Dehoniane – Commento al Vangelo del 29 Marzo 2019

Il commento alle letture del 29 Marzo 2019 a cura del sito Dehoniane.

III settimana di Quaresima III settimana del salterio

Il Regno è vicino

Finalmente, nella lunga serie di dispute che spesso mettono a duro confronto Gesù con gli scribi e i farisei (basta vedere quelle che precedono questo brano di Marco), ci imbattiamo in un incontro sereno, disteso, in cui la disponibilità e la ricerca sincera di uno scriba prendono il sopravvento sulla polemica. Anche se si deve ammettere che la bella figura fatta dallo scriba, la sua cordialità, la sua ammirazione per Gesù e la lode che ne riceve sono un’eccezione nel Vangelo di Marco. In ogni caso, quando c’è l’ascolto del cuore e il desiderio di verità, ogni pregiudizio può essere superato.La domanda dello scriba a Gesù è molto precisa: «Si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”» (Mc 12,28).

C’è una parola, un comandamento nel quale si rivela in pienezza la volontà di Dio e può diventare un criterio di unità per la vita? Ogni precetto della Legge ci orienta a compiere la volontà di Dio. Ma che cosa sta veramente a cuore a Dio? Che cosa vuole dall’uomo? Gesù risponde con due parole della Torah. La prima è tratta da Dt 6,45: ««Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”» (12,2930). La seconda parola si trova in Lv 19,18: «Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi» (12,31). Ciò che unifica la vita dell’uomo e lo rende conforme alla volontà di Dio, è l’amore. Ma un amore che sappia sempre camminare in due direzioni: verso Dio e verso il fratello. Ecco perché il comandamento dell’amore, secondo tutta la tradizione biblica, comporta sempre due dimensioni che non si possono separare, l’amore di Dio e l’amore del prossimo. Tuttavia c’è una priorità, e questa è data all’amore di Dio.

Non solo per il fatto che l’amore di Dio comporta un’esclusività e una radicalità, ma soprattutto perché l’amore di Dio è il fondamento autentico dell’amore per il prossimo e quest’ultimo, diventando la verifica concreta dell’amore di Dio, rimanda continuamente a esso.Ammirando la risposta di Gesù, lo scriba non fa altro che riconoscere che la parola che gli è stata consegnata è pienamente conforme a quella Legge che studia e approfondisce con tanta passione e amore. Giungere a comprendere che l’amore di Dio e l’amore del prossimo, profondamente legati, sono il cuore della Legge significa liberare ogni pratica religiosa dalla pura formalità, dal ritualismo, da un’osservanza che non raggiunge il cuore dell’uomo. Amare Dio in una radicalità senza riserve e «amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici» (12,33).

Si scopre così che c’è un solo modo per accostarsi a Dio: offrirgli il proprio cuore, le proprie forze, la propria mente, offrire tutti se stessi in sacrificio. Non servono a nulla gli olocausti e i sacrifici, se il cuore resta lontano da Dio e lontano dal fratello. Solo nel momento in cui si riconosce la propria povertà e ci si affida alla misericordia e al perdono di Dio, cioè si riconosce che solo l’amore di Dio può salvarci, allora si scopre che Dio è vicino, è pronto a offrire il suo perdono. È questo l’accorato appello che risuona sulle labbra del profeta Osea: «Togli ogni iniquità, accetta ciò che è bene: non offerta di tori immolati, ma la lode delle nostre labbra» (Os 14,3). Nel momento in cui si riconosce la propria vulnerabilità, si grida il proprio bisogno di salvezza e perdono, allora si rivela il volto di un Dio misericordioso che si china sulle ferite dell’uomo e le guarisce: «Io li guarirò dalla loro infedeltà, li amerò profondamente, poiché la mia ira si è allontanata da loro. Sarò come rugiada per Israele» (14,56).

Vedendo che lo scriba aveva risposto saggiamente, Gesù conclude con queste parole: «Non sei lontano dal regno di Dio» (Mc 12,34). La stupenda scoperta per chi cammina nell’amore di Dio e del fratello è proprio questa: sapere di essere amati con tutto il cuore e con tutte le forze da Dio in Gesù. Questo è il Regno ormai vicino: incontrare colui che rende visibile e accessibile l’amore di Dio.

Fa’, o Padre, che nel nostro cuore abiti il tuo Spirito, nella nostra mente dimori il pensiero del tuo Figlio, nella nostra forza riposi la dolcezza della tua pazienza, nelle nostre mani ci sia il dono della tua carità. Allora ti ameremo con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze, e i nostri fratelli con il tuo stesso amore.

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Vangelo del giorno

Mc 12, 28b-34
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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