Il commento alle letture del 6 Novembre 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
BEATO CHI PRENDERÀ CIBO NEL REGNO DI DIO!
Fil 2,5-11; Sal 21; Lc 14,15-24
Nel regno dei cieli si entra per invito. Si tratta però di un invito particolare, speciale. Si deve lasciare, abbandonare ogni precedente occupazione e recarsi nella sala del banchetto. Possiamo paragonare l’invito alle nozze alla vocazione di Abramo, Mosè, gli Apostoli del Signore. Il distacco con il prima è totale, senza più alcun legame.
Il Signore disse ad Abram: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran (Gen 12,14).
Mosè partì, tornò da Ietro suo suocero e gli disse: «Lasciami andare, ti prego: voglio tornare dai miei fratelli che sono in Egitto, per vedere se sono ancora vivi!». Ietro rispose a Mosè: «Va’ in pace!». Il Signore disse a Mosè in Madian: «Va’, torna in Egitto, perché sono morti quanti insidiavano la tua vita!». Mosè prese la moglie e i figli, li fece salire sull’asino e tornò nella terra d’Egitto. E Mosè prese in mano il bastone di Dio (Es 4,18-20).
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio» (Lc 9,57-62).
Chi vuole prendere cibo nel regno di Dio è chiamato a lasciare i suoi pensieri per assumere i pensieri di Dio. Deve svestirsi della sua volontà per vestirsi della volontà di Dio. È invitato ad abbandonare il suo cuore di pietra lasciandosi ogni giorno fare il cuore nuovo. Gli invitati da Dio sono ancorati al prima. Rimangono nel prima. Non passano nel dopo. Chi rimane nel prima mai potrà avere il dopo. Si lascia e si entra. Si abbandona e si arriva. Se non si abbandona, non si lascia, mai si potrà arrivare.
Il Signore non vuole che la sala rimanga vuota. Manda i suoi servi a chiamare ogni uomo, di ogni condizione. Al Signore non importa il prima. A Lui importa che il suo invito venga accolto. È questa la vera grandezza del nostro Dio. Il prima senza di Lui è sempre senza verità. È Lui che dona verità al nostro dopo. Accogliendo il suo invito, l’uomo entra nella sua verità. Si è sempre cattivi amministratori dei misteri di Dio quando si vuole un prima di verità per entrare nella sala del convito, che per noi è il Vangelo, mentre siamo sulla terra. Dal Vangelo si passa poi nella luce eterna.
Uno dei commensali, avendo udito questo, gli disse: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
Oggi si vuole che il prima senza Vangelo rimanga anche dopo che si è nel Vangelo. Questo è impossibile. Il prima è sempre senza Vangelo. Il dopo sempre nel Vangelo.
Vergine Fedele, Angeli, Santi, aiutateci a portare la nostra vita tutta nel Vangelo.