1. «E il Verbo si è fatto carne ed abitò tra noi»
Egli è là nel santo Tabernacolo.
Che fa Gesù nel Sacramento del suo amore? Ha voluto prendersi un Cuore per amarci: e da questo Cuore sgorga tanto di tenerezza e di misericordia, da annegare tutti i peccati del mondo.
Egli è là come in Cielo… Oh che bella cosa! se l’uomo conoscesse bene questo mistero ne morirebbe d’amore.
O Gesù, conoscerti ed amarti! E ci possono essere cuori così duri da non amarti vedendosi tanto amati?
Ci possono essere anime così disgraziate da morire senza aver gustato la felicità di amare Dio? Non è forse la sola felicità che abbiamo su questa terra?
Essere amati da Dio! essere uniti con Dio! vivere alla presenza di Dio, vivere per Dio! Che bella cosa, che cara vita!
Come è bello il destino dell’uomo! vedere Dio, amarLo, contemplarLo su questa terra e nell’eternità!
2. «Egli abita tra noi»
Egli ci chiama dal santo tabernacolo: «venite, venite…» che bell’invito! Dio ci chiama e noi fuggiamo via da Lui. Egli vuole renderci felici e noi non ne vogliamo sapere della sua felicità!
Egli ci comanda di amarLo, e noi diamo il nostro cuore al demonio; impieghiamo per dannarci il tempo che Egli ci ha dato per salvarci. Noi Gli facciamo guerra con gli stessi mezzi che Egli ci ha dato per andare a Lui.
Offendere Dio che non ci fa se non del bene! Contentare il demonio che non ci può fare se non del male! Che stoltezza, che disgrazia!
Perché fuori di Dio non vi è nulla di sodo, nulla di nulla. La vita passa e finisce; le ricchezze scompaiono; la salute si perde; la reputazione può venire oscurata…
Mio Dio, mio Dio! quanto sono da compiangere quelli che mettono il loro amore in tutte queste cose!
Se intendessimo che felicità è la nostra di poter amare Dio, ne resteremmo estatici. È cosa tanto bella avere un cuore e, sebbene piccolo com’è, potercene servire per amare Dio!
3. «E il verbo si fece carne»
Si è fatto Carne per diventare nostro cibo. Oh se sapessimo intendere le parole del Signore: «Non ostante la sua miseria, io voglio vedermi vicino quella bell’anima che ho creato per me. L’ho fatta Io così grande, che nulla la può riempire se non Io; l’ho fatta Io così pura che non v’è che le possa servire di alimento se non il mio Corpo».
Dio mio, è possibile che voi amiate tanto le nostre anime? Sì, quando Dio volle dare un cibo all’anima nostra per sostenerla nel pellegrinaggio della vita, girò attorno lo sguardo sulle cose create, e nessuna ne trovò degna di lei… Allora guardò Se stesso e risolvette di darle Se stesso.
Cibo dell’anima è il Corpo e il Sangue di Dio! O anima mia, quanto sei grande se Dio solo può appagarti! Gesù voleva vivere in te per mezzo del Sacramento del suo amore, e mise in te sì vasto e gran desiderio, che Egli solo può soddisfare.
Senza la divina Eucaristia, in terra non vi sarebbe felicità alcuna… Come si potrebbe sopportare la vita? la santa Comunione è la nostra gioia. L’anima purificata si immerge nell’amore di Dio e ci si trova bene, come un’ape sui fiori.
La santa Comunione diffonde in noi uno straordinario benessere. É il Signore che si comunica a tutte le parti del nostro corpo, le fa esultare e ci obbliga a dire con san Giovanni: «É il Signore!». Noi allora possediamo il Cielo. Ma noi non abbiamo fede abbastanza, e non comprendiamo tanta dignità.
4. «Rimanete in Me»
Sì! Viviamo in Dio. Tutto sotto i Suoi occhi, tutto per piacere a Lui! Tu lavorerai, ed Egli benedirà il tuo lavoro; camminerai, ed Egli benedirà i tuoi passi; soffrirai, ed Egli benedirà le tue lacrime…
Che onore, che consolazione poter fare ogni nostra cosa sotto gli occhi di Dio! Pensare che Egli vede tutto e tien conto di tutto!
Diciamo dunque ogni mattina: «Tutto per piacere a Te, o mio Dio! Tutte le mie azioni con Te…».
E poi procuriamo di non avere più se non un pensiero, uno solo, sempre fervido, generoso, attivo: amare e far amare Dio, Dio e niente altro che Dio, Dio dappertutto, Dio in tutto! Così sia.