don Francesco Cristofaro – Via Crucis 15 Marzo 2019

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RITO INIZIALE

V. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.

La via della croce è un momento di grande insegnamento. In essa, si intrecciano momenti di crudeltà e di tenerezza, di silenzi e condanne, di insulti e di pianti. Ci sono sguardi e messaggi che non possono passare inosservati. Essi parlano al nostro cuore. Ci interpellano, ci interrogano. Nella via Crucis c’è l’amore di Dio Padre, l’obbedienza di Gesù, il conforto dello Spirito. C’è l’amore della Madre Santa. C’è l’ingiustizia di Pilato, la cattiveria dei sacerdoti e dei soldati, il tradimento, la sconfitta. La via crucis è la vita. Scegli oggi come vivere questa vita. Vivila dalla parte di Gesù. Vivila con lui sempre, anche nelle sofferenze più grandi, anche quando non comprendi. Lui sia il tuo unico sostegno e la tua guida.

Questa settimana vivremo questa via crucis avendo un pensiero speciale per i nostri papà e per gli uomini che sono parte importante della nostra società. Tanti esempi nella storia di uomini saggi e forti, uomini che hanno cambiato il mondo. Tanti esempi di padri che nella quotidianità più nascosta vivono, operano, fanno il bene. Questa via crucis vuole essere per loro una preghiera e un incoraggiamento al bello della vita e delle azioni.

PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

Durante la tua vita, san Giuseppe, sei stato l’uomo della speranza. Tutti, intorno a te, condividevano la speranza di veder compiersi un giorno la loro redenzione. Ed ecco che, accanto a te, nella tua casa, unito a te come il figlio al padre, vive il Messia, il Figlio di Dio. È un segno della bontà e della fedeltà del Signore. E questa fedeltà da parte dell’Onnipotente nel mantenere la sua Parola apriva per te una prospettiva di speranza senza limiti.

Tu, o san Giuseppe, hai sperato la salvezza per Maria e per te, poiché hai accolto Dio stesso nella tua vita. L’unica tua forza, negli avvenimenti imprevedibili che ti si sono presentati (le circostanze penose della nascita di Gesù, la fuga in Egitto, il soggiorno in esilio), era la speranza incrollabile nella bontà, nella potenza, nella fedeltà del Signore. È senza dubbio questo che ci spiega la tranquilla serenità che s’irradia nella tua casa.

San Giuseppe, fa’ che possiamo imparare da te a sperare. Tu lo sai: la vita non ci risparmia affatto. Di volta in volta cadono le nostre più belle promesse, crollano i nostri desideri più allettanti. Chi sognava ieri una vita feconda e delicata, oggi si vede alle prese con le meschinità quotidiane; chi si riprometteva ieri di costruire un amore forte, vede oggi la difficoltà di amare pienamente; chi sognava ieri il bene da realizzare, le lotte da ingaggiare per il bene, si ritrova oggi davanti ai suoi limiti. Quanti anche oggi in questo momento di crisi economica, politica e morale, si scoraggiano e lasciano talvolta cadere la speranza!

San Giuseppe, insegnaci a sperare malgrado tutto: il male non potrà mai scoraggiare colui che guarda verso Dio. Al di là di tutte le debolezze c’è la fedeltà del Creatore: è su di lui che desideriamo contare. Fa’ che per noi non ci sia altra maniera di vivere che quella di sperare! E questa speranza ci trasformi, dandoci una grande certezza, il gusto del combattimento e dell’azione.
Amen.

Prima stazione:  Gesù condannato a morte.

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
    R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

PAROLA DI DIO

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 10-19

Pilato replicò:”Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”.  Ed essi di nuovo gridarono:”Crocifiggilo!”. Ma Pilato diceva loro:”Che male ha fatto?”. Allora essi gridarono più forte:”Crocifiggilo!”

Meditazione

La folla presente ha fatto la sua scelta. Ha scelto la morte di Gesù per crocifissione. Pilato chiede: “che male ha fatto?” e poi dirà: “non trovo in lui nessuna colpa”… ma la condanna viene eseguita ugualmente.

