LE MIE PAROLE NON PASSERANNO
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 24. “In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, 25. le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Il brano scelto per la penultima domenica dell’anno liturgico (la prossima sarà la Domenica di Cristo Re), è tratto dal tredicesimo capitolo del Vangelo di Marco. Riporta una parte del discorso pronunciato da Gesù qualche giorno prima della sua passione.
Uscendo dal Tempio di Gerusalemme, i discepoli avevano invitato Gesù ad ammirare la magnificenza architettonica dello stesso ed Egli aveva profetizzato che non sarebbe rimasta pietra su pietra di quell’edificio imponente.
Una volta giunti sul Monte degli Ulivi, i discepoli ritornano sulla questione e domandano quando sarebbe avvenuta la distruzione del tempio. Egli risponde con un linguaggio escatologico, cioè riguardante gli avvenimenti della fine del mondo. Sottolinea il ritorno del Figlio dell’uomo, che si manifesta in tutta la sua potenza.
L’annientamento della creazione sarà il segno che il Signore sta per venire per iniziare una nuova storia e una nuova creazione: “E si va di inizio in inizio, attraverso inizi sempre nuovi” (Gregorio di Nissa).
“In quei giorni”: gli esegeti spiegano che l’espressione si riferisce alla morte di Gesù e alla distruzione di Gerusalemme. La sofferenza continuerà nella persecuzione dei discepoli, fino “a quel giorno e a quell’ora”, che solo il Padre conosce.
“Il sole si oscurerà”: lo splendore della venuta del Signore sarà tale che oscurerà anche la luce più forte, il sole stesso. Alcuni esegeti leggono il richiamo alla morte di Gesù: mentre agonizzava, si oscurò il sole e scesero le tenebre: “Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio” (Marco 15,33). Dopo la morte avviene la risurrezione.
“La luna non darà più la sua luce”: l’uomo ha sempre avuto come punti di riferimento per la misurazione del tempo il sole e la luna, l’alternanza del giorno e della notte. Se essi non assolvono più la loro funzione significa che il tempo si arresta.
“Le stelle cadranno dal cielo”: tutto ciò che esiste terminerà e rinascerà un mondo nuovo. Il moto degli astri definisce lo spazio. Se essi precipitano, si annulla lo spazio e tutto si distrugge.
“Le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte”: gli antichi ritenevano che le forze del male si incarnassero negli astri. Il Cristo le annienterà e le distruggerà definitivamente. Tutto ciò che regge il mondo si dissolverà, tutto ciò che sta in alto, cadrà in basso. Anche la creazione parteciperà all’annientamento di Cristo sulla croce, ma sarà per una risurrezione.
- Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Questi versetti sono intrisi di richiami all’Antico Testamento.
“Il Figlio dell’uomo”: Il Figlio dell’uomo è preannunciato nel libro di Daniele 7,13: “Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano”. Per l’evangelista Marco, il Figlio dell’uomo è colui che perdona i peccati (2,10); è il Padrone del sabato (2,28); colui che deve soffrire e risorgere (8,31; 9,9.12.31; 10,33); il Figlio di Dio che è venuto per servire e dare la vita per tutti (10,45); il Figlio di Dio che muore consegnato nelle mani dei peccatori (14,21.41).
La Parola ci assicura che, nel più grande annientamento, si annidano i germi della risurrezione. Il seme che si svuota, fa germinare una forma di vita totalmente diversa. Così è avvenuto in Cristo, così avverrà nella creazione e in ciascuno di noi.
La fine di tutto sarà un nuovo inizio, perché “la fine” non è “il fine”: il fine di tutto è il Signore Gesù Cristo, Figlio dell’uomo e Figlio di Dio, uomo e Dio. Egli è venuto nel mondo: Dio che si fa uomo (cfr. Filippesi 2,6), e tornerà nella gloria perché l’uomo diventi Dio.
“Venire sulle nubi”: richiama il libro di Daniele 2,13 e si riferisce al fatto che il ritorno del Signore sarà accompagnato anche da un giudizio. Dio, per farsi conoscere, deve, coprirsi, velarsi. Si manifesta nella nube, perché la sua luce eccessiva accecherebbe l’uomo (noi, per vedere direttamente il sole, abbiamo bisogno di uno schermo ad alta protezione). Alla fine dei tempi, però, lo vedremo faccia a faccia.
“Egli manderà gli angeli”: richiama la spiegazione della parabola della zizzania nel Vangelo di Matteo 13,41-43. Ci dovrà essere una chiarezza e una separazione fra chi ha compiuto il bene e chi ha commesso il male.
- Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 29. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
Gesù dà una risposta poco esauriente riguardo al momento esatto in cui accadranno gli avvenimenti e dice, solamente, che gli sconvolgimenti della natura saranno il segnale della sua venuta.
I segni che preannunciano il ritorno di Cristo non devono spaventarci: il suo ritorno sarà un incontro, come quello dello Sposo e della sposa dell’Apocalisse 22,17.20: “Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta ripeta: «Vieni!». Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l’acqua della vita. Colui che attesta queste cose dice: «Sì, verrò presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù”.
- In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
L’evangelista Marco riporta la convinzione comune che la venuta del Signore fosse imminente. La prima comunità cristiana con il passare del tempo ha attenuato l’attesa. Attraverso le conoscenze scientifiche sappiamo che la creazione, come ha avuto un inizio, avrà anche una fine. La fede ci dice, però, che rimane eterno l’amore di Dio e noi in Lui vivremo per sempre.
- Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre”.
Abituati a calcolare ogni cosa e a voler conoscere ogni dettaglio degli avvenimenti, dobbiamo cambiare la nostra mentalità e affidarci alla mano potente di Dio che conduce la storia del cosmo, dell’umanità e di ognuno di noi ad un fine di salvezza e di gloria.
La paura degli eventi futuri dovrà essere superata dalla fiducia incondizionata nella fedeltà di Dio, che ci ama di amore infinito e che non si rassegna di perdere nessuno dei suoi figli, costati il sangue del Figlio Salvatore.
Non conosciamo il momento della ricapitolazione di tutte le cose, ma sappiamo di aver riposto la nostra speranza nel Creatore e Padre. Crescere nell’amore filiale, credere nella sua Presenza accanto a noi, fidarci ad occhi chiusi di Lui, che ci conduce nelle strade della vita, è ciò che dobbiamo fare per sorridere nel dolore, per illuminare il buio che ci circonda, per dare senso ai minuti che scorrono, per rendere un giardino il deserto del quotidiano, per attendere con grande anelito il momento dell’incontro: “Vieni Signore Gesù”.
Suor Emanuela Biasiolo
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- Dn 12, 1-3; Sal.15; Eb 10, 11-14. 18; Mc 13, 24-32
Mc 13, 24-32
Dal Vangelo secondo Marco
24In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
25le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
26Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
28Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
32Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 18 – 24 Novembre 2018
- Tempo Ordinario XXXIII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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