Monastero di Bose – Commento al Vangelo del 31 Ottobre 2018

“Gesù indurì il suo volto e si mise in cammino verso Gerusalemme”, annota il Vangelo di Luca (Lc 9,51). Lungo questo cammino che attraversa città e villaggi, Gesù insegna e annuncia la gioiosa notizia del vangelo. Spesso incontra l’incomprensione e il rifiuto. Gli abitanti di un villaggio della Samaria non lo accolgono, ma anche i discepoli mostrano di non averlo accolto quando chiedono quale risposta al rifiuto di quei samaritani: “Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?”. Ma Gesù non è venuto a condannare il mondo, è venuto a salvarlo. È il buon samaritano, il buon pastore, la misericordia di Dio che si è fatta vicina a ogni umana miseria. Ed ecco che, lungo il suo cammino, gli viene posta una domanda: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Era un problema dibattuto nei circoli dei rabbini, degli studiosi della legge di Dio; è un problema da sempre dibattuto dalla chiesa: chi e a quali condizioni va in paradiso, chi all’inferno; si è giunti anche a parlare di purgatorio… E spesso la questione dell’inferno, di un giudizio ultimo di condanna è posta in astratto, è un luogo in cui ci vanno… gli altri! In verità, dice un padre della chiesa orientale, non si specula sull’inferno, si prega perché tutti siano salvati e si lotta per entrare attraverso la porta stretta. Convinti che la misericordia di Dio è più grande di ogni nostro peccato, alcuni santi non esitavano a pregare anche per il demonio.

“Nella casa del Padre mio, ha detto Gesù, ci sono molti posti” (Gv 14,2). Non si merita la salvezza, ma certamente vivere il vangelo nella nostra vita quotidiana comporta una lotta: “Lottate (agonísesthe) per entrare attraverso la porta stretta” (v. 24). Occorre dire dei “no” all’amore di sé per dire di “sì” all’amore per il Signore e per gli uomini e le donne che incontriamo lungo il nostro cammino. È una lotta che rinvia a quella di Gesù nel Getsemani (Lc 22,44: “entrato in agonía”).

Qual è il senso della domanda posta a Gesù sul numero di quelli che si salvano? Gesù a questa domanda non risponde. Si rivolge direttamente ai suoi interlocutori ricordando loro la serietà e la responsabilità nell’accogliere il vangelo. Ci si può illudere di avere il diritto di entrare nel Regno; forse non siamo più così ingenui da pensare di meritarlo con le nostre opere, però in fondo al cuore ci rassicuriamo perché abbiamo partecipato a tante liturgie eucaristiche (“Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza”) e abbiamo letto e ascoltato la parola di Dio (“e tu hai insegnato nelle nostre piazze”). Dice Agostino commentando questo passo del Vangelo di Luca: “Lo so, siete numerosi a sentire, ma pochi a obbedire”. E un padre della chiesa d’oriente, Gregorio di Nazianzo, in una sua omelia dice a proposito di chi si sente autorizzato e inviato a convertire gli altri: “Ripetono due o tre frasi imparate a memoria per averle sentite dire da altri … e su di esse fondano la propria autorevolezza. La sapienza che a tutto presiede, che in se stessa riassume e contiene tutto ciò che vi è di bello, a tal punto che Dio stesso si compiace di ricevere tal nome, la riteniamo realtà così banale e priva di consistenza da credere che basti pensarsi sapienti per esserlo veramente?” (Discorsi 2).

“Non so di dove siete”: parole severe che fanno pensare alla pagina di Matteo sul giudizio ultimo (cf. Mt 25,31-46). Diceva un monaco: “Meglio un versetto vicino che mille lontani”; meglio conoscere un solo versetto del vangelo e metterlo in pratica piuttosto che conoscere tutta la Scrittura, forse anche predicarla e non metterla mai in pratica nelle nostra vita.

sorella Lisa della Lc 13, 22-30

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Lc 13, 22-30
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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