Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2019

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Alle ore 11.30 di questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo una Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio di Papa Francesco per la 105a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2019, sul tema: โ€œNon si tratta solo di migrantiโ€, che si celebra il prossimo 29 settembre.

Intervengono alla Conferenza Stampa: S.E. Mons. Jean-Claude Hollerich, S.I., Arcivescovo di Lussemburgo e Presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunitร  Europea โ€“ Comece; P. Fabio Baggio, C.S., Sotto-Segretario della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; P. Michael Czerny, S.I., Sotto-Segretario della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e P. Leonir Chiarello, C.S., Superiore Generale dei Missionari Scalabriniani.

Press Conference โ€“ World Day of Migrants and Refugees  2019-05-27

Ne pubblichiamo di seguito alcuni interventi:

Intervento di P. Fabio Baggio, C.S.

In occasione della celebrazione della 105a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, il Santo Padre ha voluto formulare un messaggio che ha intitolato โ€œNon si tratta solo di Migrantiโ€.

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Con tale scelta, Papa Francesco intende sottolineare che i suoi ripetuti appelli a favore dei migranti, dei rifugiati, degli sfollati e delle vittime della tratta devono essere compresi allโ€™interno della sua profonda preoccupazione per tutti gli abitanti delle periferie esistenziali. Lโ€™affamato, lโ€™assetato, il forestiero, lโ€™ignudo, il malato e il carcerato che bussa oggi alla nostra porta รจ Gesรน stesso che chiede di essere incontrato e assistito.

Come lo stesso Santo Padre ha sottolineato nella sua omelia di venerdรฌ 15 febbraio 2019 a Sacrofano: โ€œรˆ davvero [Gesรน], anche se i nostri occhi fanno fatica a riconoscerLo: coi vestiti rotti, con i piedi sporchi, col volto deformato, il corpo piagato, incapace di parlare la nostra linguaโ€.

Con lโ€™intenzione di chiarire il significato del titolo del Messaggio, il Santo Padre lo ha declinato in sette sottotitoli, che sono stati parzialmente anticipati nella campagna di comunicazione che la Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha lanciato nel marzo scorso. Tale campagna propone, a cadenza mensile, riflessioni, materiale informativo e sussidi multimediali, utili ad approfondire il tema del Messaggio del Santo Padre attraverso approcci diversificati.

Io presenterรฒ, mi occuperรฒ di presentare i primi quattro sottotitoli, lasciando a P. Michael la spiegazione degli altri tre.

Non si tratta solo di migranti: si tratta anche delle nostre paure. I timori che proviamo di fronte alle sfide migratorie di oggi sono reali, ma non possiamo lasciare che essi ci privino del desiderio e della capacitร  di incontrare lโ€™altro, e in questi Gesรน Cristo.

Non si tratta solo di migranti: si tratta della caritร . I fratelli e le sorelle migranti ci offrono oggi lโ€™occasione di vivere la caritร  piรน alta, quella che si esercita verso chi non รจ in grado di ricambiare e forse nemmeno di ringraziare.

Non si tratta solo di migranti: si tratta della nostra umanitร . Lโ€™incontro con lโ€™altro, con il prossimo bisognoso, ci offre lโ€™occasione per restaurare lโ€™umanitร  altrui, crescere nella nostra umanitร  e contribuire alla costruzione di una vera famiglia umana.

Non si tratta solo di migranti: si tratta di non escludere nessuno. I piccoli, i poveri, i piรน vulnerabili sono coloro che pagano il prezzo delle guerre, delle ingiustizie, dello sviluppo esclusivista. Noi siamo chiamati invece a includere tutti nel nostro cammino di crescita globale, affinchรฉ a tutti sia dato accesso allo sviluppo umano integrale.

Intervento di P. Leonir Chiarello, C.S.

I grandi numeri delle migrazioni internazionali sono noti. Secondo le stime delle Nazioni Unite, i migranti nel mondo sono circa 260 milioni. Ogni 10 anni questo numero aumenta di circa 50 milioni. Le migrazioni non sono un fenomeno occasionale o passeggero ma strutturale. Sono il risultato degli squilibri nello sviluppo economico e sociale, delle guerre, ma anche lโ€™espressione di profonde trasformazioni negli stati e a livello internazionale. Pensare di fermare le migrazioni con decreti amministrativi, con barriere e muri รจ illusorio. รˆ come voler fermare la storia. Di piรน, รจ privarsi dellโ€™arricchimento reciproco che avviene nellโ€™incontro tra persone di provenienze diverse.

Giustamente, ci ricorda il Santo Padre, quando si guarda alle migrazioni, ci si deve rendere conto che non si tratta solo di migranti. Si tratta delle aspirazioni e bisogni che sono inerenti a tutte le persone, ma da cui molti sono esclusi. Si tratta della ribellione che molti avvertono di fronte a questa esclusione, delle irregolaritร  che commettono spesso perchรฉ vie regolari sono precluse, ma anche dellโ€™insensibilitร  di chi si chiude nella propria indifferenza e della malvagitร  di chi approfitta del bisogno altrui per interessi propri, negando il rispetto dei diritti e della dignitร  degli altri.

Cosciente di queste dimensioni, la comunitร  internazionale ha fatto un passo importante lโ€™anno scorso con lโ€™adozione del Patto globale sulle migrazioni e del Patto globale sui rifugiati. Si tratta di un importante sforzo da parte della comunitร  internazionale di considerare i migranti e i rifugiati con una visione comune, fondata sui principi del diritto umanitario, e tesa a conseguire benefici per tutti i soggetti coinvolti. Molto resta da fare, soprattutto nella traduzione degli intenti ispiratori in politiche e iniziative di cooperazione tra governi nella gestione delle migrazioni. Ma almeno esiste una base comune di riferimento, che si spera non resti solo un bel documento. Purtroppo non tutti gli Stati vi fanno parte, ma lโ€™iniziativa testimonia che ci puรฒ ancora essere cooperazione tra le nazioni. Non si tratta solo di migranti, si tratta della convivenza civile internazionale.

I migranti raggiungono le nostre coste, le nostre cittร , le nostre comunitร  di credenti. La loro presenza รจ occasione di incontro e a volte di preoccupazione. Richiede di saper accogliere, saper fare spazio, saper ascoltare. Richiede di arricchire il racconto dellโ€™incontro con Dio aggiungendo il capitolo dellโ€™incontro con Dio che si fa straniero per aiutarci ad uscire dalle nostre certezze fondate su abitudini e paure per aprirci alla veritร  che sorprende. Non si tratta solo di migranti, si tratta di come essere Chiesa.

Sulla scia dellโ€™ispirazione che il messaggio del Santo Padre suscita, vorrei ricordare cosa diceva molti anni fa il beato Giovanni Battista Scalabrini, padre dei migranti e fondatore dei missionari e missionarie per i migranti: le migrazioni sono โ€œstrumento di quella Provvidenza che presiede agli umani destini e li guida, anche attraverso le catastrofi, verso la meta ultima, che รจ il perfezionamento dellโ€™uomo sulla terra e la gloria di Dio nei cieliโ€. Non si tratta solo di migranti, si tratta della qualitร  della nostra civiltร  e della nostra fede.

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