Riflettiamo un attimo. Pensiamo agli uomini del nostro tempo. In ogni situazione, in ogni circostanza, viene sempre fatto prevalere il bene? Quante volte, poveri e semplici operai sono vittime di padroni che pensano ad arricchire il proprio sistema. Quanti lavoratori immigrati, pagati per pochi spiccioli e “stipati” in baracche fatiscenti. Dov’è la dignità dell’uomo? Non importa la verità! Bisogna risolvere il problema ad ogni costo. Gesù è un problema da risolvere. Spesso, anche l’uomo è un problema da risolvere, un numero, una pratica, una cartella in uno scaffale impolverato e si muore per lunghe attese e inutili burocrazie.

San Giuseppe, se tu fossi stato presente alla condanna di Gesù, quanto dolore avresti provato, lo stesso dolore che dovremmo noi avvertire ogni volta che un uomo viene sfruttato e usato.

Padre Nostro

Stabat Mater dolorosa,
iuxtacrucem lacrimosa,
dum pendebatFilius.
PP.
Gesù è davanti a Pilato e la folla guidata dai capi dei sacerdoti sta lì a guardare. Vogliono la sua morte e lo gridano con forza “crocifiggilo!”, “crocifiggilo!”.
Prova per un attimo a chiudere i tuoi occhi e ad immaginare questa scena crudele e a sentire queste urla di morte.
Quel Gesù che ha guardato nei tuoi occhi, che ti ha letto dentro nel cuore, che ha curato le tue ferite ha subito la sorte più orrenda: umiliato, schiaffeggiato, deriso, sputato, flagellato, crocifisso.
Gesù è davanti a Pilato e la folla guidata dai capi dei sacerdoti sta lì a guardare. Vogliono la sua morte e lo gridano con forza “crocifiggilo!”, “crocifiggilo!”.
Prova per un attimo a chiudere i tuoi occhi e ad immaginare questa scena crudele e a sentire queste urla di morte.
Quel Gesù che ha guardato nei tuoi occhi, che ti ha letto dentro nel cuore, che ha curato le tue ferite ha subito la sorte più orrenda: umiliato, schiaffeggiato, deriso, sputato, flagellato, crocifisso

Seconda stazione:  Gesù è caricato della croce.

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
    R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

PAROLA DI DIO

Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 12-16

Pilato cercava di liberare  [Gesù]; ma i Giudei gridarono:”Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare”.

Meditazione

Bisogna essere amici di Dio o amici degli uomini? Se servi solo l’uomo, prima o poi scenderai a compromessi con lui. Se servi e ami Dio, imparerai a servire e ad amare gli uomini.

Scegliere la verità, a volte, è difficile.

Ti fa perdere amicizie, rispetto umano. Non ti cercano più. Non ti invitano più ai loro pranzi perché non pensi più come loro. Il tuo telefono squilla sempre di meno.

Hai guadagnato, però, la stima di Dio e l’amicizia del Signore. Cosa ha più valore per te?

San Giuseppe, ricordi quando volevi mandare via Maria perché pensavi che ti avesse tradito? Gli uomini sarebbero stati tutti con te. “Bravo… mandala via”, l’avrebbero lapidata, ma nel tuo cuore la Parola di Dio è stata più forte. Hai scelto Dio, hai scelto Maria, anche se il mondo ha pensato che tu fossi stolto. Sapremmo noi scegliere sempre Dio?

Padre Nostro

Cuiusanimamgementem,
contristatam et dolentem
pertransivitgladius.

Terza stazione:  Gesù cade la prima volta

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
    R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

PAROLA DI DIO

Dal Libro del Profeta Isaia (Is 53,4-8)

Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.

STORIA IL NONNO E LA CIOTOLA DI LEGNO (presa dal web)

C’era una volta un nonno che andò a vivere a casa del figlio, la nuora e il nipotino di quattro anni.

Tutti i giorni all’ora di pranzo la famiglia si riuniva per mangiare. Ma il nonno era così vecchio che le mani gli tremavano, la vista e l’udito si erano indeboliti così come anche le sue gambe, e quando si sedeva a tavola, egli riusciva a malapena a tenere in mano il cucchiaio. Spesso gli capitava di sbrodolarsi addosso e la minestra che cadeva dalla sua bocca macchiava la tovaglia. I piselli rotolavano giù dal cucchiaio e sporcavano il pavimento.

