Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 14 Maggio 2019

Oggi è la festa di san Mattia, apostolo che noi conosciamo poco e di cui poco si sa della sua vita. È solo nel primo capitolo degli Atti degli apostoli che compare: “Pietro si alzò in mezzo ai fratelli e disse: «Era necessario che si adempisse ciò che nella Scrittura fu predetto riguardo a Giuda, che fece da guida a quelli che arrestarono Gesù. Egli era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. Infatti sta scritto nel libro dei Salmi: la sua dimora diventi deserta, e nessuno vi abiti, il suo incarico lo prenda un altro.

Bisogna che tra coloro che ci furono compagni per tutto il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi, incominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga, insieme a noi, testimone della sua risurrezione». Ne furono proposti due, Giuseppe detto Barsabba, che era soprannominato Giusto, e Mattia. 

Allora essi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostraci quale di questi due hai designato a prendere il posto in questo ministero e apostolato che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto da lui scelto». Gettarono quindi le sorti su di loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli” (At 1,15-17.20-26).

Mattia. come ci ricorda anche l’evangelista Giovanni (“non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”: Gv 15,16), viene scelto da Dio a far parte dei dodici. Mattia è stato un discepolo fedele e perseverante fin dal battesimo di Giovanni Battista in una sequela ordinaria, semplice che non ha mai fatto parlare di lui, in nessuno dei vangeli viene citato, ma la qualità del suo essere discepolo lo porterà ad essere uno dei due scelti a ri-integrare il numero dei dodici.

Mattia ci può molto interpellare sulla nostra vita di fede, sul nostro seguire il Signore, su cosa cerchiamo. Mattia ha ricevuto un ministero proprio perché non lo cercava, per lui era sufficiente, essenziale essere discepolo, non cercava altro, amava il nascondimento, quella qualità del servire, dell’amare senza vanto, senza apparire, senza voler essere qualcuno, senza riconoscimenti. Siamo noi capaci di una tale sequela? Sequela intensa, perseverante, radicale che a Mattia è stata riconosciuta da Pietro e dagli altri, ma nascosta, umile, senza pretese, gratuita.

Sequela la cui gioia e fonte profonda viene dallo stare con il Signore “rimanete nel mio amore” (v. 9) e dal servire e amare cercando di vivere il comandamento che Gesù il Signore ci ha lasciato “questo vi comando che vi amiate gli uni gli altri “ (v. 17). Mattia è stato essenzialmente chiamato ad essere testimone della resurrezione, in questo tempo pasquale possiamo anche noi accrescere la nostra fede nella resurrezione ed essere testimoni che credono che Gesù Cristo è risorto, che credono che la vita è più forte della morte, che l’amore vissuto resta per sempre, che l’umanità di Gesù è pegno e garanzia di vita eterna perché lui è risorto, è il Veniente, è colui che è con noi fino alla fine del mondo e ci attende nel suo Regno.

sorella Roberta

Fonte

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Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15, 9-17

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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