Il commento alle letture del 7 Febbraio 2019 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
Proclamarono che la gente si convertisse
Eb 12,18-19.21-24; Sal 47; Mc 6,7-13
La conversione è cambiamento perenne, cammino ininterrotto di ogni uomo verso la luce piena del mistero del Padre, di Cristo Gesù, dello Spirito Santo. Poiché l’uomo è chiamato ad una conversione permanente, permanentemente deve verificare i suoi pensieri. Principio di verifica di ogni cosa è la Parola del Signore, quella contenuta nei libri canonici, che sono la Scrittura Santa. Poiché la Scrittura Santa è stata consegnata agli Apostoli, la loro fede deve essere posta a fondamento della nostra conversione. La fede degli Apostoli è contenuta nella Tradizione della Chiesa e nel suo Magistero. La Scrittura non può essere letta senza la purissima fede della Chiesa. Ma anche mai sarà lettura vera se contraddice la fede degli Apostoli. Secondo questa verità anche la teologia si deve convertire alla Parola. Essa nasce dalla Parola, dal Vangelo, ma si deve convertire al Vangelo. Mai essa potrà essere posta sopra la Parola. Dovrà lasciarsi verificare e interpretare dalla Parola. Così la teologia che interpreta la Parola, dalla Parola dovrà essere sempre interpretata. Ma anche la verità si deve convertire alla Parola. Come la verità si converte alla Parola? Attraverso l’ascolto dello Spirito Santo, dato dal Padre, per Cristo, perché conduca a tutta la verità. Una verità che non ascolta lo Spirito è di ieri, ma non di oggi. Oggi lo Spirito Santo va ascoltato per oggi e domani per domani. È Lui che deve condurre i discepoli nella volontà del Padre perché si presti ad essa una obbedienza piena. Ieri si obbediva per ieri. Oggi si obbedisce per oggi. Domani si obbedirà per domani. Lo Spirito chiede e il discepolo obbedisce.
Gli Apostoli devono recarsi presso ogni uomo per predicare la conversione. Essa in quel momento storico consisteva nel chiede alla gente di aprirsi al regno di Dio che stava per irrompere nella loro vita. Non si può accogliere il regno di Dio di oggi, vivendo nel regno di Dio di ieri. Ieri il regno di Dio era imperfetto. Oggi è perfetto. Ecco la vera conversione: lasciare il regno di Dio imperfetto, passare nel regno di Dio perfetto. Gesù rivela questa conversione attraverso una Parola, la cui luce dovrà essere illuminare i credenti in Lui: “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”. La vecchia giustizia non basta per essere vero regno di Dio, occorre entrare nella nuova che è il Discorso della Montagna. La vecchia verità, il vecchio amore, la vecchia misericordia, il vecchio comandamento della santità, neanche bastano. Si deve entrare nella nuova verità, amore, misericordia, Legge, comandamento, santità. Dai Profeti, compreso Mosè, si deve passare a Cristo Signore, alla sua Parola, al suo Vangelo, alla sua Chiesa, alla più pura fede nella sua Persona. Oggi ci si deve convertire al mistero di Gesù, facendolo divenire nostro mistero.
Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
I discepoli non devono solo predicare la conversione al regno di Dio che è vicino. Devono anche mostrare la presenza del regno. Come mostreranno il regno di Dio in mezzo al mondo? Con l’esercizio dei poteri che Gesù ha dato loro. Essi hanno il governo della creazione. Possono compiere ogni miracolo. Nulla è loro impossibile. Devono anche mostrando al mondo intero che essi non hanno alcun interesse per le cose di questo mondo. La “nudità” materiale con la quale si presentano, deve rassicurare tutti. Essi non vanno nel mondo per chiedere, prendere, estorcere. Vanno solo per dare nella più grande gratuità. Agendo in questo modo, la gente vedrà la presenza del regno di Dio e può, se vuole, convertirsi ad esso. Se il regno non viene accolto, i discepoli devono scuotere la polvere dai loro piedi e andare altrove.
Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutateci perché anche noi possiamo manifestare il regno.