Commento al Vangelo di domenica 20 Gennaio 2019 per bambini/ragazzi – Sr. Mariangela Tassielli

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«Non hanno più vino!». È ciò che la madre di Gesù dice a Gesù durante le nozze di Cana. Ed è anche ciò che segna l’inizio. È l’evento che genera in Gesù la consapevolezza di una chiamata.

Quello che l’evangelista Giovanni racconta non è solo un miracolo, fatto per il beneficio di qualcuno: è un segno, realizzato e raccontato per il beneficio di tutti. È un segno denso, pregno di significati per tutti noi, che diventa luce per la nostra vita di fede.

Proviamo a cogliere dei passaggi, sono tanti ma ne fissiamo due.
In primis. Gesù è un chiamato. Qualcuno lo interpella, gli presenta un bisogno, lo invita a manifestarsi. Nel Vangelo è la madre. Ma quel suo appello genera l’oltre di Dio. Da quel momento, con la risposta di Gesù inizia il suo ministero pubblico: Gesù inizia a vivere ciò per cui è stato mandato.

Nella storia è sempre così. L’oltre, la voce di Dio ci raggiunge e ci interpella attraverso le voci di chi ci vive attorno. Spesso sono voci scomode, che ci chiedono di entrare in gioco, quando vorremmo stare ancora un po’ tranquilli. Ma sono voci che ci riportano al senso stesso della nostra vita. Sono voci «da Dio», di fronte alle quali non rispondere sarebbe come scegliere di non vivere, di non compiere ciò che ci renderà pienamente noi stessi, di non percorrere quella strada che ci realizzerà in pienezza… anche se scomoda.

Secondo passaggio: sei anfore di pietra. Simbolo dell’antica alleanza, ormai inaridita, screpolata dall’incapacità dell’uomo di cogliere i segni della presenza di Dio, aspettano solo di essere riempite del vino della nuova alleanza, quella che Dio Padre sigilla con la vita del figlio: una vita consegnata liberamente e resa nutrimento per ognuno.

Il vino nuovo, il vino buono servito alla fine, è null’altro che la vita stessa di Gesù offerta a noi per la nostra gioia. Una vita donata a noi senza misura.

UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO   

Vino nelle anfore

Signore Gesù,
le nostre anfore sono vuote,
il nostro dialogo con il Padre è arido.
Vorremmo riempirle di cose preziose,
ma tu donaci il coraggio e la semplicità
di riempirle con l’acqua,
con ciò che di più povero e semplice
abbiamo tra le mani.
Donaci di riempirle e di affidarle a te,
perché in te il nostro poco diventi
seme di gioia, goccia di fiducia,
dono d’amore. Amen.

Altre immagini di Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.com

ALTRO COMMENTO

“Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino»”.

Tutti ci cercano per quello che abbiamo, ma chi ti vuole davvero bene non tiene da conto di ciò che hai, ma di ciò che ti manca. L’amore vero è prendere a cuore la mancanza dell’altro, perchè in quella mancanza si gioca il meglio e il peggio della vita. Sono infatti le nostre mancanze la causa prima dei nostri peccati, ma sono altresì proprio le mancanze i punti di svolta dei grandi santi. Ritrovare il vino che manca non serve a riempire un vuoto, ma a cambiarne la sostanza.

Gesù non crea il vino dal nulla, ma cambia l’acqua in vino, cioè prende ciò che c’è e a partire da questo opera un cambiamento radicale. Quello che fino a ieri ti faceva peccare può cominciare ad essere il punto di forza della tua santità. Assurdo! Ma questo è il miracolo: il Signore è l’unico che può prendere sul serio la mia mancanza e trasformarla in santificazione.

Da cosa ce ne accorgiamo? Dal fatto che cominciamo a sentire un’inspiegabile letizia che non trova altra ragione se non nella Grazia di Dio.

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