Gesù si rivela come “Io sono”

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«Gesù cammina sulle acque». Come nella Bibbia Dio mostra il suo dominio sulle forze della natura (fuoco, vento, tempesta), così Gesù rivela lo stesso potere camminando sulle acque del mare in tempesta. Gesù va incontro ai discepoli impauriti e a Pietro che dubita, e li rassicura: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!» (Mt 14,27).

Questa particolare rivelazione che Gesù fa di se stesso («Io Sono»), ci riporta alla rivelazione del nome di Dio, come appare in Es 3,14-16: «Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono”. E aggiunse: Così dirai agli Israeliti: “Io sono mi ha mandato a voi”… Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione».

Attribuendo alla sua persona questo titolo, Gesù esprime la consapevolezza di essere uguale al Padre («Io e il Padre siamo una cosa sola»; Gv 10,30) e di essere lui stesso Dio («Chi ha visto me ha visto il Padre»; Gv 14,9).
A volte questo titolo appare nella formulazione «Sono io», come in Mt 14,27: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Nel Vangelo secondo Giovanni, invece, è sempre presente sulle labbra di Gesù la formulazione «Io Sono».
Essa ricorre con una particolare frequenza nel capitolo 8 di questo Vangelo: «Se non credete che Io Sono – dice Gesù ai suoi avversari – morirete nei vostri peccati» (Gv 8,24); «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo – dice ancora agli stessi – allora conoscerete che Io Sono» (Gv 8,28). E, rivolgendosi sempre a loro, afferma: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse Io Sono» (Gv 8,58).

L’espressione «Io Sono» non va compresa in senso astratto, intellettualistico, ma come la piena partecipazione di Dio alla nostra umanità, cui dona la sua salvezza.

Don Primo Gironi, ssp, biblista