Commento alle letture di domenica 7 Aprile 2019 – Missionari della Via

Il commento alle letture di domenica 7 Aprile 2019 a cura dei Missionari della Via.

Meditiamo la Parola

Siamo alla quinta domenica di Quaresima ed eccoci all’incontro tra Gesù e la donna colta in adulterio (= tradimento). Gli uomini religiosi del tempo gliela presentano, pronti a lapidarla in nome della legge, una legge di Dio mal interpretata e duramente applicata. Il non commettere adulterio era stato “arricchito” di immediate conseguenze pratiche, specie per le donne: la lapidazione (cf Lv 20,10; Dt 22,23-24).

“Questa è una legge certamente severa, ma occorre comprendere che secondo la Torah l’attentato al matrimonio è un attentato all’alleanza con Dio, di cui il matrimonio è figura nella storia. In altre parole, il matrimonio non è un semplice accadimento all’interno della vita umana, ma è un’alleanza chiamata ad essere fedele e perseverante nella storia; è una storia d’amore che attraversa gli anni e le stagioni della vita e che narra l’alleanza fedele stretta da Dio con il suo popolo. In proposito, c’è una pagina del profeta Malachia, purtroppo sconosciuta ai più, che mi pare significativa: “Il Signore è testimone tra te e la donna della tua giovinezza, che hai tradito, mentre era la tua compagna, la donna legata a te dall’alleanza. Non fece egli un essere solo dotato di carne e soffio vitale? … Custodite dunque il vostro soffio vitale e nessuno tradisca la donna della sua giovinezza. Perché io detesto il ripudio, dice il Signore, Dio d’Israele … Custodite il vostro soffio vitale e non siate infedeli” (Ml 2,14-16)” (E. Bianchi).

Scribi e farisei interpellano Gesù con una domanda a trabocchetto: se fosse d’accordo con la lapidazione, allora perché accoglie peccatori e prostitute? Se invece dicesse di non lapidarla, potrebbe essere accusato di disobbedienza alla legge! Ma Gesù non risponde, tace e si piega a terra; si china davanti a quella donna, non in posizione di “giudice”, ma quasi di servo, e scrive; fiumi di articoli e di interpretazioni sono stati fatti su questo gesto.

Ma cosa significa questo gesto? Gesù scrive i peccati degli accusatori della donna, come pensa s. Girolamo? Oppure scrive frasi bibliche, secondo l’opinione di alcuni esegeti moderni? Non è facile interpretare questo gesto: a mio avviso però esso va inteso in quanto tale, in quanto gesto appunto, senza soffermarsi su parole eventualmente scritte da Gesù. Penso dunque che qui si debbano vedere da un lato gli scribi e i farisei che ricordano la Legge di Mosè scolpita, scritta su tavole di pietra; dall’altro Gesù il quale, scrivendo per terra, la terra di cui siamo fatti noi uomini e donne figli di Adamo, il terrestre, ci indica che la Legge va inscritta nella nostra carne, nelle nostre povere vite segnate dalla fragilità, dalla debolezza, dal peccato. Non a caso è detto che Gesù  scrive «con il dito», così come la Legge di Mosè fu scritta nella pietra «dal dito di Dio» (Es 31,18; Dt 9,10)” (E. Bianchi).

Ed ecco la risposta di Gesù: «chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra» (Gv 8,7), dopodichè riprende a scrivere per terra, cosicché ognuno possa riflettere. Chi può arrogarsi il diritto di essere senza alcun peccato? Forse non si sono commessi peccati pubblici, come ha fatto questa donna, ma quanti peccati occulti si hanno sulla coscienza? Solo Gesù e sua madre sono senza peccato. Eppure Gesù non tende la mano per scagliare pietre contro il peccatore, ma per rialzare chi ha peccato.

«E se ne andarono tutti, a cominciare dai più anziani» che, probabilmente, vuoi per l’età, vuoi per altri motivi, ne avevano accumulati di più. Sì, invecchiando nel bene, tutti dovremmo ammorbidirci e “misericordiarci” di più verso gli altri. Gesù infine rimane solo con la donna; come dice splendidamente S. Agostino: “rimasero solo loro due, la misera e la misericordia. Gesù la fa sentire amata, protetta, non condannata; e al contempo, con decisione, le indica la via della libertà: “ora va e non peccare più”. Non sappiamo se questa donna cambiò vita, se seguì o meno il Signore. Di certo, quell’esperienza rimase indelebile nel suo cuore: è l’esperienza del perdono di Dio, che ama il peccatore ma non il peccato, che ci accoglie sempre e ci indica come vivere per essere liberi davvero.

Preghiamo la Parola

Signore, insegnaci a perdonare, come anche tu ci hai perdonato.

VERITA’: Vita interiore e sacramenti

Il Signore non parte dalla colpa della donna, ma dalla donna, accogliendola con misericordia. Sento su di me lo sguardo misericordioso di Dio? E a mia volta, cerco di coltivare uno sguardo misericordioso?

CARITA’: Testimonianza di vita

Diversi uomini “religiosi” sono pronti a lapidare la donna a causa della sua colpa. Tendo anche io a “lapidare” gli altri con i giudizi, a etichettarli in base alle loro azioni?

Il Signore si china davanti alla donna, restituendole la sua dignità; solo dopo la chiama a non peccare più. Come mi accosto agli altri quando sbagliano?

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