Il 20 settembre è un giorno che da molti fedeli viene ricordato come quello della comparsa delle stimmate sulle mani di Padre Pio.
Sono passati precisamente 100 anni da quell’evento che ha fatto rivivere al Santo la passione di Gesù Cristo.
Era la mattina del 20 settembre 1918 quando nel convento di Santa Maria delle Grazie in San Giovanni Rotondo, Padre Pio, dopo aver celebrato la messa si fermò in preghiera, inginocchiato nel coro sopraelevato alla porta d’ingresso della chiesa – occupava il posto riservato al vice superiore – davanti al crocifisso.
Un crocifisso di cipresso del ’600. Lo scultore che ha realizzato quest’opera è riuscito a dare al Cristo morente un’espressione dolorosa, benché cruda. L’accentuata colorazione del sangue, che cola dalle numerose ferite, impressiona chi l’osserva.
In quel momento Cristo Gesù fece un dono grandissimo al Santo del Gargano: il dono delle stimmate alle mani, ai piedi e al costato. Da quel momento Padre Pio ha vissuto nel suo corpo e nella sua carne la passione di Nostro Signore.
Quel che accadde successivamente è storia che tutti i fedeli e i devoti a Padre Pio conoscono molto bene.
Padre Pio, attraverso le sacre ferite portate per 50 anni, ha diffuso il profumo dell’amore e della misericordia di Cristo perdonando e sanando, attraverso il sacramento della Riconciliazione, le tante persone che riconoscendo le loro colpe hanno aperto il loro cuore alla Misericordia del Padre.
Ecco cosa racconta Padre Pio:
«Era la mattina del 20 dello scorso mese in coro, dopo la celebrazione della santa messa, allorché venni sorpreso dal riposo, simile ad un dolce sonno. Tutti i sensi interni ed esterni, non che le stesse facoltà dell’anima si trovarono in una quiete indescrivibile. In tutto questo vi fu totale silenzio intorno a me e dentro di me; vi subentrò subito una gran pace ed abbandono alla completa privazione del tutto e una posa nella stessa rovina. Tutto questo avvenne in un baleno». ... «E mentre tutto questo si andava operando, mi vidi dinanzi un misterioso personaggio, simile a quello visto la sera del 5 agosto, che differenziava in questo solamente che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue». …«La sua vista mi atterrisce; ciò che sentivo in quell’istante in me non saprei dirvelo. Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore, il quale me lo sentivo sbalzare dal petto».
L’informatore prosegue a descrivere gli effetti della dolorosa visione: «La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue. Immaginate lo strazio che esperimentai allora».
Poco dopo il fatto, richiesto dal compaesano don Giuseppe Orlando, lo stimmatizzato narrò: «Ero nel coro a farmi il ringraziamento della messa e mi sentii pian piano elevarmi ad una soavità sempre crescente che mi faceva godere nel pregare, anzi più pregavo e più questo godimento aumentava. Ad un tratto una grande luce colpì i miei occhi ed in mezzo a tanta luce mi apparve il Cristo piagato. Nulla mi disse, scomparve. Quando mi rinvenni, mi trovai a terra piagato. Le mani, i piedi, il cuore sanguinavano e doloravano da farmi perdere ogni forza per alzarmi. Carponi mi trascinai dal coro alla cella, attraversando tutto il lungo corridoio. I padri erano tutti fuori del convento, mi misi a letto e pregai per rivedere Gesù, ma poi rientrai in me stesso, rimirai le piaghe e piansi, sciogliendo inni di ringraziamento e di preghiere».
A cura di don Lucio d’Abbraccio