L’Invidia è l’espressione maggiore del peccato dell’uomo. Non dimentichiamo che Matteo scrive che per invidia Gesù fu condannato a morte. L’invidia consiste nel rattristarsi del bene che uno vede in un altro. Nella prima lettura vediamo Giosuè geloso perchè altri profetizzano. Lo stesso atteggiamento è dei discepoli del Vangelo. Far tacere , monopolizzare il bene, in breve , impedire all’altro di esistere, bloccarlo.
Prendere all’altro quello che possiede, l’invidia e l’avarizia sono collegate. Questo può aiutarci a fare un esame di coscienza senza fermarci là. Dall’invidia alla lode. L’invidia è il contrario della lode che esprime la gioia di trovare del bene nell’altro. La lode è sacrifico (da dove l’espressione biblica “sacrificio di lode”) perché mette in comunione con Dio che è Colui che dona, Colui che si unisce al bene dell’uomo.
In Gen 3 Dio è accusato di voler conservare gelosamente per sè la sua condizione divina. Così nasce l’immagine di un Dio perverso. Ma Dio non può lasciarci alla nostra invidia. E come ci conduce alla lode? Sottomettendosi alla nostra invidia, venendo a soddisfarci e a camminare con noi su cammino della nostra diffidenza omicida. Sicuramente, non per farsi complice, ma per fare, se si può dire , la dimostrazione che Egli è amore utilizzando il nostro stesso male. E’ la Pasqua di Cristo che è la sorgente della nostra stessa lode perché in essa è evidente che il nostro peccato ha sbagliato colpo e Dio è sempre vivente e ci dona sempre la vita.
Il sacrificio di lode. Ciò che fa il sacrificio, secondo una classica definizione di sant’Agostino, non è la sofferenza o la distruzione di una cosa ma la comunione con Colui che è l’amore e la vita. Infatti per aderire alla vita è necessario rinunciare a ciò che in noi è complice con la morte. Per aderire all’amore è necessario mettere a morire tutto ciò che in noi vuole uccidere (l’invidia, la gelosia ecc).
La lode ci spoglia perchè noi portiamo il nostro sguardo su ciò che di bene è nell’altro per cui d’altra parte la perdita, lo spogliamento se non costituisce il sacrificio ne è la conseguenza necessaria, la condizione. Qui ritroviamo la seconda parte del nostro Vangelo. Un testo duro ma che ci dice dove deve andare il nostro desiderio: se noi vogliamo la vita non possiamo voler allo stesso tempo la morte.. La vita è più del nutrimento, il corpo più del vestito. Ciò che nel cristianesimo si chiama ascesi non è il culto del sacrificio” ma un culto della vita.
La vita ad ogni costo. Il culto della vita è uno: io non posso volere la vita in me senza volere allo stesso tempo anche gli altri. “Fossero tutti profeti nel popolo del Signore” (2 lettura) E’ fatto: Lo Spirito si spande su ogni carne. “I vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno” (Gioele 2,28).
Commento a cura di mons. Giuseppe Mani dal sito www.giuseppemani.it
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XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- Nm 11, 25-29; Sal.18; Gc 5, 1-6; Mc 9,38-43.45.47-48
Chi non è contro di noi è per noi. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala.
Mc 9,38-43.45.47-48
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 30 Settembre – 06 Ottobre 2018
- Tempo Ordinario XXVI
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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