Siamo arrivati davanti al sepolcro, certi di trovarvi un corpo morto, il corpo del maestro, il corpo dell’amico. Siamo arrivati davanti al sepolcro forse carichi di tristezza, di rabbia, di impotenza: la tristezza del dover salutare prima o poi tutte le cose che amiamo, la rabbia per questa ingiustizia, l’impotenza di sapere che non possiamo farci niente, che la morte è molto più grande e più forte da noi.
E poi, al posto di tutto questo, troviamo uno spazio vuoto, uno spazio libero, uno spazio liberato.
Dove ci aspettavamo la morte, troviamo invece la libertà. Una libertà che ci rilancia verso gli altri, che ci spinge a correre verso la vita, con gioia e forse un po’ di timore, lontano dal sepolcro: per trovare, in questa corsa, Gesù che ci viene incontro.
Rete Loyola (Bologna)
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato
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Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 28,8-15
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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