Commento al Vangelo – Domenica 28 marzo 2010

Questa è una rielaborazione audio/video sulle letture della Messa di: DOMENICA  28 marzo 2010 – DOMENICA DELLE PALME (Anno C) a cura di Antonio Di Lieto. Il titolo della Messa, che unifica tutte le letture, secondo l’autore è: La palma del Campione !

Commento alle Letture

VANGELO (Luca 19,28-40)

La domenica prima di Pasqua, Gesù s’incamminò verso Gerusalemme deciso: camminando davanti a tutti. Quando fu dalle parti del monte degli Ulivi, disse ad alcuni suoi discepoli: “Andate a Betània, il villaggio qui di fronte: appena entrati troverete un asino che non è mai stato cavalcato. Slegatelo: e prendetelo in prestito a nome mio. Quelli eseguirono ma, mentre stavano per slegare l’asino, i proprietari esclamarono indignati: “Che fate? Quello è nostro: chi vi ha dato il permesso di prenderlo?”. I discepoli risposero: “Gesù ci ha detto di dirvi che ne ha bisogno Lui: ma ve lo restituirà presto!”. Quelli allora glielo diedero senza problemi. I discepoli portarono l’asino a Gesù: e lo sellarono con i loro mantelli. Poi Gesù vi montò sopra ed entrò a Gerusalemme cavalcandolo: proprio come erano soliti fare i re che entravano trionfanti in città. Quando passava infatti, tutti stendevano a terra il loro mantello: in segno di riverenza. E quando furono nei pressi della città, proprio alla discesa del monte degli Ulivi, tutti cominciarono a lodare Dio pieni di gioia: per i miracoli a cui avevano assistito. Dicevano a gran voce: “Viva Gesù! Benedetto Colui che viene nel nome del Signore! Lui ci porta la pace e la gioia del cielo! Viva il nostro re!”. E tutti lo osannavano, agitando PALME. Alcuni farisei invidiosi cercavano di fare stare zitta la folla: ma quel giorno, dalla gioia avrebbero gridato anche le pietre! Insomma gli abitanti di Gerusalemme lo accolsero come un grande re, un liberatore, un vero CAMPIONE !

ANTIFONA I (Salmo 23)

Ecco arriva il Signore che ha fondato tutto l’universo. Colui che ha creato i mari ed i fiumi: la terra e tutti i suoi abitanti! Chi può entrare a Gerusalemme? E mettere piede nel suo tempio santo? Chi ha mani innocenti e cuore buono: e non pronuncia calunnie ai danni del suo prossimo. Costui sarà benedetto dal Signore: otterrà giustizia dall’Onnipotente. E così sarà per tutte le persone che cercano lo sguardo amorevole di Dio. Aprite le porte delle vostre chiese: e fate entrare questo Re glorioso. Ma chi è questo Re glorioso? E’ il Signore Dio: che è forte e potente. Alzatevi porte antiche: e fate entrare il Signore. E’ Lui il nostro Re glorioso, il nostro liberatore, il nostro CAMPIONE!

ANTIFONA II (Salmo 46)

Popoli tutti, battete le mani al Signore: acclamate a Dio gridando di gioia! Perchè Lui è l’Altissimo: il Re che governa tutta la terra. Lui è il re di tutte le nazioni: che sale sul suo trono, tra squilli di tromba. Cantate inni al nostro re: cantate inni. Dio è il re di tutta la terra: è Lui che regna su tutte le nazioni. È Lui l’Altissimo, il nostro CAMPIONE: la nostra salvezza!

M E S S A D E L LA P A S S I O N E

PRIMA LETTURA (Isaia 50,4-7)

Dice il profeta Isaia: “Il Signore mi ha donato la Sua parola, affinché io possa indirizzarla agli sfiduciati. Ogni mattina Lui mi apre le orecchie: ed io ascolto. Tutti mi aggrediscono, ma io non scappo. Offro la mia schiena a chi vuole frustarmi: le mie guance, a chi vuole schiaffeggiarmi. Mi sento come un CAMPIONE messo alle corde, ma tengo duro: il Signore mi sta accanto, non sono confuso. Mi riempiono di insulti e sputi, ma la mia faccia resta lì: dura come una pietra!

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 21,8-9.17-24)

Mio Dio, perchè mi hai abbandonato? Quelli che mi vedono mi prendono in giro, dicendo: “Se davvero sei amico del Signore, perché non viene Lui a liberarti?”. Come cani, sono pronti a sbranarmi: mi hanno già bloccato mani e piedi. Sono così debole, che posso contare tutte le mie ossa. Mi hanno spogliato: e si sono divisi a sorte i miei vestiti. Ma tu, Signore, avvicinati: vieni ad aiutarmi. E non smetterò mai di ringraziarti e lodarti: davanti a tutti. Voi che lo amate, lodate tutti il Signore: rispettatelo ed onoratelo sempre. E’ Lui il nostro CAMPIONE: il nostro liberatore !

