p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 10 Aprile 2019 – Gv 8, 31-42

La schiavitù nei confronti del peccato è una: volere uccidere il Figlio e credere di potere fare a meno del Padre/Madre. Voi dite di essere liberi e di essere figli di Abramo, ma intanto volete uccidermi.
La verità si gioca in vista della libertà per accogliere l’invito di Gesù: chi è senza peccato scagli per primo la pietra contro questa donna! Non so perché se ne andarono dal più vecchio fino al più giovane, ma senz’altro Gesù con la sua Parola, nella quale siamo ogni giorno invitati a dimorare, ha creato uno spazio di libertà dove la vista annebbiata dalla legge è stata purificata e aperta… e le mani hanno lasciato cadere le pietre. Tutto risolto? No, perché poco dopo quelle stesse mani hanno ripreso in mano le pietre per usarle contro Gesù.

Nella polemica con i Giudei possiamo trovare uno spazio comodo anche noi. Noi ci riteniamo liberi, noi ci riteniamo padroni del mondo. La conseguenza di tutto ciò è sotto i nostri occhi: distruggiamo questo mondo perché di lui noi siamo padroni, distruggiamo ogni possibilità di convivenza fraterna perché la nostra falsa libertà necessita dell’uccisione del fratello per potere vivere.

Perché Gesù Parola è venuto a noi e viene a noi? Perché possiamo abitare la verità e cogliere la vera libertà. Se la verità è insidiata ogni giorno dalla menzogna, la nostra libertà è angariata, per non dire prigioniera, dell’abitudine alle varie schiavitù. Schiavitù che ci brutalizzano ma alle quali noi siamo attaccati.

La verità non è data dall’appartenenza: siamo figli di Abramo, ma io credo in Dio Padre! La verità è essere in comunione con Dio Padre. Lui ha voluto appartenere a noi come dono; noi lo vogliamo dominare come roba nostra.

Ma cosa è la libertà? È incarnata nell’uomo potente che può fare quello che vuole, quello che gli pare e piace? Gli altri sono solo schiavi, merce di lavoro, lui assoggetta tutto ai suoi piaceri dei quali diventa ogni giorno sempre più schiavo. Toglie la vita al prossimo e fa morire la vita in lui. Ne consegue che necessita sempre più di cose e ricchezze e usa Dio per salvaguardare le sue proprietà che altro non sono che latrocinio, perché tutto è dono di Dio.

Oppure la libertà è incarnata dai tanti buoni uomini e tante donne buone che fanno ciò che devono, consci che gli altri sono schiavi dell’ignoranza: non conoscono la Legge, per questo sono maledetti! Ciò che vale è il dovere che in fondo altro non è che il piacere di essere corretti, senza condizionamenti. È una bella libertà, ma è libertà schiava del proprio io o del proprio super-io!

Ciò che mi interessa è l’uomo libero perché immagine di Dio Padre. Libero di rispondere all’amore con l’amore. Non ha vincoli, è assolto da ogni dovere, non sta in piedi perché ritrova piacere, ma è avvolto semplicemente da quell’amore che conosce e nel quale desidera rimanere. Ciò che lo rende libero non è né il dovere né il piacere, né il potere né il dominio, quanto invece l’amore che ci rende simili a Dio. Quell’amore che noi siamo sempre più convinti non esista e non sia possibile. Lo abbiamo ucciso e lo uccidiamo ogni giorno con l’insensatezza delle nostre scelte. Ma anche se noi uccidiamo il nostro amore, non potremo mai uccidere l’Amore, perché l’Amore è andato in croce per noi, lo abbiamo ucciso, ma è resuscitato per la nostra vita e la nostra salvezza, per la nostra libertà di amare.

Libertà e amore che non sono frutti di ricerche intellettuali o di ascesi morali, che hanno un loro senso, ma non possono dare senso. Solo accettando la verità che siamo figli noi possiamo entrare in questa dinamica dove l’attore principale è il Padre e dove noi siamo chiamati a divenire attori principali a nostra volta come Lui e con Lui.
Noi che siamo continuamente alla ricerca di briciole d’amore perché convinti che non ci sia altre possibilità su questa terra, siamo chiamati a conoscere l’amore libero e incondizionato del Padre. Ciò che è parziale, le briciole appunto, e ciò che è guadagnato, non è amore. L’amore può essere solo totale e gratuito. Solo questo apre la porta all’accoglienza di quella vita libera che ci fa vivere da figli e non più da schiavi che hanno bisogno di altri schiavi.

Così la verità ci rende liberi di amare, come la menzogna ci rende schiavi del non senso e del caos, preda della paura e delle tenebre.

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

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Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.

Dal vangelo secondo Giovanni
Gv 8, 31-42

In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?».
 
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».
 
Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro».
 
Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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