Il commento alle letture del 30 gennaio 2019 a cura del sito Dehoniane.
III settimana del tempo ordinario – III settimana del salterio
Il seminatore e il seme
Quando ascoltiamo la «parabola del seminatore», che oggi la liturgia ci propone nella versione di Marco, è quasi spontanea l’identificazione della propria esperienza di fede con uno dei terreni su cui cade il seme della Parola. Ci paragoniamo a questo o a quel terreno, coscienti della nostra inadeguatezza di fronte alla parola di Dio che viene seminata in noi, della nostra incapacità di custodirla, della nostra incostanza e superficialità, della nostra durezza. Forse abbiamo scoperto che il nostro cuore è un miscuglio di terreni sterili e fecondi, capace di accogliere la Parola e lasciarla germinare, ma anche resistente alla sua azione.
Tutte queste reazioni di fronte alla parabola sono vere e ci aiutano a verificare il nostro rapporto con la parola di Dio. Ma forse rischiano di concentrare troppo l’attenzione su di noi, e alla fine possono anche creare in noi tristezza e un certo senso di inadeguatezza: ma come possiamo essere il terreno buono di coloro che «ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta e il cento per uno» (Mc 4,20)? Il nostro sguardo deve spostarsi su altri due protagonisti della parabola: il seminatore e il seme. Allora l’orizzonte che si apre davanti a noi allarga il nostro cuore, ci libera dall’angoscia di non essere mai all’altezza della Parola che Dio ci dona e ci riempie di speranza e fiducia. Anzitutto poniamo l’attenzione sul seme, fuori metafora sulla Parola.
Gesù ama molto l’immagine del seme. Pensiamo alla parabola del seme che cresce da solo, del piccolo granellino di senape, del campo seminato a grano. Per Gesù questa immagine tratta dalla natura ha la forza di rivelare il mistero del Regno nascosto nei solchi della storia e capace di portare a compimento il disegno di Dio sull’umanità. Questo ci rivela la qualità profonda che ogni seme custodisce: la vita. La potenzialità del seme sta nella capacità di donare la vita, comunicarla e farla crescere. Così è anche per la parola di Dio. Se crediamo in questa forza nascosta nel seme, nella parola di Dio, non possiamo non aprirci alla fiducia. La parola di Dio può davvero fecondare la nostra vita, aprirla a cammini nuovi, riempirla di gioia. Anche se tutto avviene nascostamente, nella fiducia ci verrà data la gioia di raccogliere quei frutti che il Signore farà maturare in noi e attorno a noi. Sono i frutti dello Spirito che ci conferma di quell’alleanza nuova in Cristo seminata, per mezzo dello Spirito, nei nostri cuori: «Io porrò le mie leggi nei loro cuori e le imprimerò nella loro mente» (Eb 10,16).
C’è poi il seminatore. Siamo stupiti dal suo modo di seminare. Questo seminatore è un po’ avventato: sparge la semente ovunque, senza preoccuparsi troppo del terreno su cui cade e senza calcolare troppo la misura di ciò che deve seminare. Noi siamo abituati a calcolare tutto e a valutare in anticipo il rendimento di ciò che facciamo. Al posto di quel seminatore, avremmo scelto con la massima attenzione solo i terreni buoni e lì avremmo seminato quella quantità di semente corrispondente ai frutti desidera ti e calcolati. Quello che ai nostri occhi appare un comportamento superficiale e avventato, agli occhi di Dio, il seminatore, diventa segno di gratuità.
Così agisce Dio quando dona la sua parola. Il Signore non sta a calcolare, ma dona in abbondanza, sapendo che forse una parte del suo dono andrà sprecata. Dà a ogni terreno la possibilità di accogliere la Parola, l’occasione di diventare fertile. E allora, come non aver fiducia in un tale seminatore, in Dio che gratuitamente dona la sua parola, la dona in abbondanza, non si preoccupa di calcolarne la misura, di riservarla solo per alcuni. Certo, alla fine desidera raccogliere un frutto, e questo deve far crescere la responsabilità del terreno. Ma il desiderio di corrispondere alla Parola donata gratuitamente cresce nella misura in cui si radica la fiducia nella bontà di questo seminatore. A questo punto possiamo volgere lo sguardo su di noi. Ma l’atteggiamento maturato dopo aver contemplato il piccolo seme e l’agire del seminatore, sarà diverso. Non più tristezza e inadeguatezza per il frutto che non riusciamo a portare o per i sassi e i rovi che troviamo nel terreno del nostro cuore, ma, ancora una volta, fiducia!
O Signore, come chicco nascosto sotto la coltre della terra, così è la tua parola seminata in noi. Il nostro cuore la custodisca, la nostra mente la comprenda, la nostra volontà la metta in pratica, affinché tutta la nostra vita sia da essa illuminata e fecondata.
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mc 4, 1-20
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net
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