Il figlio, ma soprattutto la nuora, erano così disgustati da questa contingenza che ad un certo punto imposero al vecchio si sedersi in disparte, dove non avrebbe potuto procurare altri danni. Sistemarono un tavolino in un angolo dietro al camino e, dal momento che il nonno aveva fatto rompere alcuni piatti, per mangiare il suo cibo gli diedero una ciotola di legno.

Ogni tanto il povero anziano veniva preso dall’amarezza. Con un nodo alla gola guardava la sua famiglia e una lacrima scendeva dai suoi occhi stanchi e lucidi. Le uniche attenzioni che riceveva erano i rimproveri di quando gli capitava di far cadere la forchetta, oppure versava accidentalmente del liquido per terra.

Il nipotino di quattro anni osservava tutto in silenzio. Una sera, dopo cena, il padre notò che il bambino stava intagliando un pezzo di legno. Con una certa delicatezza gli chiese: “Che cosa stai facendo figliolo?” Con la medesima dolcezza il ragazzino rispose: “Ecco, sto facendo una ciotola dove potrete mangiare il vostro cibo tu e la mamma quando io sarò grande.

MEDITAZIONE

Si, forse il nonno o la nonna quando ci baciano, ci danno fastidio. Magari con la saliva ci bagnano il viso. Si è vero, forse il nonno e la nonna fanno la pipì nel pannolone e tu ti vergogni. Ma loro si sono mai vergognati di te quando piccolino ne facevi in quantità industriali? Si è vero, forse il papà e la mamma anziani sono sordi, hanno mille acciacchi e sono pesanti con i loro discorsi. … pazienza! Anche tu forse sarai così. Ciò che dai ricevi. Ama i tuoi genitori e non aspettare che se ne vadano per dire: “quanto mi mancano”. Ama i tuoi nonni. Regalagli il tuo tempo. Dona amore. Stringili, abbracciali, baciali, gioca con loro. Si, va bene anche la saliva sul tuo volto. Ricorda che verrà un momento che pagheresti oro per avere tutto questo.

Padre Nostro

O quamtristis et afflicta
fuitillabenedicta
mater Unigeniti!

Quarta stazione: Gesù incontra la sua afflittissima Madre

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
    R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

PAROLA DI DIO

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,51)

E anche a te una spada trafiggerà l’anima” …
Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.

Meditazione

Una madre non accetta mai il dolore e la sofferenza di un figlio. Si impazzisce. Più forte è il dolore e più forte è la pena. Se non hai una fede forte, sopravvivi ma non vivi. Lo stesso dolore è di un padre per il proprio figlio.

Ho sempre pensato se al posto di Maria ci fosse stato Giuseppe in questo incontro verso il Calvario. Giuseppe avrebbe pianto come ha pianto Maria. Giuseppe avrebbe cercato di alleviare la sofferenza del figlio così come lo ha fatto la Madre. Avrebbe provato a sollevare la pesante croce perché Gesù respirasse un attimo. I padri, i nostri eroi. Dove c’è un padre che ama la famiglia, c’è sicurezza. Nessun padre dovrebbe piangere. Nessun padre dovrebbe soffrire perché dire papà è pensare un po’ a Dio che con il suo occhio paterno vigila su di noi.

Padre Nostro

Quæmærebat et dolebat
pia mater, cum videbat
Natipœnasincliti.

Quinta stazione: Gesù è aiutato dal Cireneo

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
    R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

PAROLA DI DIO

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 15,21-22)

Allora costrinsero un tale che passava,
un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna,
padre di Alessandro e Rufo,
a portare la croce.

MEDITAZIONE

Sei stanco Signore. E’ pesante la croce che porti sulle spalle. Per un attimo provano pietà o forse, hanno fretta di sbrigarsi. fermano un uomo e lo costringono a portare la tua croce.

LA STORIA

Fa freddo fuori. Da lontano un gruppo di ragazzini vede arrivare qualcuno. È Antonio. Non si regge in piedi. Forse ha bevuto. Si, ha bevuto. Sparla e dice cose senza senso. I ragazzini lo deridono. Lo insultano. Lo chiamano gay. Antonio si arrabbia e più si arrabbia e più loro insistono a deriderlo.

