Una giustizia nuova
Gesù va alla radice: è il cuore che deve essere bonificato. Cioè la fantasia e i pensieri devono essere limpidi. È nel pensiero la radice del male.
«Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio» (tribunale locale): chi va in collera; cioè chi tiene la collera congelata nel suo cuore, chi persevera nella collera, nel risentimento.
Che cos’è l’inferno? L’inferno è l’odio allo stato di congelamento. Odio cristallizzato; odio eterno. S. Paolo dice: «Il sole non tramonti sopra la vostra ira». Cioè alla fine della giornata non portate più risentimento; non masticate, non rimuginate nel cuore sentimenti perversi.
«Chi poi dice al fratello: “Stupido”»: “testa vuota”, “scervellato”, cioè un’ingiuria, una villania; la villania è espressione di qualche cosa che bolle nell’anima; chi persevera in questi sentimenti offensivi e li esprime. «dovrà essere sottoposto al sinedrio» (tribunale superiore, non più locale, ma nazionale). Quindi, un giudizio ancora più severo.
«Chi gli dice: “Pazzo” («rinnegato», parola che è la più ingiuriosa per gli ebrei, la più villana), sarà destinato al fuoco della Geènna». Chi cova nell’anima questi sentimenti di odio mortale andrà nel fuoco eterno, perché l’inferno è l’odio allo stato di congelamento.
«Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare (cioè ti accosti all’altare), e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te (non che tu hai qualche cosa contro tuo fratello, ma che il fratello si mostra irritato, si mostra indispettito, ha qualche cosa contro di te), lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono».
S. Paolo spiega tutto dicendo: «Siate in pace con tutti, per quanto dipende da voi, se è possibile». Che cosa dipende da noi? È la preghiera che amalgama, che fonde, che unisce. Da noi dipende la preghiera.
La Parola per me, Oggi
Dio non accetta il sacrificio che viene da un cuore implacabile. «Chi dice di essere nella luce e odia il proprio fratello, è ancora nelle tenebre» (1 Gv 2,9). Il vero amore del prossimo non è che l’amore di Dio reso visibile e, in quanto tale, l’autentica premessa di un degno culto divino.
La Parola si fa Preghiera
Dio! Non sapendo amare secondo la tua grazia, non strapparmi l’umile compassione, il pane ordinario della compassione che possiamo spezzare insieme, peccatori, seduti sul bordo della strada, in silenzio, a testa bassa, come i vecchi poveri. (Bernanos)
Fonte – Cenacolo GAM
Il Cenacolo GAM ama il Papa e la Chiesa a lui unita e gli promette fedeltà indiscutibile.