Il commento alle letture del 6 Aprile 2019 a cura del sito Dehoniane.
IV settimana di Quaresima IV settimana del salterio
Convertire… il dissenso
Concludiamo questa settimana di Quaresima facendo nostre le domande che si pone la gente attorno al Signore Gesù. L’evangelista Giovanni ci narra con chiarezza il «dissenso riguardo a lui» (Gv 7,43). È lo stesso dissenso che nasce anche nel nostro cuore, e persino nella Chiesa come comunità di discepoli, quando ci lasciamo andare a troppe considerazioni teoriche e non ci lanciamo, invece, in una sequela generosa e creativa. La reazione con cui i notabili del popolo liquidano la mite protesta di Nicodemo ci svela l’origine profonda di ogni dissenso. Esso è generato dal bisogno di escludere fino a eliminare la differenza e l’unicità dell’esperienza dell’altro, che richiede non solo comprensione, ma prima di tutto generosa accoglienza: «Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!» (7,52). Ogni volta che ci accontenteremo di «studiare» la realtà delle persone come dei casi da classificare, non potremo in alcun modo fare spazio a quell’empatia da cui scaturisce la possibilità di lasciarsi realmente interpellare fino a farsi cambiare. Il Signore Gesù è diventato, e diventa sempre di più, per i «capi dei sacerdoti» (7,45) un problema da eliminare, perché non rientra nelle categorie che si possono studiare e archiviare.
Le guardie che i notabili inviano per arrestare Gesù e condurlo al cospetto dei sacerdoti e dei farisei tornano a mani vuote e con il cuore pieno di meraviglia. A differenza di quanti si pongono domande e raggiungono conclusioni sul rabbi che viene dalla «Galilea», le guardie incontrano di persona Gesù e lo fanno come un atto dovuto dal loro ingaggio. Eppure, proprio per il fatto di eseguire un ordine senza avere nulla di personale contro Gesù permette loro di incontrarlo e, ancor più profondamente, di farsi incontrare da lui. La conclusione della missione di arresto affidata alle guardie non fa che rendere furiosi i committenti. Alle domande della folla riguardo a Gesù, segue la domanda dei sacerdoti e dei farisei: «Perché non lo avete condotto qui?». La risposta è di una semplicità che dovrebbe interrogare i notabili, e invece li rende ancora più furiosi: «Mai un uomo ha parlato così!» (7,45-46). Le guardie non dicono nulla del contenuto delle parole del Signore Gesù, ma da esecutori di un ordine diventano testimoni di una parola che tocca il cuore di chi ascolta fino a trasformarlo. Proprio le guardie, che dovrebbero accontentarsi di eseguire degli ordini senza pensare e senza parlare, svelano gli «intrighi» e riconoscono in Gesù, che sarà stato loro descritto come un pericoloso dissidente, tutt’altro: «Un agnello mansueto che viene portato al macello» (Ger 11,19).
La mitezza del Signore dà a queste guardie la forza di prendere la parola, di agire non più solo secondo gli ordini ma secondo il cuore, fino a non accontentarsi di eseguire degli ordini, ma a prendere posizione. Siamo di fronte a una forma di obiezione di coscienza, a un «no» che si contrappone alla logica del «signorsì». Che cosa possono dire gli scribi e i farisei, se non che hanno proprio ragione? Gesù è ancora più pericoloso di quanto pensassero. La sua parola e lo stile con cui questa parola viene comunicata risveglia la libertà e la responsabilità delle persone, rimettendole in piedi così da renderle capaci di scegliere fino a opporsi. Questo è tremendamente pericoloso e non c’è altra soluzione, se non: «Abbattiamo l’albero nel suo pieno vigore, strappiamolo dalla terra dei viventi; nessuno ricordi più il suo nome» (11,19). Proprio la «gente che non conosce la Legge» ed «è maledetta» (Gv 7,49) è capace di credere fino a ricredersi. Un cammino che i sacerdoti e i farisei non si possono permettere, perché esige una rinuncia a se stessi e al proprio modo di pensarsi superiori agli altri che costa loro troppa fatica… troppa novità… troppa umiltà.
Signore Gesù, attorno a te nasce il dissenso perché è più facile parlare di qualcuno che dialogare fino a lasciarsi interrogare e cambiare. Tu che provi il cuore e la mente, purifica i nostri pensieri e donaci la semplicità di ricrederci per credere alla vita senza accontentarci di credere in noi stessi. Kyrie eleison!
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Gv 7, 40-53
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui.
Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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