NON GLIELO IMPEDITE
Il bene è sempre da accettare
Il Signore aveva dato ai suoi apostoli il potere di guarire gli ammalati, di cacciare i demoni. Un giorno incontrarono uno che faceva le stesse cose e glielo vietarono. Gesù li rimproverò perché chiunque fa il bene non può essere contrario a Lui. La stessa cosa aveva fatto Giosuè con due che non appartenevano al gruppo dei settanta anziani. Mosè rimproverò Giosuè per la sua gelosia ed esclamò: «Volesse il cielo che tutti profetassero». Sembra ovvio che il bene, da qualunque parte venga, debba essere accettato. Invece spesso il bene è rifiutato perché non è compiuto da persone del nostro gruppo. Cristo Gesù con l’incarnazione e la sua morte sulla croce si assimila a tutta l’umanità e dunque ad ogni uomo e donna della terra. Per questo, in ogni uomo e donna è possibile una relazione misteriosa e profonda con l’uomo Gesù Cristo. Quindi: «non glielo impedite…». Dio ha dato a tutti la libertà di fare il bene, qualunque luogo abitino e a qualunque popolo appartengano (At 10,35). Una volta stabilito che il vero metro di riferimento è Cristo Gesù, la comunità cristiana è chiamata ad allargare i suoi confini, e a considerare come suoi figli tutti coloro che in qualche modo vivono il mistero del Signore, fosse anche un frammento della loro vita. Siamo così invitati ad aprire la mente e il cuore alla misura di Lui.
Lasciarsi beneficare da tutti
Il criterio di appartenenza alla comunità per Gesù è larghissimo, non chiede neppure che uno faccia una cosa buona, basta che non faccia qualcosa di cattivo contro la comunità, basta che non sia d’ostacolo ed è con noi. C’è però un limite: riconoscere che gli apostoli sono di Cristo. Da questo deriva il discorso sul bicchiere d’acqua, i discepoli non sono più solo testimoni, ma beneficiari di un gesto di amore. Quindi i discepoli di Gesù devono essere ultimi di tutti e servitori di tutti (Mc 10,35), devono accogliere tutti come si accoglie un bambino (Mc 10,37), non devono respingere chi non sembra ancora pienamente unito a loro (Mc 10,39-40), e devono lasciarsi visitare e beneficare da chiunque, perché «se uno avrà dato loro anche solo un bicchiere d’acqua perché sono di Cristo, non perderà la sua ricompensa».
Rimuovere gli scandali
Il v. 41 stabilisce il limite oltre il quale non si può andare: riconoscere chi è di Cristo. Essere discepoli vuol dire appartenere a Lui, stare nel gruppo e seguire insieme al gruppo Gesù. Testo delicato dove i due criteri, quello dei divieti e quello dell’accoglienza sono messi in contrasto. Anche se si è accoglienti, può esserci nella comunità chi porta scandalo dall’esterno ai piccoli (credenti). Gli scandali vanno rimossi. Se uno è motivo di scandalo è meglio che si suicidi. Cristo Gesù sta dicendo una cosa molto grave. Poi il discorso si estende in altra direzione, Gesù si riferisce ai rapporti interni alla comunità e allude a quegli ostacoli che scandalizzano.
Quando essi sono un impedimento dentro di me vengono a pesare sugli altri.
Vivere di umiltà
Gesù parla della mano, del piede, dell’occhio. La mano è quella parte del mio corpo con cui accarezzo, dono e perdono. È però anche quella con cui mi approprio dei beni, quindi segno della mia avidità, del desiderio di impossessarmi delle cose. Il piede è il segno con cui corro verso gli altri, ma anche il simbolo del dominio, della superiorità, dello schiacciare gli altri. E infine l’occhio, attraverso cui contemplo, guardo le persone che mi circondano, che posso vedere come fratelli o come strumenti che piego ai miei interessi. Solo se togliamo tutti questi ostacoli che simbolicamente sono nella mano, nel piede, nell’occhio, ma che in verità sono barriere che si innalzano dentro di me, l’amore di Dio sarà libero di diffondersi per trasformare la storia. Lo stile della comunità cristiana è poi ben descritto nella lettera di Giacomo dove si parla di pazienza, non arroganza, non uso del potere, ma spirito di sottomissione e di umiltà. Giacomo denuncia la miseria della Chiesa di allora. Per questo augura che le ricchezze divengano marce, che il denaro venga distrutto dalla ruggine. Quando la parola del profeta è stata detta, troverà modo di realizzarsi. (Gc 5,5).
PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO
- Il bene fatto da chi non appartiene al nostro gruppo come lo accogliamo?
- Che facciamo per togliere gli ostacoli all’incomprensione degli altri?
IN FAMIGLIA
Il bene può essere fatto da tutti, e per ognuno c’è la possibilità di esprimere e realizzare cose importanti.
Ci sono però inevitabili incomprensioni: non si vogliono ascoltare le cose vere, si rifiutano consigli giusti.
Dedichiamo un po’ di tempo per fare silenzio dentro di noi e dare ascolto alle sollecitazioni che invitano a cambiare per essere migliori.
Tratto da: Stare nella domenica alla mensa della Parola, Anno B – ElleDiCi | Fonte
[amazon_link asins=’8810613015,B00G33C812,8801054459,8801056818,8810621204,8810621409′ template=’ProductCarousel’ store=’ceriltuovol04-21′ marketplace=’IT’ link_id=’f7477e54-bf3c-11e7-a460-f1aec9ea1733′]
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 30 Settembre 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Verde
- Nm 11, 25-29; Sal.18; Gc 5, 1-6; Mc 9,38-43.45.47-48
Chi non è contro di noi è per noi. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala.
Mc 9,38-43.45.47-48
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 30 Settembre – 06 Ottobre 2018
- Tempo Ordinario XXVI
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO