Monastero di Bose โ€“ Commento al Vangelo del 7 Novembre 2018

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โ€œUna folla numerosa andava con luiโ€ (v. 25). Lโ€™inizio di questo brano del vangelo sembra voler sottolineare il successo della predicazione di Gesรน, eppure lui il maestro seguito da folle numerose, non guardando al numero di quelli che lo seguono, pone delle esigenze molto dure e inequivocabili per chi vuol essere suo discepolo. Per tre volte egli indica chi non puรฒ essere suo discepolo (cf. vv. 26.27.33). Ci sono molti che seguono Gesรน e a volte in questa massa indistinta ci siamo anche noi, ma il Signore chiaramente fa capire che per essere discepoli autentici non basta essere tra la folla, cโ€™รจ un cambiamento radicale, una conversione che ciascuno di noi deve operare.

Queste esigenze sono delineate da Gesรน con parole dure che la traduzione cerca di addomesticare, ma forse dovremmo farci ferire, scandalizzare da questa espressione cosรฌ forte: โ€œSe uno non odia il padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelleโ€ฆโ€ (v. 26), accettando che possa determinare una reazione autentica nei suoi confronti, positiva o negativa che sia.

Gesรน parla delle relazioni piรน profonde che ci costruiscono e che costruiamo nella nostra esistenza. Ma a ben guardare egli non dice semplicemente di odiare il padre, la madre, le altre figure familiari, ma letteralmente leggiamo: โ€œSe uno viene a me e non odiaโ€ฆโ€, ponendo una condizione per la sequela. Le dinamiche familiari segnano nel bene e nel male la nostra vita, ma non possono essere la chiave interpretativa della nostra sequela del Signore o il modello delle nostre vite comunitarie. Al contrario Gesรน ci offre la possibilitร  di leggere tutta la nostra storia alla luce della relazione con lui, o se vogliamo nella sua ombra dato che come discepoli ci รจ chiesto di essere dietro a lui (cf. v. 27). Il complesso apparato di relazioni umane che, a volte senza che ne siamo consapevoli, finisce per schiacciare e immobilizzare il nostro cammino, assume luce e peso diversi.

Anche la nostra stessa vita, quando siamo arrotolati, avvinghiati su noi stessi, puรฒ divenire un peso che ci immobilizza, da tutto questo Gesรน ci vuole liberare, chiamandoci alla sequela, al cammino che ci fa andare avanti, non senza fatica, non senza assumere la propria personale croce, ogni giorno sottolinea Luca (cf. Lc 9,23), quale che sia questa croce visibile o meno, fisica, spirituale, psichica, affettiva o morale. Non possiamo liberarcene, ne possiamo far finta che non ci sia, questo implicherebbe cercare idoli, modelli da assolutizzare che ci impediscono di vedere con consapevolezza il nostro limite, lโ€™abisso che sovente ci separa dal modello.

Gesรน ci chiama seguirlo come discepoli su un cammino di liberazione che ci fa โ€œessereโ€ prima ancora che โ€œfare โ€œ o โ€œ avereโ€, ci fa essere suoi discepoli, ci fa essere quel sale che dร  sapore alla vita, alle relazioni, alla terra che abitiamo.

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La necessitร  della rinuncia ai beni รจ spiegata con due parabole che parlano di azioni grandi che richiedono forza e determinazione: costruire una torre e andare in guerra, ma tutto dice Gesรน รจ sempre subordinato a una riflessione, a un discernimento sui propri mezzi e limiti. Tra la dinamica del camminare dietro a Gesรน e questo sedersi per valutare(cf. vv. 28.31) cโ€™รจ quasi una tensione. รˆ il luogo del cuore, dello stare con noi stessi, in un silenzio assordante di voci noi possiamo scegliere di seguire il Signore senza lasciarci imbrigliare dalle paure, dalle storie ferite, dalla durezza che in misura diversa la vita riserva a tutti. Ma proprio il mettersi in cammino รจ giร  in sรฉ la possibilitร  di fare la pace con tutto ciรฒ che dentro di noi ci paralizza e ci fa paura.

รˆ un cammino difficile non scontato, gli inizi sono pieni di speranze ,ma lungo il cammino la meta scompare nella nebbia, e si ricomincia ogni giorno tra lโ€™inizio e il compimento perchรฉ come canta un poeta contemporaneo:

โ€œIn mezzo cโ€™รจ tutto il resto.
E tutto il resto รจ
Giorno dopo giornoโ€ฆ
Silenziosamenteโ€ฆ
Costruireโ€ (N. Fabi).

fratel Nimal

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Lc 14, 25-33
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesรน. Egli si voltรฒ e disse loro:
ยซSe uno viene a me e non mi ama piรน di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non puรฒ essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non puรฒ essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non รจ in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: โ€œCostui ha iniziato a costruire, ma non รจ stato capace di finire il lavoroโ€.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se puรฒ affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre lโ€™altro รจ ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Cosรฌ chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non puรฒ essere mio discepoloยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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