Il commento alle Letture di domenica 16 Settembre 2018, a cura di don Claudio Doglio.
Trascrizione automatica del video
[accordions]
[accordion title=”Testo da YouTube” load=”hide”][Musica] nella ventiquattresima domenica del tempo ordinario arriviamo nella lettura del vangelo secondo marco al punto di svolta è il passo centrale del vangelo quando avviene un cambiamento decisivo termina la prima parte e inizia la seconda la prima parte era finalizzata a mostrare da dove è venuta l’affermazione che gesù è il cristo la seconda parte deve contenere la formazione dei discepoli affinché comprendano bene in che cosa consiste essere il cristo il figlio di dio che dà la vita al termine dunque della prima parte in cui si è narrata una serie di vicende in cui gesù ha mostrato fortemente la sua autorevolezza messianica e gli chiede ai discepoli allora avete capito chi sono io le opinioni degli altri sono vaghe ripetono semplicemente il passato uno dei profeti di una volta pietro ha il coraggio di dire tu sei il cristo e qui troviamo la prima grande professione di fede nell itinerario che l’evangelista marco vuole far percorrere ai catecumeni romani per cui scrive gesù è il cristo vero ma non sufficiente gesù ordina ai discepoli se veramente di non parlare di lui ad alcuno non è sufficiente riconoscere che gesù è il cristo per poter aderire a lui è necessario comprendere bene in che cosa consista fare il messia e cominciò a insegnare loro il verbo cominciare rivela che qui c’è un inizio è l’inizio della seconda parte una parte più didascalica in cui gesù insegna ai discepoli che il figlio dell’uomo cioè lui stesso dovrà soffrire ed essere rifiutato dalle autorità di israele fino al punto da venire ucciso ma annuncia anche dopo tre giorni risorgerò gesù lo dice apertamente ma i discepoli non lo capiscono non lo vogliono capire non riescono ad accettarlo non rientra nella loro mentalità che un messia possa essere trattato così fino alla morte pietro lo prende in disparte e cerca di fargli cambiare idea la professione di fede di pietro non era ancora un abbandono fiducioso in gesù non c’era poi quella grande fiducia in lui se pensa che stia sbagliando pietro rimproverà gesù invitandolo a non dire nemmeno cose del genere ma gesù non si lascia bloccare dice al discepolo mettiti dietro di me satan termine satan è un nome comune in ebraico e indica colui che fa un ostacolo che mette i bastoni fra le ruote non mi essere d’inciampo mettiti dietro non davanti non ostacolare il mio cammino impara da me se vuoi essere mio discepolo vienimi dietro e impara la mia strada ecco l’inizio della catechesi dei discepoli sono discepoli coloro che vanno dietro a gesù e imparano a pensare a volere ad agire come gesù non quelli che gli insegnano la strada che pretendono da lui che faccia quello che vogliono loro la prima lettura ci propone un brano del poema del servo sofferente tratto dal libro del profeta isaia questa volta dalla seconda parte del rotolo quella appunto che si chiama il secondo isaia all’interno di questa sezione sono contenuti dei poemi identificati come i canti del servo quello che ci ha proposto al capitolo 50 è un testo in prima persona singolare quindi ha il tono autobiografico in prima istanza era il profeta stesso che narrava la propria esperienza dolorosa questo profeta anonimo che guidò il piccolo resto di israele in esilio a babilonia ebbe a soffrire molto da parte della autorità politica babilonese la polizia lo tenne d’occhio lo arrestò lo torturò lo processò lo condannò lo eliminò e lui in questo momento di passione ha lasciato memoria della propria testimonianza eroica il signore dio mi ha aperto le orecchie in qualche modo c’è un collegamento con quello che abbiamo meditato domenica scorsa cioè mi ha fatto capire quello che voleva io non opposto resistenza non mi sono tirato indietro avendo ascoltato quello che il signore mi proponeva ho presentato il mio dorso ai flagellatori la mia guancia coloro che mi strappavano la barba non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi noi siamo talmente abituati ad ascoltare questo testo che ci viene proposto ogni anno la domenica delle palme nella passione del signore che ci sembra di sentire direttamente la voce di gesù dietro a queste parole ma non dimentichiamoci che invece sono state scritte 500 anni prima di gesù da un profeta che parlava di sé cioè un uomo che per essere fedele a ciò che il signore gli aveva chiesto è stato trattato malissimo da altre persone che lo hanno frustato gli hanno strappato la barba ayane sputato in faccia l’hanno umiliato offeso ma lui resiste il signore dio mi assiste non resto svergognato prendo la mia faccia dura come pietra sapendo di non rimanere deluso chi mi difende è vicino è il signore che mi fa giustizia chi avrà il coraggio di accusarmi il signore mi assiste chi potrà dimostrarmi colpevole di fatto questo profeta viene ucciso e la sua vicenda personale diventerà profetica i discepoli lo ricorderanno come un sant’uomo figura ideale del giusto sofferente figura del messia e gesù applica a sé proprio questa caratteristica del servo sofferente in quanto messi a gesù dice a pietro e agli altri io sto per presentare il dorso ai flagellatori e la faccia quelli che mi strapperanno la barba ma resisterò mi uccideranno ma non sarà l’ultima parola questa è la strada proprio perché il signore mi ha aperto l’orecchio e io non mi sono tirato indietro finirò male e voi miei discepoli seguitemi su questa strada i discepoli rispondono con il versetto del salmo responsoriale camminerò alla presenza del signore nella terra dei viventi il salmo 114 fa parte della len pasquale è una preghiera che viene recitata durante la cena pasquale ebraica è un singolo che parla ma in qualche modo è un personaggio collettivo e il popolo stesso che dice amo il signore perché ascolta il grido della mia preghiera ha teso l’orecchio verso di me nel giorno in cui lo invocavo gli stringevano funi di morte ero preso nei lacci degli inferi ma il signore mi ha liberato ha liberato la mia vita dalla morte camminerò alla presenza del signore nella terra dei viventi è la testimonianza del cristo che affronta la passione sicuro di raggiungere la terra dei viventi nella seconda lettura ascoltando ancora lo scritto dell’apostolo giacomo ci viene proposto il dilemma fra fede e opere è un testo che sembra in contrasto con molti passi paolini ma in realtà giacomo voleva criticare cattivi interpreti di san paolo cioè persone che ritenevano bastasse solo la fede teorica senza una vita vita concretamente buona quindi giacomo non contesta paolo ma integra e completa paolo parla di una fede iniziale come punto di salvezza che viene da dio già come invece parla di una fede come conoscenza delle verità da credere non basta questo è necessario che la fede diventi vita piena di opere buone ed è quello che san paolo ha sempre raccomandato ai suoi lettori un impegno concreto nel bene non basta parlare di fede è necessario che queste parole diventino vita per essere autentici discepoli dobbiamo seguire gesù concretamente nei fatti e nella verità giorno per giorno [Musica][/accordion]
[/accordions]
[better-ads type=”banner” banner=”84722″ campaign=”none” count=”2″ columns=”1″ orderby=”rand” order=”ASC” align=”right” show-caption=”1″][/better-ads]
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 9 Settembre 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Verde
- Is 35, 4-7; Sal.145; Gc 2, 1-5; Mc 7, 31-37
Fa udire i sordi e fa parlare i muti.
Mc 7, 31-37
Dal Vangelo secondo Marco
31Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. 32Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». 35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 09 – 15 Settembre 2018
- Tempo Ordinario XXIII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO