VIDE E CREDETTE
DOMENICA DI PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE ANNO C – GIOVANNI 20,1-9
- Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal
È Pasqua, Cristo è Risorto!
Questa è la nostra fede, il fondamento del nostro essere cristiani. Senza la risurrezione non avrebbe senso nulla e Gesù sarebbe stato solo un personaggio qualsiasi apparso nella storia.
Il venerdì del 7 aprile dell’anno 30 non ha segnato la parola “fine” nella vita di Cristo. I testimoni ci annunciano di averlo visto “vivo” e noi lo crediamo fermamente.
L’evangelista Giovanni riferisce la catechesi che veniva effettuata nella prima comunità cristiana. Mette insieme frammenti di varie testimonianze e di varie fonti. Concluderà il brano (non riportato in questa pericope) affermando che sono beati coloro che crederanno senza aver visto.
Il brano odierno è costituito da cinque frammenti, abbastanza scollegati fra loro: introduzione – Maria di Màgdala trova la tomba aperta – reazione dei discepoli – constatazione del fatto – la fede del discepolo amato, in relazione con il preannuncio.
Il protagonista è Gesù Risorto, ma non compare mai. I personaggi parlano di Lui. Diversamente dai sinottici, secondo Giovanni, la risurrezione è avvenuta in modo silenzioso, senza particolari spettacolari e apocalittici: Dio opera senza chiasso, si impone… nel nascondimento…
“Maria di Màgdala”: era presente anche ai piedi della croce, è la discepola fedele.
“Si recò al sepolcro”: in questo versetto non viene detto il motivo per cui Maria di Màgdala va al sepolcro. Non va ad ungere il corpo, come riferisce Marco riguardo alle donne (Marco 16,1). Solo più avanti verrà esplicitato che è stato un desiderio scaturito dal cuore.
“Il primo giorno della settimana”: indica che è iniziato un giorno nuovo, una nuova creazione, il Dies Domini – la Domenica. Secondo la tradizione, il sepolcro vuoto è stato trovato il giorno dopo il sabato, che coincide con la nostra domenica, il primo giorno della settimana. Secondo gli studiosi è il 9 aprile dell’anno 30 d.C.
“Di mattino, quando era ancora buio”: secondo l’evangelista Giovanni, Maria scopre la tomba vuota dalle tre alle sei del mattino, quando, secondo la scansione oraria ebraica, la notte non è ancora terminata ed è ancora buio. Il buio giovanneo indica sempre una situazione di incredulità, di mancanza di fede o di trionfo del male.
“La pietra era stata tolta dal sepolcro”: non viene precisato chi abbia tolto la pietra. Vi è, però, un parallelo con la pietra tolta dagli addetti dal sepolcro di Lazzaro, su ordine di Gesù, che l’ha risuscitato.
- Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”.
È ancora buio. Maria rimane in un ragionamento comune, usuale, umano: il sepolcro è aperto, quindi il cadavere non c’è più! Non entra nel sepolcro a verificare, talmente è convinta del trafugamento della salma. Maria di Màgdala corre subito da Pietro e Giovanni. A differenza dei sinottici non c’è alcun dialogo.
“Il Signore”: il titolo è segno di riconoscimento della divinità di Gesù.
“Dall’altro discepolo, quello che Gesù amava”: non viene detto il nome del discepolo, tuttavia tutti gli esegeti interpretano che sia lo stesso evangelista Giovanni. È presentato come il modello di fede, il credente che scopre i disegni di Dio interpretando i segni e gli avvenimenti materiali. Come nota aggiungiamo che il quarto vangelo è stato sempre attribuito a Giovanni. In realtà sembra che non l’abbia scritto lui materialmente, ma i suoi discepoli. Infatti, l’autore non avrebbe osato scrivere “quello che Gesù amava” per parlare di sé.
- Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Pietro va al sepolcro insieme con Giovanni. Corrono: è necessario fare in fretta, constatare che l’annuncio di Maria sia veritiero, che non si tratti di vaneggiamenti. Giovanni, più giovane, forse colui che amava di più il Maestro, arriva prima, ma rispetta l’autorità di Pietro, al quale riconosce la preminenza tra gli apostoli.
- Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7. e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
I teli e il sudario, posati con ordine, indicano che non si tratta di un trafugamento frettoloso del cadavere: se fosse stato così, sarebbe stato portato via il corpo così come si trovava, cioè avvolto con i lini, letteralmente appiccicati al corpo a causa degli unguenti. I ladri non avrebbero perso tempo a sistemare tutto a puntino. L’ipotesi del trafugamento è da scartare.
- Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e
Non sappiamo cosa abbia pensato Pietro. L’evangelista riferisce solo la reazione di Giovanni. Egli entra, vede e crede. Discernere nei segni la presenza di Dio è il salto di fede che dobbiamo fare come credenti.
- Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai
La risurrezione dai morti è un fatto inaudito. Le Scritture l’avevano predetto, Gesù stesso l’aveva annunciato, ma è comprensibile la fatica dei discepoli a credere ad un evento inimmaginabile, umanamente inspiegabile, mai accaduto prima.
“Non avevano ancora compreso la Scrittura”: anche per i discepoli che erano stati con il Signore per lungo tempo è difficile fare un atto di fede nella risurrezione.
Credere nella verità della Risurrezione di Cristo è dono dello Spirito Santo, che scende sui credenti.
Quando ci sentiamo nelle tenebre, nel buio, nell’incredulità, invochiamo lo Spirito Santo: scenderà copioso a rinfrancarci, a farci fare esperienza del Risorto Vivente, a renderci annunciatori della Vita senza fine. Gridiamo a tutti Gesù, il crocifisso, è risorto! “Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto … Venite, guardate il luogo dove era stato deposto” (Matteo 28,5-6).
Il Cristo Gesù è vivo: questa è la Buona Notizia del Vangelo! Non temiamo le difficoltà del momento presente, non abbiamo paura delle vicende storiche, rimaniamo saldi nella fede e, come le donne al sepolcro, dopo aver contemplato la tomba vuota, corriamo ad annunciare che il Signore è con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo.
La Sua presenza viva e reale non toglie la fatica del vivere, ma ci dà la forza per sperare contro ogni speranza, per essere lieti nella tribolazione, perseveranti nel dono, fiduciosi nelle difficoltà. L’Amore è più forte, il Debole è Vincitore, lo Sconfitto è Vittorioso, il Crocifisso è Risorto!
Suor Emanuela Biasiolo