SECONDA LETTURA (dalla lettera di Paolo ai cristiani di Filìppi 2,6-11)

Cristo Gesù, pur essendo come Dio, non volle conservare egoisticamente questo suo privilegio, ma se ne spogliò: e per farsi nostro servo, accettò di diventare uomo. E fu così umile, che volle condividere con gli uomini anche la morte: addirittura una morte orribile. Era davvero un CAMPIONE di umiltà: per questo Dio l’ha osannato, innalzandolo al di sopra di ogni cosa. Davanti a Gesù infatti, ogni ginocchio si piega: in cielo ed in terra. Ed ogni lingua proclama che Lui è il Re: il Signore dell’Universo !

VANGELO DELLA PASSIONE (Luca forma meno lunga: 23,1-49)

L’assemblea dei fedeli si alzò e, sobillata dai capi dei sacerdoti, trascinò Gesù davanti a Pilato: il governatore romano. E consegnandoglielo, lo accusavano dicendo: “Quest’uomo è un rivoluzionario! Sostiene di essere il re degli ebrei: dice che non dobbiamo più pagare le tasse a voi romani!”. Allora Pilato chiese a Gesù: “E’ vero che sei il re degli ebrei?”. E Gesù rispose: “Sì, è vero”. Non ebbe paura di dire la verità: era davvero un CAMPIONE di coraggio!

Ma Pilato sapeva bene che Gesù non era un re militare: e che quindi non era un pericolo per Roma. Allora disse alla folla ed ai capi dei sacerdoti: “Io penso che quest’uomo non abbia fatto niente di male!”. Ma quelli insistevano: “Ti sbagli, lui viene da Nàzaret in Galilea: sono state le sue idee a fare scoppiare le rivolte in quella regione!”. Erano veri e propri CAMPIONI di calunnia!

Pilato allora pensò: “Se quest’uomo viene dalla Galilèa, il caso appartiene alla giurisdizione di Erode!”. Allora per scaricarsi la patata bollente, diede ordine di portarlo da Erode, che in quei giorni si trovava a Gerusalemme. Erode fu molto contento di vedersi arrivare Gesù, perché aveva sentito parlare molto di Lui e da tempo desiderava incontrarlo: curioso di vedere magari qualche Suo miracolo. Così cominciò a fargli molte domande: ma Gesù non gli rispondeva. Che senso ha infatti rispondere a chi non vuol sentire? Anche col suo silenzio quindi, Gesù fu un CAMPIONE di comunicatività!

Erano lì presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scrìbi, che lo accusavano dicendo le solite bugie: “Quest’uomo dice di essere il re degli ebrei: vuole prendere il tuo posto!”. Allora Erode disse ai soldati di mettergli addosso uno splendido vestito da re: per beffeggiarlo e ridere di lui. Non erano certo CAMPIONI di ironia!

Erode comunque non ebbe il coraggio di prendersi la responsabilità di decidere la sua morte: così lo rimandò da Pilato. La cosa buffa è che Erode e Pilato erano sempre stati nemici, ma in questa occasione si comportarono da veri amici: ognuno era pronto a lasciare all’altro il potere di ucciderlo.

Quando Pilato vide ritornare Gesù, capì che la decisione ormai spettava a lui. Allora convocò i capi dei sacerdoti, tutte le autorità ed il popolo, e sentenziò: “Mi avete portato quest’uomo dicendo che è un rivoluzionario. Io l’ho interrogato: ma non ho trovato in lui nessuna colpa. Ed anche Erode se non l’ha fatto giustiziare, vuol dire che lo considera innocente. Quindi quest’uomo non merita la morte: allora lo farò frustare e poi lo rimetterò in libertà!”.

Ma quelli si misero a gridare tutti insieme: “No, mandalo a morte! Al posto suo liberaci Barabba!”. Barabba era un assassino che si trovava in prigione perchè aveva commesso una strage di soldati romani, durante una rivolta scoppiata in città. Non era certo un CAMPIONE di rispettabilità!

Pilato allora ribadì per la seconda volta, che avrebbe rimesso in libertà Gesù. Quelli però continuavano ad urlare: “In-cro-ce! In-cro-ce!”. La cosa assurda è che a chiedere così insistentemente la crocifissione di Gesù, furono proprio gli abitanti di Gerusalemme: che pochi giorni prima con le PALME lo avevano acclamato re. Non erano certo CAMPIONI di coerenza!

