Da dove la visione stereotipata di una fede che anestetizza, che imbambola, che spegne? Una fede che non fa del male a nessuno, che placa la coscienza, che ottunde il pensiero?
Da dove viene quella visione perbenista e paciera del cattolicesimo? Non dal vangelo, certamente. Non da questo vangelo. Vangelo che inquieta, che si vorrebbe cancellare, che si relegherebbe volentieri nelle pagine eccessive.
Quindi Gesù è venuto a portare il fuoco sulla terra, leggete bene.
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Un fuoco che consuma, che divora, che illumina, che riscalda. Non una tisana tiepida per far passare il raffreddore! Un fuoco di passione che spezza i finti legami, che ridimensiona gli idoli della cultura e dell’inconscio.
Un fuoco che non si estingue. Siamo talmente abituati a vivere una fede senza sussulti, senza emozioni, che ci scordiamo del fatto che la nostra appartenenza a Cristo nasce da un incontro strabiliante, pieno di amore, di fascinazione!
Lasciamolo divampare questo fuoco, lasciamo che tutti ci prenda e ci consumi, che tutto ci avvolga! Allora la nostra anima diverrà una torcia che illumina chi ci sta accanto!
VANGELO DEL GIORNO
Lc 12, 49-53
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.