Antonio è un uomo. Non è andato a scuola. Non ha la fidanzata. Nessuno gli offre un caffè. Nessuno gli fa una carezza o un sorriso. Nessuno gli dice: “passeggia con noi!”… nessuno, in fondo, vuole bene ad Antonio. Nessuno ha aiutato Antonio a portare o accettare la sua croce. Per Antonio non c’è un cireneo.

Antonio cade a terra. Una donnina che lo seguiva da lontano. Grida: “Antonio! Antonio! Antonio!”… la donnina aiuta Antonio ad alzarsi. … Lo prende per mano e con voce dolce gli dice: “Amore di mamma tua… andiamo a casa…”.

Ogni uomo è figlio di Dio. Ogni uomo debole e fragile è figlio di Dio due volte. Non giocare con l’uomo fragile. Non prenderlo in giro. Dio non dimenticherà.

Padre Nostro

Quis est homo qui non fleret,
MatremChristi si videret
in tanto supplicio?

Sesta stazione:  La veronica asciuga il volto di Gesù

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
    R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

PAROLA DI DIO

Dal libro del Profeta Isaia (Is 53,2-3)

Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per potercene compiacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia.

Meditazione

Cosi tanto flagellato che il tuo volto non ha apparenza né bellezza eppure la Scrittura dice di te che sei il più bello tra i figli dell’uomo. Oggi, invece, chi passa davanti a te si copre la faccia.

Penso a tanti uomini flagellati dalla miseria: padri che avevano un tetto, una famiglia, un lavoro e ora mendicano amore in una strada, sotto un portico o un ponte. Hanno per letto una panchina. Uomini invisibili. In quegli occhi si nasconde ancora la figliolanza divina.

… e poi c’è un mondo che crede di star bene … che passa dinanzi all’uomo invisibile e tira dritto.

Chiediamo al Signore un cuore buono, misericordioso e attento. Più amore, più amore, più amore…

E ricorda che l’uomo invisibile potrebbe essere seduto accanto a te, in Chiesa. Conosci il suo cuore? Conosci le sue pene?

Dovremmo imparare ad ascoltare.

Padre Nostro

Quis est homo qui non fleret,
MatremChristi si videret
in tanto supplicio?

Settima Stazione: Gesù cade la seconda volta.

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
    R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

PAROLA DI DIO

Dal libro delle Lamentazioni. 3, 1-2. 9. 16

Io sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira.
Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce…
Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri…
Mi ha spezzato con la sabbia i denti,
mi ha steso nella polvere.

Meditazione

Molti si chiedono: “ma se Gesù è Dio, perché ha dovuto soffrire? Perché la croce, la morte? Perché non interviene contro l’ingiustizia? Se non ci avesse mostrato come vivere la sofferenza, come avremmo potuto vivere le nostre croci? Se non fosse caduto, come ci avrebbe insegnato a rialzarci?

La storia

Un giorno, un padre e una madre disperati mi chiesero di poter andare nella loro casa. Giorgio, il loro figlio disabile di 14 anni, si era chiuso in casa. Non voleva andare a scuola. Non voleva uscire. Loro non capivano il perché. La famiglia non apparteneva alla mia comunità parrocchiale. Conobbi il padre su facebook. Giorgio non mi conosceva. Andai. Mi fecero entrare nella camera di Giorgio. Lui era sul letto ad ascoltare musica. Io rimasi sulla porta. Chiesi: “Giorgio, posso entrare? Posso avvicinarmi a te?”, lui mi guardò e mi rispose di si. Io presi a camminare, pochi passi e mi avvicinai a lui che intanto si stava mettendo seduto sul letto. Giorgio aveva notato qualcosa di strano in me che lo rendeva più simile a lui. Anche io come lui ero disabile. Mi regalò un sorriso. Il primo dopo tanti giorni. Di me si poteva fidare.

“Sai Giorgio, mamma e papà sono preoccupati per te. Perché non esci più… non sorridi. Che ti succede?”.

Pian piano aprì il suo cuore con me.

Giorgio non usciva più perché cadeva sempre e gli altri ridevano di lui.