Pilato comunque si oppose per la terza volta, dicendo: “Ma si può sapere che male vi ha fatto quest’uomo? Io non trovo in lui nessuna colpa, per la quale possa essere condannato a morte. Quindi lo farò frustare: ma poi lo rimetterò in libertà!”. Ma quelli gridavano sempre più forte di crocifiggerlo: in un crescendo di furia omicida. Pilato allora decise di accontentarli. Dimenticando la sua coscienza, condannò a morte il Figlio di Dio ed al posto suo liberò Barabba: un terribile assassino. Non fu certo un CAMPIONE di giustizia!

Così i soldati presero Gesù e lo portarono via: verso il luogo dove avvenivano le crocifissioni. Appena usciti incontrarono un certo Simone (originario della città di Cirène), che stava tornando dal lavoro nei campi. Lo fermarono e gli misero sulle spalle la croce di Cristo. L’uomo comunque accettò di portargliela: fu davvero un CAMPIONE di solidarietà!

Tanta gente intanto seguiva il corteo, tra cui alcune donne sue discepole: che battendosi il petto piangevano disperatamente. Ma Gesù si voltò verso di loro e disse: “Non piangete per me: io presto sarò felice in Paradiso. Piangete piuttosto per gli abitanti di questa città: perché trattando così gli uomini giusti, attireranno su di loro il terribile castigo di Dio. Verranno giorni così tremendi per Gerusalemme, che alle donne che non hanno figli diranno: “Beate voi!” ed alle montagne: “Crollate su di noi! Schiacciateci!”. Se infatti hanno trattato così gli alberi buoni, cosa faranno a quelli secchi?”. Era davvero un CAMPIONE di giusta severità!

Assieme a lui venivano condotti al patibolo anche due criminali. Anzi quando arrivarono sul luogo dove si eseguivano le crocifissioni (chiamato “Il Teschio”), vollero mettere la Sua croce proprio in mezzo a quella di quei due delinquenti: per farlo sembrare il peggiore dei criminali! Ma lui diceva tra sè: “Padre ti prego, perdonali: perché non si rendono conto di quello che fanno!”. Era davvero un CAMPIONE di misericordia!

I soldati intanto si dividevano i suoi vestiti, giocandoseli a sorte: mentre molta gente era accorsa lì a godersi il macabro spettacolo. I sacerdoti del tempio poi, come cani pronti a sbranarlo, gli dicevano sarcastici: “Guardatelo il Messia: quello che diceva di essere il nostro Salvatore! Non è nemmeno capace di salvare se stesso!”. Ed anche i soldati romani lo prendevano in giro, gli spruzzavano aceto in faccia e gli dicevano: “E tu saresti il grande re degli ebrei? Quello che doveva sconfiggere il nostro esercito?”. Non erano certo CAMPIONI di umanità!

Sulla sua croce poi scrissero “Il re degli ebrei”: per umiliarlo. Loro non lo sapevano, ma lì c’era scritta la verità: proprio quella che stavano offendendo! Ed anche uno dei due criminali appesi alla croce, prendeva in giro Gesù dicendogli: “Tu non sei il Messia? Perchè non fai qualcosa per salvarci?”. L’altro delinquente invece, rimproverava il collega dicendogli: “Stai zitto. Neanche in punto di morte hai rispetto per il Signore? Noi meritiamo tutto questo: Lui no!”. E poi rivolto a Gesù, disse umilmente: “Ti prego Signore, perdona i miei peccati…”. Gesù allora gli rispose: “Non aver paura: io ti prometto che oggi stesso, ci riabbracceremo felici in Paradiso!”.

Ci fu una eclissi di sole su tutta la terra, da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio: cioè da quando fu crocifisso fino a quando morì. E quando esalò l’ultimo respiro, si sentì una scossa di terremoto: tanto che il velo del tempio di Gerusalemme si squarciò a metà. Le sue ultime parole furono di completo abbandono: “Padre, consegno il mio spirito nelle tue mani!”. E detto questo, spirò.

Vedendolo morire in quel modo persino il centurione, il capitano del plotone di esecuzione, ammise: “Questo era davvero un uomo giusto!”. Ed anche molti di quelli che erano venuti a vederlo con lo spirito con cui si assiste ad uno spettacolo, se ne tornarono a casa profondamente toccati.

I discepoli e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilèa invece, rimasero là a contemplarlo da lontano: annichiliti. E dire che appena qualche giorno prima, la città di Gerusalemme lo aveva osannato con le PALME. Lo aveva accolto come un grande re, un liberatore, un vero CAMPIONE!

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Note: L’autore precisa che, anche se la lettura di queste bellenotizie aiuta a comprendere la prima parte della Messa (Liturgia della Parola), non potrà mai sostituire la seconda parte (Liturgia eucaristica), in cui ci viene data la possibilità di “abbracciare” veramente il Corpo di Cristo.

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