e fa parte del mio popolo. gli altri, i pagani, gli idolatri, i popoli nemici, sono da odiare con tutte le forze.
Anzi: vanno sterminati, ove possibile, proprio per dare gloria a Dio… Gesù, lo sappiamo bene, giunge, con la parabola del samaritano, a ribaltare la prospettiva: non si tratta di stabilire chi è il “prossimo” ma di decidere di farsi “prossimo” a coloro che ci stanno accanto, anche i lontani e i nemici.
Ha ragione Gesù: se amiamo chi ci ama non facciamo nulla di straordinario e degno di nota.
Impariamo dal Padre che fa piovere sui giusti e sui malvagi, impariamo a dialogare con tutti con rispetto e disponibilità, smettiamola di dividere le persone in amici e nemici perché l’amore di Dio, che è straordinario, ci permette l’impossibile.
Siate perfetti come il Padre vostro celeste.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5, 43-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Parola del Signore