«LA BOCCA ESPRIME CIÒ CHE DAL CUORE SOVRABBONDA»
Alcune volte usiamo le parole come pietre, anche se sembrano molto cortesi. Oggi chiediamo al Signore di non essere giudici rigidi e presuntuosi, ma operatori instancabili di bontà e di pace.
Nella liturgia di questa domenica ci è dato di ascoltare, dal libro del Siracide, quanto sia importante, nella valutazione della qualità di ogni persona, la sua parola.
Essa manifesta realmente chi ciascuno veramente sia «Non lodare un uomo prima che abbia parlato, poiché questa è la prova degli uomini» (I Lettura).
Cristo, ha reso definitivamente manifesta la vera “Parola”, quella che procede dal Padre e che non è semplicemente pronunciata da Lui, ma che coincide con la sua Persona, per mezzo della quale Dio ha concesso agli uomini la vittoria della vita sulla morte (II lettura).
Tutti noi siamo chiamati a far vivere questa Parola in noi, ossia a farci “abitare” da Cristo che si comunica a noi nella Chiesa attraverso il dono del suo Spirito. Nella misura in cui lo faremo saremo in grado costantemente non di dire “parole” ma di testimoniare la “Parola”, Cristo stesso, nella nostra vita e divenendo quell’«uomo buono» che «trae fuori il bene dal tesoro del suo cuore» similmente all’albero che essendo buono “dentro” non potrà che produrre frutti buoni (Vangelo).
Don Guido Colombo, ssp – Fonte – Edizioni San Paolo