Il commento alle letture del 23 Ottobre 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
CON LE VESTI STRETTE AI FIANCHI
Ef 2,12-22; Sal 84; Lc 12,35-38
Gesù vede il cristiano come se la sua vita sulla terra fosse una perenne celebrazione della Pasqua. La notte della liberazione i figli d’Israele dovevano mangiare l’agnello. Lo mangiavano in piedi, in tenuta da viaggio, pronti anche a lasciare ogni cosa sulla tavola, non appena il Signore avesse dato l’ordine di lasciare la terra della schiavitù. Il lievito, che è segno di attesa, veniva tolto della case. Quando il Signore passa, subito si deve lasciare ogni cosa e mettersi in viaggio. L’ora è stabilita solo da Dio.
Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco, con la testa, le zampe e le viscere. Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato, lo brucerete nel fuoco. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore! In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto (Es 12,3-13).
Nessuno pensa e forse neanche sa che la nostra Eucaristia è celebrata con pane azzimo. Non abbiamo tempo per attardarci nelle cose di questo mondo. Bisogna essere pronti. Sempre in tenuta da viaggio. Quando il Signore verrà, dobbiamo essere pronti per andare con Lui nel suo cielo eterno. Se Lui verrà e ci troverà non pronti, non potrà portarci con Lui nel suo paradiso. Questa verità oggi non esiste più. È considerata un residuo di un modo di vedere le cose che ormai è ben superato. Contro tutta la rivelazione, senza più alcun riferimento ad essa, i discepoli di Gesù si sono fatti paladini di una predicazione nuova. In forte contrasto, in contraddizione, in negazione del Vangelo e di ogni altra Parola di Dio, essi gridano al mondo intero che non ci sarà alcun giudizio di Dio. Non c’è alcun inferno. Tutti saranno abbracciati dalla misericordia del Padre e condotti nel suo regno eterno. Diviene così inutile stare con le vesti strette ai fianchi e le lampada accese. Che uno dorma o che stia sveglio, che sia buono o sia cattivo, sia credente o non credente, sia cristiano o non cristiano, sia fedele o non fedele al Vangelo, a nulla serve. Tutti saranno accolti nella luce di Dio.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Sapendo questo, Gesù ci ha messi in guardia. Ci ha detto di fare attenzione per non essere travolti dalla falsa profezia. Ma cosa è la falsa profezia e come possiamo conoscerla? Ogni parola che contraddice in poco o in molto la Parola di Gesù, è falsa profezia. Falsi profeti sono tutti coloro che dicono che non c’è giudizio di Dio, non c’è inferno, non c’è bisogno di credere in Cristo per essere salvati. Falsi profeti sono tutti coloro che negano l’obbedienza al Vangelo come unica e sola via di vera salvezza sulla terra e nei cieli. Sarebbe sufficiente dire a tutti i falsi profeti: “Cristo non pensa come te. Il suo Vangelo non parla come parli tu. Io sto con il Vangelo”.
Vergine Purissima, Angeli, Santi, aiutateci a stare sempre con Gesù, con la sua Parola.