Esegesi e commento al Vangelo di Domenica 4 Novembre 2018 – p. Rinaldo Paganelli

NON SEI LONTANO DAL REGNO

p. Rinaldo Paganelli

Amerai il Signore Dio tuo

L’Alleanza che Dio stringe con Israele è fondata sull’amore e sul rispetto della leggi che il Signore ha dato. Osservando queste leggi si rimane nell’amore perché «sia lunga la tua vita» (v. 2). Dio chiede ad ogni israelita di trasmettere l’amore per l’osservanza dei Comandamenti ai propri discendenti, da padre in figlio. L’invito ad ascoltare e a mettere in pratica le leggi del Signore è un atto d’amore in quanto questa esortazione viene data perché Israele sia felice nella Terra Promessa, dove «scorre latte e miele». Dio vuole che le sue parole siano salde nel cuore del popolo. Per questo la fede ebraico-cristiana si alimenta attraverso una continua memoria dell’amore del Signore, che ha il suo culmine nella liturgia. A chi gli chiede quale sia il Comandamento più grande, Gesù risponde con la stessa espressione che libro il Deuteronomio ci propone in questa domenica (v. 5). Usa le parole iniziali della più importante preghiera ebraica, che dicono la rivelazione posta a fondamento della fede ebraico-cristiana: Dio parla agli uomini e dunque il primo atto d’amore nei suoi confronti è ascoltarne la Parola. Iniziando così a rispondere alla domanda che gli è stata posta, Gesù si pone in profonda continuità con la legge antica consegnata a Mosè.

L’amore nasce spontaneamente

I Comandamenti si uniscono in due soli, amare il Signore Dio tuo con tutte le tue forze e amare il prossimo tuo come te stesso (nemici compresi). Queste verità stanno dentro una parola che le annuncia: «Ascolta Israele». Parola che è stata chiarita e «fatta» più reale da Gesù. Come è possibile che, amare, sia oggetto di un Comandamento? L’amore deve nascere spontaneamente, altrimenti non è amore. Occorre fare a questo proposito almeno due considerazioni. Dio ordina di amare perché l’amore di cui si tratta qui non è quello che solitamente chiamiamo amore. Il modello che ci è offerto è quello dell’obbedienza del Figlio il cui amore va fino a dare la vita. La misura dell’amore è la morte. È un amore che non lascia spazio per qualunque altra cosa, è totale, infinito. Non rientra cioè nelle nostre capacità e tanto meno nella nostra spontaneità. È l’amore impossibile.

Consegnato il comando di amare

In secondo luogo, il fatto che Dio consegni al suo popolo il Comandamento di amare ci deve dare speranza. Dio, con il Comandamento offre anche la capacità di amare. È proprio quello che fa quando ci inserisce, mediante il Battesimo, nella morte di Cristo e nel suo amore, e quando ci dà per cibo il corpo e il sangue del Figlio. Per amare come Dio ce lo ordina, non dobbiamo contare su noi stessi, ma sulla potenza di Dio che è stata deposta in noi, ecco ciò che significa il fatto che l’amore per Dio e per il prossimo diventi per noi un Comandamento. Il Signore, Gesù, signore della storia e della nostra vita, comanda a noi di corrispondere al suo amore, con tutto il cuore, l’anima, la mente e le forze. In questo Comandamento, non c’è la necessità di mettere in gioco solo la nostra persona, ma come sempre Lui sa fare, ci apre una possibilità di stare nel mondo trasformandolo con la sua presenza in noi. Mettere il Signore al primo posto ci permette di entrare in una relazione d’amore speciale con Lui, e il sentirci amati ci fa vivere da amati e da innamorati.

Cristo Gesù garante dell’amore

Allora l’amore verso i fratelli non sarà semplice filantropia, ma riflesso dell’amore suo. Sarà un amore che non pretende, ma dona e nel momento in cui dona riceve il centuplo. Sarà un amore umile che desidera solo di potersi esprimere, un amore che perdona, che raggiunge ogni persona, ma anche ogni realtà e allora anche le cose si fanno voce, canto, preghiera. Tutto ciò si realizza perché, come ricorda la seconda lettura, nella persona di Gesù, il sacerdote e la vittima coincidono. Egli è il garante della Nuova Alleanza. La sua offerta non si rinnova di anno in anno, come succedeva per i sacerdoti dell’Antico Testamento, ma è avvenuta una volta per sempre ed ora Egli è posto come sacerdote in un Tempio nuovo non fatto da mani d’uomo. È Dio stesso che si sacrifica per l’uomo, è Dio il vero sacerdote, è Dio la vera vittima che, offerta, salva e libera l’uomo, una volta per tutte e lo rende capace di un’amore che non ha limiti.

PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO

  • Che cosa chiede Cristo Gesù con il Comandamento dell’amore?
  • Cosa puoi donare in modo pieno di te?

IN FAMIGLIA

In questa settimana mettiamo in atto gesti d’attenzione e d’amore non solo all’interno della famiglia, ma soprattutto negli ambiti di vita.
Al termine della settimana ricordiamo quelli più intensi e li condividiamo per rendere grazie a chi ci ha regalato capacità di attenzioni vere e profonde.

p. Rinaldo Paganelli

Tratto da: Stare nella domenica alla mensa della Parola, Anno B – ElleDiCi | Fonte

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