Gesù è chiaro: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre». Soggetto dell’azione è il Padre: lui attira, lui ammaestra. Solo dopo viene la nostra libera adesione: ascoltare – e quindi andare. La relazione più importante della nostra vita sfugge completamente al nostro controllo, tanto da farci sentire ciechi: «non che alcuno abbia visto il Padre».
Eppure, passo dopo passo, lui rinnova il miracolo della sua presenza nascosta – ed è nella concretezza dei nostri rapporti che ci attira a sé, nei nostri luoghi che ci ammaestra e ci dona la manna necessaria a ogni giorno.
Gesù ci ricorda di non confondere i doni con il donatore, di non trasformare i suoi segni in idoli: rischiamo di cercare contentini che ci sfamino subito, di cercare in Dio non l’amore che solo è in grado di salvarci, ma la risoluzione dei nostri problemi quotidiani. Ma solo l’amore che sperimentiamo nella carne del Figlio, solo questo pane può davvero saziarci e dar gusto al resto delle pietanze di cui ci nutriamo quotidianamente.
Samuele Adorno
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato
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Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6, 44-51
In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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