p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 20 Maggio 2019 – Gv 14, 21-26

Amare significa vivere come Gesù. Vivere come Gesù significa vivere nell’amore del Padre e dei fratelli. Per amare non basta un video. È tempo di ritornare, se vogliamo amare, a sentire l’odore dell’altro. L’odore del suo corpo, del suo vero corpo, anche se a volte puzza. Ma la puzza, o se preferiamo l’odore, è segno di riconoscimento, è segno di conoscenza e può diventare anche via di amore.

Senza puzza, mi sa proprio, che non ci rimane che la rabbia e l’odio contro qualcuno. L’importante è che questo qualcuno non sia nessuno per noi. Che sia uno che sta su di un barcone, che sia qualcuno che vive nei cartoni che sono animati dalla presenza di un uomo, che sia qualcuno che è talmente povero che nessuno lo difenderà, l’importante è che io ritorni a sentire il suo odore. L’odore, il profumo, la puzza, crea vicinanza e conoscenza. L’odore diventa amore che non si permetterebbe mai di calpestare il pane quotidiano anche e soprattutto se è destinato ad un bimbo magari Rom. I Rom questa bellissima cultura del cammino che noi stiamo perdendo perché stiamo sempre dietro uno schermo. Trattiamo tutto guardando da un vetro tecnologico e il vetro non odora, il vetro non è mezzo di amore. Il vetro è una società segreta dove ognuno scatena la sua rabbia e la sua vita irrisolta prendendosela con il povero di turno. Il povero diventa merce di scambio e di voti. Non ne sentiamo più l’odore non possiamo che odiarlo.

Il vetro ci risparmia viaggi, ci risparmia tempo. Ma se io avessi del tempo lo userei per camminare verso il mio fratello e potere sentirne ancora una volta l’odore. Che me ne faccio di una pillola che mi fa passare la sete facendomi risparmiare tanto tempo? Se avessi quel tempo camminerei lentamente verso la fontana dove andrei a dissetarmi, se avessi quel tempo camminerei verso il mio fratello per potere parlare con lui guardandolo in faccia e cogliendo non chiacchiere ma il sentimento che dietro le parole potrei incontrare.

Abbiamo bisogno di amare, abbiamo bisogno di ritornare a sentire la puzza dell’altro, il profumo dell’amato, l’odore dell’abbandonato. Puzza che mi parla di umanità. La sterilizzazione dalla puzza mi parla di disumanità che fa diventare gioco il tormento di un pensionato fino ad ucciderlo.

Questo problema lo stato risulta sempre più incapace di risolverlo. Lo stato ha ridotto la sanità ad un’azienda sanitaria, ha tagliato fondi alla cultura, ha tolto sostegno a chi si occupa dell’umano, sequestra le ONG, non ne vuole sapere di stranieri. È tempo di ritornare al 1.800 quando sono nate molte congregazioni per amare il fatto sociale e per creare asili, per fare ospedali dove centrale era il malato e non il medico o chi per lui, dove si costruivano scuole e le si facevano funzionare, dove il povero era amico e fratello. Tutto questo per lo stato è solo un problema, un buco economico che non sa gestire e che, ancor meno, riesce a fare diventare motivo di vicinanza e di carità. Lo stato oramai sa solo moltiplicare carte e tasse e rendere l’accesso alle ruberie di stato più sofistiche, roba da guanti bianchi.

Ma noi vogliamo ritornare ad amare. Abbiamo sentito l’odore di Gesù che sudava mentre camminava in mezzo a noi; che sudava sangue nell’amore della sua passione. Abbiamo sentito il suo odore da morto. Ora è tempo di annusare l’usta dello Spirito Santo che si scatena in noi e scatena noi sulla via dell’amore. La via che cerca ogni momento di annusare il fratello, vale a dire di ascoltare, comprendere, accogliere il povero che sta zitto e muore in silenzio. Non mi interessa che qualcuno usi il rosario da sventolare su di un palco per arringare la folla mentre magari la folla fischia Papa Francesco. Mi interessa potere odorare l’altro come alto gesto di amore.

I problemi affrontati dietro ad un video sono solo un modo elegante per gestire il potere e non incontrare la vita: non mi interessano.

Gesù se ne va ma non ci lascia orfani ci manda il suo Spirito che ci permette di continuare ad avere il suo fiuto, vale a dire di amare come Lui. Se prima era con noi e presso di noi, ora è in noi, ora è noi, ora è Spirto della nostra vita, sangue che scorre nelle nostre vene, ossigeno che ossigena tutto il corpo, corpo che ci alimenta, vino che ci disseta.

Chi ama è dimora dell’amato, se porta nel cuore, diventa vita, è memoriale e ri-cordo, è amore. Il vetro è buono solo per un po’ di auto-erotismo, non è via di amore.

Noi da sempre siamo in Dio: Lui ci annusa e ci ama! Lui è in noi: ritorniamo ad annusarlo in noi e fra di noi per ritornare ad amarlo in un abbraccio del fratello annusante amore.

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

[box type=”info” align=”” class=”” width=””]Qui puoi continuare a leggere altri commenti al Vangelo del giorno.[/box]

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]

Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome vi insegnerà ogni cosa.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14, 21-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

[/box]

Read more

Local News