Il commento al Vangelo di domenica 2 settembre 2018, a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.
LA LEGGE DEL CUORE
I dieci comandamenti, che sono per noi la legge di Mosè, affermano che l’amore per Dio è al primo posto e che esso si manifesta nell’amare i fratelli, cioè il prossimo. Il precetto è uno strumento con il quale noi siamo orientati verso il vero fine delle nostre azioni. Per fare un esempio: qual è lo scopo di andare a messa almeno alla domenica? Uno solo: incontrare Gesù! Quando si ama qualcuno, volentieri si sta con lui. Per educare a comportarsi bene ci sono i precetti. Andare a messa la domenica è uno di quelli.
Quando ero bambino il sacerdote portava il calice sull’altare coperto da un drappo e si diceva che se arrivando in chiesa in ritardo il calice non era ancora scoperto la messa era valida, viceversa no. Guardando la cosa dal punto di vista del Signore ci accorgiamo che è di uno squallore agghiacciante. Per capire pensiamo ad un genitore che ama suo figlio. Non c’è un monte ore da dedicargli superato il quale ci si dimentica di lui, né si distingue se un abbraccio vale se fatto con due o con un braccio solo. Se dunque quando vado a messa la mia preoccupazione è il precetto non metto Gesù al centro, ma solo la preoccupazione per un obbligo esteriore.
Se invece vado in chiesa per incontrare il Signore che amo, tutto passa in secondo piano come deve essere. Importa relativamente se fa caldo o freddo, se il prete è più o meno noioso, se la celebrazione è solenne o essenziale. È chiaro che se le condizioni al contorno sono migliori sarò facilitato, ma ciò che è periferico non deve diventare centrale. È questa attenzione eccessiva alla prescrizione della legge che fa indignare Gesù. Per i farisei sembra che la legge non sia un mezzo per arrivare a Dio, ma che anzi sia più importante di Lui. Secondo la dottrina cattolica la rivelazione ha due fonti: la scrittura e la tradizione. Quest’ultima ci collega con i padri e le radici della fede, ma è per sua natura in evoluzione insieme alla vita della chiesa.
Non possiamo dunque farne qualcosa di intoccabile o addirittura di più importante del comandamento di Dio, come Gesù rimprovera ai farisei. Una fede autentica si fonda sull’amore e dunque il cuore deve essere puro. Il legalismo farisaico si preoccupa di osservare il precetto esteriore, come se questo fosse sufficiente, ma il Signore legge i nostri cuori e sa quali sono le intenzioni di ciascuno. Se lo Spirito Santo prende dimora nel cuore, come dice San Paolo, allora possiamo rivolgerci a Dio chiamandolo Padre. La vera preoccupazione deve essere di fare spazio al Signore amandolo sopra ogni cosa.
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XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- Dt 4, 1-2. 6-8; Sal.14; Gc 1, 17-18. 21-27; Mc 7,1-8.14-15.21-23
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,1-8.14-15.21-23
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate
la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 02 – 08 Settembre 2018
- Tempo Ordinario XXII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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