Commento al Vangelo del 14 Aprile 2019 – Giuseppe Di Stefano

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Lo spettacolo della croce

«Tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornarono percuotendosi il petto».

È uno spettacolo, dice Luca nel Vangelo. Lo spettacolo dell’amore. Quello vero. Quello che lascia senza fiato. L’unico per il quale si può morire. O morirne.

È lo spettacolo della passione, quella di Gesù per noi. È lo spettacolo del Figlio di Dio che svela nella sua nudità crocifissa il vero Volto di Dio. Nessun effetto speciale, nessuna flotta di angeli soccorritori, nessuna controfigura. Lui nudo; straziato, scarnificato, è la trascrizione più vera del Volto di Dio. Quell’uomo appeso alla Croce, abbandonato e tradito è il nostro Dio. Un Dio che non toglie il dolore ma lo condivide, che non ci salva dalla morte ma nella morte, che perdona e persino giustifica i suoi assassini, che muore abbandonato da tutti i suoi amici, che nella solitudine più totale e straziante non maledice ma consegna il suo spirito al Padre.

La croce è la grande icona del credente, spettacolo dal quale non dovrebbe mai staccare lo sguardo. Lo sguardo del cuore. L’inizio della conversione. Ma ci sono altri sguardi: lo sguardo dei capi, lo sguardo dei militari, lo sguardo dell’altro malfattore, sguardi che non colgono più niente, che non vedono Dio.

C’è la pretesa di giudicare secondo la logica del mondo, ma non capiscono niente. Non fanno che ripetere “salva te stesso”, urlandolo sotto la croce, la logica del confidare in se stessi, la logica di chi detiene il potere, dei violenti. Salva te stesso se hai dignità; se vuoi contare, se vuoi essere utile scendi dalla croce e salva te stesso. E l’appeso rimane sulla croce e sceglie di perdere la vita. E la sfida è la stoltezza della croce. È la vittoria della croce. È il senso dello spettacolo. Chi va a contemplarlo con occhi nuovi, purificati, intuisce che quella croce è l’annullamento della distanza. Il Figlio dell’uomo lo puoi chiamare per nome. Anche se sei un malfattore lo puoi chiamare Gesù. Sì. Gesù, ricordati di me. E Dio si ricorda.

Questo è il nome di Dio nella Bibbia: Dio si ricorda. Leggilo sulla croce il nome di Dio, leggilo nell’appeso dalla croce. Dio ricorda, Dio salva noi: non salva se stesso.

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