Il commento al Vangelo di domenica 19 Maggio 2019 a cura delle Clarisse di via Vitellia a Roma.
Alcune parole girano attorno alla realtร dellโAmore โ cuore del vangelo di questa domenica โ come una siepe che circonda un giardino, non per costringerne gli orizzonti ma per identificarne la bellezza e consegnarne lo spazio della cura e della custodia.
Cโรจ anzitutto la parola comandamento, che rimanda alla lunga e singolare storia dโalleanza nella quale Dio si fa conoscere come mano liberatrice in soccorso di un popolo amato, che grida il suo dolore e la sua umiliazione nella schiavitรน.
Il cammino aperto da Dio verso la terra promessa ha una tappa decisiva nella consegna di dieci parole โ i comandamenti โ date per custodire il dono della libertร nella sua dimensione di amicizia con Dio e con i fratelli. Cโรจ sempre infatti il rischio di perdere il dono tra le acque profonde e i deserti aridi della vita e il pericolo maggiore sta nel dimenticare il contesto e il fine di quelle dieci parole dโalleanza alle quali รจ legata la libertร : un cammino di esodo dalla schiavitรน alla capacitร di vivere insieme, liberi, in una terra in cui lโamore di Dio รจ condiviso in un servizio reciproco di bene. Senza la pedagogia di questo cammino, che conosce anche tappe faticose nel superare la tentazione dellโegoismo, dellโautosufficienza, del protagonismo, la libertร perde la sua costitutiva dimensione fraterna.
La parola comandamento va dunque compresa nel contesto dellโalleanza in cui il popolo ripone la sua fiducia nel Dio che libera, imparando a vivere in uno spazio ampio e buono di amicizia reciproca.
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Le dieci parole o comandamenti segnalano ciรฒ che lacera la relazione vitale con Dio e con i fratelli in cammino come noi, rendendo impossibile una vera felicitร .
Nella metafora del giardino dellโAmore, il comandamento รจ dunque la realtร che dร ordine agli spazi, in modo da valorizzare le potenzialitร di ogni pianta e fiore in armonia reciproca; รจ la memoria del dono ricevuto e la possibilitร di gioirne insieme.
ร allo stesso tempo la siepe che argina il lato mutevole e aggressivo di una passione che non puรฒ essere chiamata amore, e argina lโasfalto del narcisismo che tutto sottomette ai suoi interessi, incapace di lasciare spazio alla bellezza dellโaltro.
A comandamento si affianca lโaggettivo nuovo, parola che rimanda alla fedeltร che si rinnova, allโamore che sa ricominciare da capo, al perdono che dimentica lโoffesa.
Fu il profeta Geremia, in un momento drammatico e fallimentare della storia nazionale e spirituale del popolo di Israele, a farsi grido vivente di una speranza nuova: la fedeltร di Dio, nonostante lโinfedeltร del popolo, permetteva ancora di stringere alleanza. Occorreva offrire alla scrittura del dito di Dio non piรน tavole di pietra, ma il cuore di ciascuno, perchรฉ da una legge letta nellโinterioritร e non piรน avvertita come esterna e imposta, fiorisse una vita buona e sincera, nella terra dellโamicizia tra Dio e lโuomo, tra fratello e fratello.
Parlando di comandamento nuovo Gesรน si colloca dunque nel solco della fedeltร di Dio che non si stanca di rinnovare la sua alleanza cercando sempre nuove vie per una relazione fatta di coinvolgimento profondo e libero del cuore.
Nuovo รจ dunque la siepe che argina lo scoraggiamento della nostra incapacitร : nel giardino dellโamore di Dio cโรจ sempre il tempo di rifiorire, lo spazio per approfondire le radici nel terreno a cercare di nuovo acqua e linfa vitale.
Nuovo lascia fuori dal giardino il formalismo di una religiositร esteriore; mette invece in campo la creativitร quotidiana dellโamore di Dio, scritto nel cuore perchรฉ sia tradotto in vita secondo lโinconfondibile personalitร di ciascuno.
