Se Gesù vivesse ai nostri giorni, verrebbe denunciato per abuso o violenza. Gesù, infatti, tocca: tocca ciechi e storpi, accarezza bambini, prende per mano donne… Gesù vive le sue relazioni intensamente, con tutto se stesso. Si concede anima e corpo. Anzi, la corporeità diventa porta d’accesso al suo mistero, alla sua persona. Gesù tocca e si fa toccare, vede e si lascia guardare, parla e si lascia interpellare, ascolta e invita all’ascolto, e persino gusta, i cibi e la bellezza dello stare insieme.
È in questo modo così pieno di relazionarsi che il cieco ritrova la vista. È in questa relazione che anche noi oggi, se ci lasciamo toccare da lui, dalla sua parola, dal suo corpo e dal suo sangue, riacquistiamo la vista e troviamo Dio in tutte le cose, in ciò che viviamo quotidianamente. Se ci lasciamo toccare da lui vediamo meglio anche noi stessi, riusciamo a distinguere, a fare discernimento. Riacquistiamo la vista e mettiamo a fuoco la nostra vita.
Michele Papaluca SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato secondo il metodo della spiritualità ignaziana, disponibile anche tramite la loro newsletter quotidiana.[/box]
Mc 8, 22-26
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo.
Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano».
Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.