Le lacrime bagnarono il mio viso. Tornai bambino, quando cadevo sempre e mi rialzavo velocemente per vergogna degli altri e dicevo: “non mi sono fatto niente”. Giorgio mi guardò e mi regalò il secondo sorriso. Gli raccontai la storia del bastone che mi regalò una donna. Quello sarebbe stato il bastone della mia vecchiaia. Da allora compresi l’importanza di essere bastone e sostegno per gli altri. Giorgio si alzò dal letto e mi chiese di seguirlo. Andammo in giardino. Giorgio dopo tanti giorni uscì di casa… a guardare il sole… perché il sole splende sempre.

Padre Nostro

Pro peccatis suæ gentis
vidit Iesum in tormentis
et flagellas subditum.

Ottava stazione: Gesù consola le donne di Gerusalemme

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
    R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

PAROLA DI DIO

Gesù , voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.
Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato.
Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci!
Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”.

Meditazione

Gesù è nella sofferenza più grande. Guarda le donne e le chiama figlie. “Non piangete su di me. Piangete su voi stesse e sui vostri figli”. Una triste profezia questa di Gesù. Quante storie tristi avvolgono la nostra quotidianità. Storie di violenze inaudite. Ti chiedi: “c’è qualcosa di bello ancora in questo mondo?”.

Guardi un bambino giocare. Ti incanta la sua innocenza e la sua purezza. Pensi che ancora c’è del bello in questo mondo. Guardi il tuo papà, che non ha la forza di un tempo ma esce di casa a spaccare un po’ di legna per il camino. Pensi che c’è ancora del bello in questo mondo. Il bello lo trovi lì dove regna il rispetto e l’amicizia vera. Il bello lo trovi quando sai andare oltre i difetti degli altri. Il bello lo trovi anche quando nel negativo riesci a trovare un motivo per andare avanti. Il Bello è Lui, Gesù che ha visto del bello in noi e ci ha affidato una missione d’amore.

Padre Nostro

Tui nati vulnerati,
tam dignati pro me pati,
pœnas mecum divide.

Nona stazione: Gesù cade la terza volta

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
    R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

PAROLA DI DIO

Dal libro delle Lamentazioni. 3, 27-32

È bene per l’uomo portare il giogo fin dalla giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c’è ancora speranza; porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non rigetta mai… Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia.

Meditazione

Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia”. Quante volte capita anche a noi di provare stanchezza, scoraggiamento. Il cuore si fa triste, pesante. Tanto pesante. “Dove sei Signore?”. Un grido accorato si leva dal nostro cuore. “Dove sei Signore?”. Ci sentiamo a terra, schiacciati dal peso di una croce che sentiamo insopportabile. Vorresti mollare tutto, fare in modo che il tempo faccia il suo corso e ponga fine a tutto.

Ti fermi. “Chi mi ha sollevato?”. È il Signore.

Quella croce che senti sulle tue spalle, pesante come un macigno ora la stringi tra le mani, la guardi, la baci. Ti rialzi e vai. E camminando pensi: “Chi mi ha sollevato?”. È il Signore.

E in Lui riprende a confidare il tuo cuore.

Padre Nostro

Eia Mater, fons amoris,
me sentire vim doloris
fac, uttecum lugeam.

Decima stazione: Gesù è spogliato dalle vesti

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
    R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

PAROLA DI DIO

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 24

I soldati si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere.

Meditazione

Un’altra crudeltà da parte dei soldati. Prima lo hanno picchiato a sangue, lo hanno schernito e insultato lungo il percorso. Ora desiderano portarsi in casa le sue vesti, le vesti del Messia. Perché? Non lasciano alla Mamma Addolorata neanche le sue ultime cose.

La storia – l’eredità

Morì improvvisamente anche il padre e la casa fu chiusa per sempre. L’uomo e sua moglie già andata via qualche anno prima non avevano provveduto a dividere le poche proprietà tra i quattro fratelli. Pensava tra sé il povero uomo: “i miei figli li ho educati io, si vogliono bene. Non avranno problemi”.

Seppellito il padre, si ritrovarono in casa. Fecero un elenco delle cose da spartire, come le vesti di Gesù. Nacquero i primi dissensi e si dissero tra loro parole mai pronunciate prima. Il padre e la madre si stavano rivoltando nella tomba. Non riconoscevano più le creature che avevano messo al mondo.

