Parole dure, misteriose. Cosa vorranno dire? Cosa vuol dirmi il Signore, oggi?
Apro il dizionario: rifiutare significa non accettare; rigettare significa respingere con più o meno forza e rinnegare è non riconoscere come suo, non riconoscersi.
Negazione, distanza – un primo senso emerge. Forse Gesù ci chiede di allontanarci da noi stessi, di alzare lo sguardo verso la sua croce per essere guariti dalla nostra. In questo modo, cambiando prospettiva, assimiliamo la sua maniera di accostarsi alla realtà e alla vita, impariamo a seguirlo. Man mano scacceremo le false immagini che abbiamo di Dio, degli altri e di noi stessi. Lentamente, la morte regredirà.
Opposizione, relazione, realtà – una seconda linea appare. I termini, anche se negativi, sono in opposizione, sono quindi sempre confluenza di due persone, di due realtà. Da un lato: Gesù, con la sua vita che non nasconde le ferite; dall’altro: noi, i discepoli, gli altri, la folla. La parola crea un legame, la tensione una relazione, la decisione una promessa: camminare insieme malgrado la difficoltà, guadagnare il vero premio che sta nella speranza di una vita che non smetterà né di fiorire nelle tenebre né di illuminare di gioia la nostra esistenza. Lui c’è.
Virginie Kubler
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato secondo il metodo della spiritualità ignaziana, disponibile anche tramite la loro newsletter quotidiana.[/box]
Lc 9, 22-25
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.