La Pentecoste è, come si suol dire, una festa mobile cioè una festa senza data fissa in quanto legata alla Pasqua e si celebra 50 giorni dopo di essa.
Ma cosa significa celebrare la Pentecoste? Cos’è la Pentecoste?
La Pentecoste era già una festa ebraica; celebrava originariamente la gioia e il ringraziamento a Dio per la mietitura e il raccolto (50 giorni dopo Pasqua) ed entrata poi a far parte dell’Alleanza tra Dio e Israele (Es. 23,16).
Per noi cristiani la Pentecoste celebra particolarmente l’intervento, quasi visibile, dello Spirito Santo agli albori della nostra fede (Atti 2,1-4). Lo Spirito Santo, la terza persona della SS.ma Trinità, come professiamo nel Credo, è per noi il “motore” che rende la Chiesa attiva e operante nel mondo. La riflessione teologia “tenta” di parlare dello Spirito Santo e ci “spiega” come la sua persona si concretizza all’interno della SS.ma Trinità: il Padre (Dio) ama il Figlio e il Figlio (Gesù) ama il Padre e questo reciproco amore diventa persona.
Nell’Antico Testamento si parla dello Spirito di Dio operante nei profeti quale forza attiva e guida per il popolo di Israele; ma non è ancora chiara l’idea dello Spirito come Persona.
Nelle parole di Gesù abbiamo la consapevolezza, la rivelazione che lo Spirito è persona. Lo aveva promesso: “… io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre” (Gv. 14,16). “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni…” (Atti 1,8). “Andate e predicate il Vangelo ad ogni creatura e battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito San to” (Mt. 28,19).
Ed è nel giorno della Pentecoste che le parole di Gesù si realizzano con la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, i quali prendono forza e coraggio per uscire dal Cenacolo e annunciare apertamente la fede in Cristo morto e risorto. Nasce così la Chiesa con il compito di portare a tutte le genti di tutti i tempi l’annuncio gioioso dell’amore di Dio manifestatosi in Cristo suo Figlio.
Lo Spirito Santo opera non soltanto attraverso l’azione della Chiesa, che illumina e guida il popolo di Dio, ma opera anche in ciascuno di noi. S.Agostino così definisce lo Spirito: “silenzioso ospite della nostra anima”.
Pertanto “chi vuole sentirlo deve stare in silenzio. Spesso quest’ospite parla molto ommessamente in noi e con noi, come ad esempio nel silenzio della nostra coscienza oppure tramite altri impulsi interni ed esterni” (Youcat n. 120).
L’azione dello Spirito quindi è in continua attualizzazione: opera nella Chiesa nelle sue svariate componenti: Papa – Vescovi – popolo di Dio. A tutti affida un compito affinché la famiglia umana realizzi il grande progetto di Dio iniziato al momento della creazione e che avrà il suo compimento alla fine del mondo quando Dio sarà tutto in tutti. (cfr. 1Cor 15,23-28).
A cura di P. Vincenzo Bella per il Giornale di San Giuseppe