p. Giovanni Nicoli โ€“ Commento al Vangelo del 9 Marzo 2019

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Siamo convinti fin nel midollo delle ossa che: โ€œNon รจ retto il modo di agire del Signoreโ€, come ci ricorda il profeta Ezechiele al capitolo 33.

Noi non siamo soddisfatti di chi Lui รจ e di come si comporta. Non ci va bene che venga a dirci โ€œComโ€™รจ vero chโ€™io vivo โ€“ oracolo del Signore Dio โ€“ io non godo della morte dellโ€™empio, ma che lโ€™empio desista dalla sua condotta e viva. Convertitevi dalla vostra condotta perversa!โ€.

Non ci va bene che il nostro Dio goda della sua misericordia. Il nostro ragionamento su Dio รจ perverso e tende troppo spesso a credere che Dio debba adeguarsi al nostro pensiero su di Lui. Il nostro Dio non puรฒ essere frutto di ragionamenti filosofici e teologici, il nostro Dio acquista un suo volto se noi ascoltiamo la vita reale, non quella immaginaria. La vita vera รจ la base della non veritร  delle nostre teologie a cui asserviamo, grazie ai nostri scribi, anche la Parola di Dio.

Il mestiere di Dio su questa terra non puรฒ essere quello di punire i malvagi e di ricompensare i giusti. Sarebbe un dio banale, sarebbe solo un idolo, costruito a nostra immagine e somiglianza. Credere in un Dio che ci ama, non dipende da teologie che non reggono di fronte allโ€™evidenza storica. Di fronte alla storia, alle storie della gente, dovremmo imparare a mettere le mani sulla bocca, a tacere per lasciarci stupire della veritร  che saltella fuori dalla loro vita, una veritร  che รจ divina.

Ascoltare le gioie e i dolori della gente รจ la cosa bella piena di amore che possiamo fare, il resto รจ solo vanitร  e falsa consolazione. Sapere ascoltare e sapere tacere rimanendo a bocca aperta di fronte alle bellezze di Dio presenti nella nostra storia, trattenendo in gola le nostre risposte, รจ la cosa piรน bella che potremmo fare.

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Noi passeremmo una vita a parlare delle malefatte di Levi, incapaci di vedere la bellezza del suo passaggio da malato a guarito. Passeremmo le nostre giornate a criticare questo Dio che non sta lรฌ a ben retribuire chi fa bene e continua a correre dietro alla pecorella smarrita. E non รจ forse quello che facciamo, guardiamo, diciamo ogni giorno di fronte alla storia dei nostri contemporanei? Loro sono le nostre vittime e noi non riusciamo a scrivere poemi di bellezza a partire dalla loro e nostra storia.

Gesรน dichiara la veritร  dellโ€™uomo e di Dio: รจ malato e ha bisogno del medico. Dove si accolgono i peccatori, lรฌ cโ€™รจ Dio. Cโ€™รจ bisogno di donare vita nuova non di ripetere le solfe stanche di coloro che hanno ancora il coraggio di frequentare le nostre chiese, belle fuori ma marce dentro. Sono marcescenti semplicemente perchรฉ non accettano, siamo marcescenti semplicemente perchรฉ non accettiamo, che gli esclusi dal banchetto, magari anche i divorziati risposati, sono gli invitati, destinatari della missione di Gesรน. Anzi, รจ Gesรน che viene invitato da loro che riconoscono il loro peccato. Noi che riteniamo di avere il diritto di partecipare al banchetto, noi che crediamo di poterci accostare alla comunione perchรฉ siamo bravi e ben confessati, noi ne siamo esclusi.

Dio รจ amore e i giusti si escludono dal banchetto, o lo rendono triste come le nostre messe, perchรฉ lo distruggono con il loro volere comperarlo. Il vangelo di Luca รจ un grande invito (vediamo anche solo il capitolo 15) ai giusti che abitano le nostre comunitร  laicali e religiose, perchรฉ riconoscano questo loro, nostro, grande peccato: quello di essere convinti di avere comprato Dio con la propria giustizia che รจ roba da farisei e scribi! Solo sentendoci peccatori potremo diventare capaci di accogliere la misericordia. Diversamente continueremo a dirci che noi non ne abbiamo bisogno, continuando a scandalizzarci perchรฉ Dio fa il medico anzichรฉ lโ€™anfitrione delle nostre messe e dei nostri banchetti.

Cosa capita? Che mentre il peccatore, anche se non convinto di questa sua realtร  ma che vede il proprio bisogno, va verso il Padre che gli offre il banchetto, il giusto se ne allontana anche se il Padre esce per invitarlo. A lui basta la sua giustizia e il suo perbenismo. O la chiesa ritorna a considerarsi una comunitร  di disgraziati, vincendo le sue tendenze farisaiche che si esprimono nello stare alla finestra per mal giudicare e male-dire questo mondo, oppure non sarร  mai graziata da Dio Padre.

Amati e perdonati dal Signore perchรฉ chiamati allโ€™intimitร  con Lui. Vale a dire: chiamati a mangiare e a vivere con i peccatori, diversamente non saremo mai capaci di vivere con noi stessi e col Padre!

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte โ€“ Scuola Apostolica Sacro Cuore

Vangelo del giorno:

Lc 5, 27-32
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesรน vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: ยซSeguimi!ยป. Ed egli, lasciando tutto, si alzรฒ e lo seguรฌ.
Poi Levi gli preparรฒ un grande banchetto nella sua casa. Cโ€™era una folla numerosa di pubblicani e dโ€™altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: ยซCome mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?ยป. Gesรน rispose loro: ยซNon sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perchรฉ si convertanoยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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