La terza parola รจ un paragone che ci mette davanti un volto concreto: come io ho amato voi. Gesรน si fa esempio, strada, punto di riferimento, ma ancor piรน, attraverso il dono dello spirito, sorgente di un amore che desidera traboccare in ciascuno di noi come lโabbondante vino delle nozze di Cana (Gv 2), come il profumo di nardo prezioso che a Betania riempie tutta la casa (Gv 12).
Il come dellโamore di Gesรน va contemplato lungo tutto il vangelo, ma รจ soprattutto il contesto immediato del nostro passo a rivelarne la misura e la forza. Giuda รจ uscito nella notte del tradimento (v.31), ha rotto la relazione con Gesรน e con gli altri discepoli nel modo piรน triste, consegnandosi alle tenebre della solitudine. Eppure รจ proprio in questa oscuritร che Gesรน fa splendere un amore cosรฌ gratuito, puro, disinteressato, oblativo da poter essere chiamato gloria, realtร ricolma di luce, di ogni bellezza e ricchezza.
Laddove noi creiamo tenebre e lo diventiamo con le chiusure del cuore, lโamore di Gesรน continua a brillare, a diffondere una luce che attrae alla luce, un calore che riattiva il pulsare della vita vera.
Il come io ho amato voi รจ la sorgente al centro del giardino, la fonte che lo irriga di un amore capace di arrivare fino alla fine, senza lasciare spazi inesplorati o tempi vuoti, senza fermarsi di fronte ad abbandoni e tradimenti.
Cosรฌ amatevi gli uni gli altri. Secondo la nostra logica ci aspetteremmo che Gesรน chiedesse un ritorno di amore a Lui: come io ho amato voi, cosรฌ voi amate me. Invece il gioco non si chiude tra noi e Gesรน. Lโamore dato ai discepoli apre un futuro di reciprocitร che fa fiorire allโinfinito il dono, in modo che possa davvero cambiare il mondo. Se insieme accogliamo la Parola e lo Spirito di Gesรน, ci nutriamo di lui come di Pane disceso dal cielo, in una comunitร di fratelli e sorelle allo stesso modo chiamati per grazia a vivere il vangelo, davvero la nostra vita non ha bisogno di etichette di appartenenza e diventa essa stessa testimonianza e annuncio dellโamore di Gesรน: ยซtutti sapranno che siete miei discepoliยป (v.35).
Il cosรฌ amatevi gli uni gli altri รจ perciรฒ il vialetto che apre il giardino sul mondo e ne rende disponibile la bellezza e i frutti attraverso la cura di ogni incontro in cui sguardi, gesti, parole, si fanno memoria del come Gesรน ha amato.
Il giardino dellโamore di Gesรน non รจ un circolo chiuso. Si allarga ad accogliere chiunque liberamente ascolta la sua parola e come lui e con lui desidera vivere la dimensione eterna dellโamore, che mai chiude le porte.
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, cosรฌ amatevi anche voi gli uni gli altri: Gesรน accende la luce di queste parole nelle tenebre del discepolo che lo tradisce, dellโamico che lo consegna alla morte. Lโaccende per noi, perchรฉ attratti da ciรฒ che non si spegne nemmeno di fronte al buio della morte del cuore ne chiediamo il dono, ne custodiamo la fiamma.
Il comandamento nuovo di Gesรน รจ la parola di alleanza da vivere insieme nella condivisione del cammino; รจ parola di novitร e di speranza quando la notte sembra inghiottire la costanza del voler bene; รจ parola che colloca i nostri occhi davanti a Gesรน e la nostra vita in lui, per essere vasi capienti del suo amore sorgivo; รจ parola di fraternitร per rifare del mondo il cosmo della fiducia in Dio e dellโamicizia tra i suoi figli; รจ parola di vita eterna che colloca la nostra esistenza nel giardino del mattino di Pasqua, dove lโincontro con il Risorto rivela la vittoria di Colui che ha dato la vita per amore e ci rende testimoni del buon profumo del vangelo.