2ª Conferenza Europea – Formazione e Prevenzione: Potere come servizio – S.E. Jorge Carlos Patrón Wong

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2ª CONFERENZA EUROPEA

Formazione e Prevenzione: Potere come servizio

Zagabria, 19-22 settembre 2019

✠ Jorge Carlos Patrón Wong Arcivescovo Segretario per i Seminari Congregazione per il Clero

Desidero salutare con viva cordialità, anche a nome del Prefetto della Congregazione per il Clero, il Card. Beniamino Stella, i partecipanti a questa Seconda Conferenza Europea su Formazione e Prevenzione, in particolare Sua Eminenza il Card. Josic Bozanic, Arcivescovo di Zagabria, S.E. Mons. Želimir Puljić, Arcivescovo di Zara e Presidente della Conferenza Episcopale Croata, gli Eccellentissimi confratelli Vescovi presenti, gli illustri professori, formatori e ospiti che interverranno, e tutti voi convenuti a questo importante appuntamento.

Vorrei rivolgervi un sentito “grazie” per l’attenzione e l’impegno con cui seguite questo delicato tema della violenza sui minori da parte del clero, che rappresenta una delle ombre della nostra storia ecclesiale recente; le riflessioni offerte dalla Prima Conferenza, che si svolse a Firenze due anni fa, e quelle che troveranno eco in questi giorni, non rappresentano soltanto dei contributi intellettuali sull’argomento, ma accrescono la sensibilità generale nei confronti di questa dolorosa situazione, contribuiscono efficacemente alla formazione, stimolano l’impegno della Chiesa intera sull’urgenza della prevenzione e provocano la nostra coscienza, perché rimanga sempre vigile rispetto alla gravità del fenomeno.

L’attenzione di questa seconda Conferenza è centrata sul “Potere come servizio”. In tal senso, rintracciando il significato biblico e teologico della chiamata che Dio rivolge ad alcuni e del connesso esercizio ministeriale, siverificare le condizioni, i limiti e le sfide che si avrà possibilità di scandagliare il tema dal punto di vista psicologico e di verificare le condizioni, i limiti e le sfide che si riferiscono alla Chiesa e alle sue strutture.

In effetti, l’abuso di potere, che può manifestarsi in diverse forme e che non di rado può verificarsi anche nelle relazioni di tipo spirituale e pastorale, è ciò che precede e presiede alla gravità del fenomeno; c’è infatti un esercizio del potere che, al contrario della logica evangelica manifestataci da Gesù, può assumere il volto dell’autoritarismo e diventare gravemente limitante della libertà dell’altro, fortemente condizionante e, infine, distruttivo.

Le persone che sono chiamate nella Chiesa a un esercizio di autorità sono fortemente esposte alla tentazione umana di imporre una certa supremazia – spesso morale e spirituale – approfittando del ruolo sacro da cui sono rivestite, della debolezza e fragilità dell’altro e del fatto che alcuni, in buona fede, si affidano a coloro che considerano ministri di Dio e guide spirituali.

Papa Francesco ha più volte denunciato tale situazione, affermando che è difficile “comprendere il fenomeno degli abusi sessuali sui minori senza la considerazione del potere, in quanto essi sono sempre la conseguenza dell’abuso di potere, lo sfruttamento di una posizione di inferiorità dell’indifeso abusato che permette la manipolazione della sua coscienza e della sua fragilità psicologica e fisica”. (PAPA FRANCESCO, Discorso Incontro sulla Protezione dei Minori, 24 febbraio 2019).

L’antidoto alla tentazione dell’abuso di potere spirituale e di ogni altra forma di servizio interpretato e vissuto nell’ottica del potere rimane anzitutto quello della formazione e dell’attento discernimento delle vocazioni al ministero ordinato; non a caso, nello stesso Discorso appena citato, tra gli otto punti finali, Papa Francesco ha raccomandato “le esigenze della selezione e della formazione dei candidati al sacerdozio con criteri non solo negativi, preoccupati principalmente di escludere le personalità problematiche, ma anche positivi nell’offrire un cammino di formazione equilibrato per i candidati idonei, proteso alla santità e comprensivo della virtù della castità” (PAPA FRANCESCO, Discorso Incontro sulla Protezione dei Minori, 24 febbraio 2019).

Si tratta di un impegno comunitario, che esige non solo il generoso servizio dei formatori dei Seminari, ma deve coinvolgere l’intero Popolo di Dio, perché tutti si sentano responsabili delle vocazioni di speciale consacrazione, e i candidati al ministero dell’Ordine siano accompagnati con speciale cura. Infatti, come afferma la Ratio fundamentalis, gli agenti della formazione sacerdotale, benché con ruoli e compiti diversi, sono molteplici; allo stesso tempo, è importante e necessario che il Popolo di Dio sostenga i Sacerdoti nel loro servizio talvolta difficile, che sia comprensivo e misericordioso verso alcune loro fragilità, che abbia a cuore l’angustia interiore e il senso di solitudine a cui spesso sono esposti e, in definitiva, che sappia offrire loro un’amicizia gratuita e fraterna, colma di gratitudine.

Nelle Lettera indirizzata ai Sacerdoti lo scorso 4 agosto, Papa Francesco ha voluto esprimere proprio questa grata riconoscenza ai Sacerdoti, affermando che il grido di tante vittime degli abusi non è indifferente a tanti presbiteri, i quali soffrono in silenzio per i crimini commessi da alcuni loro confratelli, talvolta esprimono la loro indignazione, spesso subiscono la colpevolizzazione, ma, tuttavia, continuano a spendersi e a lavorare con generosa dedizione; infatti, afferma il Santo Padre, esprimono “Senza negare e misconoscere il danno causato da alcuni dei nostri fratelli, sarebbe ingiusto non riconoscere tanti sacerdoti che, in maniera costante e integra, offrono tutto ciò che sono e hanno per il bene degli altri (cfr 2 Cor 12,15) e portano avanti una paternità spirituale che sa piangere con coloro che piangono; sono innumerevoli i sacerdoti che fanno della loro vita un’opera di misericordia in regioni o situazioni spesso inospitali, lontane o abbandonate anche a rischio della propria vita. Riconosco e vi ringrazio per il vostro coraggioso e costante esempio che, nei momenti di turbolenza, vergogna e dolore, ci mostra come voi continuate a mettervi in gioco con gioia per il Vangelo” (PAPA FRANCESCO, Lettera del Santo Padre ai Sacerdoti, 4 agosto 2019).

Senza abbassare la guardia, dunque, e senza cadere in preda allo scoraggiamento, occorre lavorare con costanza per aprire sentieri di rinascita e di speranza verso tutti coloro che sono stati feriti dagli abusi e, al contempo, rafforzare la formazione umana e spirituale dei Sacerdoti.

In questo spirito, desidero auspicare, dunque, una buona riuscita dei lavori di questa Seconda Conferenza Europea, assicurandovi l’impegno, il sostegno e la preghiera della Congregazione per il Clero, per il vostro non facile impegno.