“Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli! Sì, Padre, perché così ti è piaciuto!”.
Le parole che Gesù pronuncia nel Vangelo di oggi mosso dallo Spirito Santo sono parole non solo belle, ma straordinariamente vere. E io posso testimoniare come tantissime volte nei miei anni di sacerdozio ho potuto vedere che è esattamente così.
La gente più semplice, la più umile, la più sconosciuta, la più dimenticata, è anche quella che più autenticamente ha compreso il cuore del Vangelo, e sa, come un dono, cose che nessuno di noi in anni di teologia, di letture e di studi è riuscito a conoscere.
E questo perché il cuore della fede non è un’idea geniale, ma un’esperienza. E solo chi fa esperienza sa. Non ci si può impossessare di questa esperienza, né la si può comprare, o conquistare, ma la si può solo accogliere. E l’accoglienza è una delicatezza solo di chi conosce il valore del cuore e del suo modo semplice e autentico di apprendere ciò che conta.
Allo stesso tempo Gesù prosegue nel Vangelo: “E, rivolgendosi ai discepoli, disse loro privatamente: «Beati gli occhi che vedono quello che voi vedete! Perché vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere quello che voi vedete, e non l’hanno visto; e udire quello che voi udite, e non l’hanno udito»”.
Privatamente non significa esclusivamente, ma personalmente, quasi a voler dire una verità guardando negli occhi ciascuno. In quel “privatamente”, dovremmo sentirci interpellati tutti personalmente, perché ogni volta che leggiamo il Vangelo quel racconto è messo lì innanzitutto per me.
Ognuno dovrebbe sentirsi in prima persona davanti alla Parola. Non è un modo per essere egocentrici, ma un modo per capire il dono e la responsabilità che ci viene dato nell’aver ascoltato ciò che abbiamo ascoltato. Tantissime persone nel mondo non hanno nessuno che gli rivolga il “vangelo”, la “buona notizia”, e vivono a tentoni, e noi che ne abbiamo fatto di questo dono invece?
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 10, 21-24
Dal Vangelo secondo Luca
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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