Il commento alle letture del 25 Marzo 2019 a cura del sito Dehoniane.
Annunciazione del Signore
III settimana di Quaresima Proprio
Gioia e grazia
Ciò che i profeti avevano annunciato e ciò che Dio stesso aveva anticipato con molti segni nella storia di Israele, è come misteriosamente sintetizzato nel racconto dell’annunciazione. Si realizza la promessa fatta per bocca del profeta Isaia: «Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi» (Is 7,14; 8,10).
L’evangelista Luca, l’unico che ci riporta il racconto dell’annunciazione della nascita di Gesù, ci offre una narrazione coinvolgente ed essenziale allo stesso tempo, capace di condurci alla soglia del mistero che continuamente si affaccia in tutto il racconto e lo avvolge; di esso ci fa percepire contemporaneamente la vicinanza (soprattutto attraverso il dinamismo delle reazioni di Maria alle parole dell’angelo) e l’insondabile profondità (nelle continue aperture verso l’infinito di Dio, soprattutto attraverso le parole dell’angelo).
Nel racconto si intrecciano continuamente parole e testi della Scrittura, formando così un complesso sottofondo biblico che orienta alla comprensione di ciò che sta avvenendo, senza d’altra parte esaurirlo. E questo radicarsi nell’Antico Testamento offre al racconto dell’annunciazione una tonalità del tutto particolare; ciò che sta accadendo ora è in continuità con gli eventi del passato, indice della fedeltà salvifica di un Dio che non viene meno alla sua promessa, ma una continuità nel contempo trascesa a motivo dell’inaudita novità. Data la ricchezza degli spunti che questo testo offre, ci soffermiamo solo su due temi.Anzitutto la gratuità di Dio. Siamo in uno sconosciuto villaggio della Galilea e in un contesto quotidiano fatto di gioie (una coppia di fidanzati, il desiderio di costruire una famiglia) e di povertà.
Ecco ciò che attrae lo sguardo di Dio. È forte il contrasto con l’annuncio della nascita del Battista, nel quadro solenne del tempio. L’iniziativa di Dio appare in tutta la sua gratuità, come qualcosa di inatteso e che capovolge i criteri umani, fino a raggiungere l’umanamente assurdo: una vergine che non conosce uomo, potrà concepire un figlio. Veramente «nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37). Ma questa gratuità si rivela soprattutto nel saluto dell’angelo Gabriele a Maria: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te» (1,28). In queste parole è racchiuso il mistero che abita Maria, diventando il sottofondo trasparente in cui si riflette l’amore di Dio per l’uomo. In questo saluto è impressa, quasi come un sigillo, la vocazione di Maria, il suo nome segreto che solo Dio conosce.
Nel cammino di Maria è racchiusa la gioia (in greco charà) di ogni promessa di Dio, che troverà compimento nella lieta notizia che è Gesù di Nazaret; nel cammino di Maria si riflette tutta la benevolenza di Dio, la sua grazia (in greco charis) che trasforma radicalmente la povera ragazza di Nazaret rendendola degna dello sguardo di Dio; e, infine, nel corpo stesso di Maria, la gioia e la grazia prendono un volto, quello dell’Emmanuele, quello del Signore che abita in mezzo al suo popolo.Alla gratuità di Dio fa eco l’ascolto di Maria. L’inaudita parola di Dio pronunciata dall’angelo attraversa l’umanità di questa donna, provocando diverse reazioni: in Maria inizia un dialogo interiore, un cammino di riflessione per capire il senso di ciò che ha udito. È un tratto tipico del modo di reagire di Maria e che Luca sottolinea altre volte.
Questa reazione attiva di Maria (ben lungi dalla paura di Zaccaria, che rende muto l’uomo) permette di porre domande alla Parola e, di conseguenza, di aprire un nuovo orizzonte, uno spazio di novità, un salto di qualità nella propria fede. E d’altra parte fede e ascolto sono il terreno in cui matura la risposta di Maria alle parole dell’angelo: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (1,38). Con il suo «sì» alla Parola, Maria aderisce alla verità più profonda del suo essere: si sente nient’altro che «serva» e come tale si presenta, libera e senza pretese, davanti al suo Signore. Solo in un cuore e in un corpo così disponibili, la Parola può incarnarsi. È questa la vera beatitudine del credente: «Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (1,45).
Sii benedetto, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, perché hai guardato alla piccolezza della tua serva. In Maria, nostra sorella, tu guardi ogni nostra povertà e la riscatti con la potenza del tuo amore. In Maria, nostra madre, tu ci doni un tratto della tua bellezza e della tua misericordia. Sii benedetto, o Dio, perché hai posto accanto a noi, nel nostro cammino, la Madre del tuo Figlio.
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Vangelo del giorno
Lc 1, 26-38
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.