Che l’amore tra noi sia vero. Alla fine, un frigorifero si arrugginisce e smette di funzionare ma quando dici: “lui è mio fratello, lei è mia sorella…” vibra il cuore perché è la tua stessa carne.

Padre Nostro

Facu tardeat cor meum
in amando Christum Deum,
ut sibi complaceam.

Undicesima stazione:  Gesù è inchiodato sulla croce.

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
    R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

PAROLA DI DIO

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 25-27

Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l’iscrizione con il motivo della condanna diceva: “Il re dei Giudei”. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra.

Meditazione

Hai mai guardato Gesù crocifisso? Tu e Lui soli. Senza rumori, senza distrazioni. In silenzio adorante guada il suo volto. Prova a pensare quanti peccati lo offendono ogni giorno: i nostri, quelli degli altri, del mondo intero. Noi riceviamo un torto, un offesa e subito ci lamentiamo, diveniamo inquieti. Studiamo forme, modi per servire la vendetta.

E Lui? Anche se noi non avessimo peccati – come spesso si dice – quanto lo feriscono le ingratitudini degli uomini, i peccati delle anime consacrate, le bestemmie, gli adulteri, le guerre, le liti, le calunnie, i furti.

Guarda il volto di Gesù crocifisso. Vorresti essere per lui un’anima riparatrice? Vorresti lenire le sofferenze di Gesù?

Guarda il suo volto sofferente sulla croce. Accarezzalo. Offri la tua vita per riparare i peccati degli uomini.

Padre Nostro

Sancta Mater, istudagas,
Crucifixi fige plagas,
cordimeovalide.

Dodicesima stazione: Gesù muore in croce

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
    R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

PAROLA DI DIO

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 33-34. 37. 39

Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì , Eloì , lema sabactà ni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?… Ed egli, dando un forte grido, spirò …Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!”.

Meditazione

Nessuna parola, nessun commento. Solo silenzio. Pregate ora come mai avete fatto prima. Aprite il cuore a Gesù. Pregate… pregate… pregate…

Padre Nostro

Vidit suumdulcemNatum
morientemdesolatum, cum emisitspiritum.

Tredicesima stazione: Gesù deposto dalla croce

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
    R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

PAROLA DI DIO

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 42-43. 46

Sopraggiunta ormai la sera, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il Regno di Dio, comprato un lenzuolo, calò il corpo di Gesù giù dalla croce.

Meditazione

O Amore ineffabile, non descrivibile con le povere parole umane, dolcissimo Gesù. Nelle braccia della Madre il Figlio senza vita. Quel figlio cresciuto con amore e sacrifici, con lacrime versate di nascosto, è tra le tue braccia, senza vita ma pieno di vita perché risorgerà. Ma tu ora piangi e non nascondi più le lacrime perché hai perso il bene.

O Amore inestimabile. Gesù ti amo, ti amo di un amore grande. Tu sei dolcezza nelle amarezze della nostra vita. Sei balsamo nel dolore e nella fatica. Dolcissimo Gesù, amore del mio cuore. Si infiamma la mia anima pensando a te.

Tu sei Signore. Tu sei Padre. Tu sei nostro Fratello. Tu sei Amico e Sposo.

Grido… anzi, no… sussurro  il mio amore per te. Ti amo.

Padre Nostro

Fac me vere tecumflere,
Crucifixo condolere,
donec ego vixero.

Quattordicesima stazione: Gesù è deposto nel sepolcro

  1. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
    R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

PAROLA DI DIO

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 46-47

Giuseppe d’Arimatea, avvolto il corpo di Gesù in un lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. Intanto Maria di Magdala e Maria madre di Joses stavano ad osservare dove veniva deposto.

Meditazione

Al termine di questo viaggio, fermiamoci per qualche istante in silenzio. Presentiamo a Gesù le nostre preghiere, i nostri cuori, le nostre suppliche. Pregate.

Preghiamo.

O Dio che nel tuo misterioso disegno di salvezza hai voluto continuare la passione del tuo Figlio nelle membra piagate del suo corpo, che è la Chiesa, fa’ che, uniti alla Madre Addolorata ai pedi della Croce, impariamo a riconoscere e a servire con amore premuroso il Cristo, sofferente nei fratelli.

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

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