Qualcosa per cui vivere
Forse sarà capitato a ciascuno di noi dopo un’esperienza triste, dopo aver passato magari una lunga prova, che magari abbiamo anche risolto il problema ma poi accovacciata alla porta della nostra vita troviamo la depressione cioè troviamo quell’esperienza triste di sentirci completamente svuotati di aver perso il senso delle cose che facciamo.
Questo è forse il racconto del vangelo di questa terza domenica di pasqua Pietro torna a pescare ma non è semplicemente un tornare al lavoro di prima è quasi un tornare a pescare in un atteggiamento di depressione e la depressione non soltanto è una cosa triste è una cosa molto contagiosa perché tutti gli altri discepoli lo seguono e dentro questo tornare alla quotidianità però svuotati ormai dall’assenza di Gesù anche se l’hanno sperimentato risorto, Gesù li va a prendere, li va di nuovo a pescare lui, li va di nuovo a salvare da questo atteggiamento di tristezza, di depressione.
Ed è lì sulla riva di questo lago che viene raccontata l’apparizione di Gesù risorto, Giovanni che è l’amore intuisce immediatamente che quello sconosciuto sulla riva del mare non è semplicemente uno sconosciuto qualunque ma è Gesù, è il Signore e Pietro con tutta la sua audacia si butta in mare e lo raggiunge e il Vangelo registra uno dei dialoghi forse più belli e più intensi e del vangelo di Giovanni. Per tre volte Gesù domanda a Pietro se lo amo e Pietro per tre volte , tra virgolette, è costretto a rispondere quasi a patteggiare i conti perché per tre volte lo aveva rinnegato e per tre volte Pietro adesso gli dice che gli vuole bene.
Però Pietro non è più uno sprovveduto non è più semplicemente un entusiasta non è più uno che dice ti amo senza sapere invece quanto è faticoso l’amore perché a volte l’amore vero passa attraverso il tradimento così come è stato per lui. Forse trent’anni dopo Pietro capirà il peso di quell’amore quando dovrà dare la vita per Gesù quando si troverà davanti a quel bivio se scegliere di salvare la propria vita o morire. Invece per non rinnegare Gesù e 30 anni dopo capirà le profondità dell’amore. Quando si ama si è disposti a morire per ciò che si ama, ma questa è una lezione che non si impara in un giorno, forse ci vuole un intera vita per maturare un amore così.
La buona notizia è che Gesù ci viene a pescare dal fondo della nostra tristezza la notizia forse un po più faticosa è che non ci pesca semplicemente per darci un entusiasmo, ma per darci una direzione che ci porta verso una morte ma non è una morte qualunque è un morire a noi stessi per vivere per qualcosa per cui vale la pena.
Se noi non abbiamo qualcosa per cui vale la pena morire, significa che non abbiamo una cosa per cui vale la pena vivere. Questo il significato forsze del cammino di Pietro, di questo Pietro ripescato.