UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE
DEL SOMMO PONTEFICE
VENERDร SANTO
PASSIONE DEL SIGNORE
VIA CRUCIS PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE FRANCESCO
COLOSSEO
ROMA, 25 MARZO 2016
ยซDio รจ misericordiaยป
MEDITAZIONI
di
S. Em. Rev.ma. Card. Gualtiero Bassetti
Arcivescovo di Perugia โ Cittร della Pieve
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INTRODUZIONE
Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesรน Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! (2 Cor 1,3).
In questo Giubileo straordinario, anche la Via Crucis del Venerdรฌ Santo ci attrae con una forza particolare, quella della misericordia del Padre Celeste, che vuole riversare su tutti noi il suo Spirito di grazia e di consolazione.
La misericordia รจ il canale della grazia che da Dio arriva a tutti gli uomini e le donne di oggi. Uomini e donne troppo spesso smarriti e confusi, materialisti e idolatri, poveri e soli. Membra di una societร che sembra aver rimosso il peccato e la veritร .
ยซGuarderanno a me, colui che hanno trafittoยป (Zc 12, 10): si adempiano anche in noi, questa sera, le parole profetiche di Zaccaria! Lo sguardo si sollevi dalle nostre infinite miserie per fissarsi su di Lui, Cristo Signore, Amore Misericordioso. Allora potremo incontrare il suo volto e udire le sue parole: ยซTi ho amato di amore eternoยป (Ger 31, 3). Egli, col suo perdono, cancella i nostri peccati e ci apre il cammino della santitร , sul quale abbracceremo la nostra croce, insieme a Lui, per amore dei fratelli. La fonte che ha lavato il nostro peccato diventerร in noi ยซuna sorgente dโacqua che zampilla per la vita eternaยป (Gv 4, 14).
Breve pausa di silenzio.
Preghiamo.
Eterno Padre,
attraverso la Passione del tuo diletto Figlio,
hai voluto rivelarci il tuo cuore
e donarci la tua misericordia.
Faโ che, stretti a Maria, sua e nostra Madre,
sappiamo accogliere e custodire sempre il dono dโamore.
Sia lei, Madre della Misericordia,
a presentarti le preghiere
che ti innalziamo per noi e per tutta lโumanitร ,
affinchรฉ la grazia di questa Via Crucis
raggiunga ogni cuore umano
e vi infonda nuova speranza,
quella speranza indefettibile
che si irradia dalla Croce di Gesรน,
che vive e regna con te
nellโunitร dello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Prima Stazione
Gesรน รจ condannato a morte
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Dal Vangelo secondo Marco (15, 14-15)
Pilato diceva loro: ยซChe male ha fatto?ยป. Ma essi gridarono piรน forte: ยซCrocifiggilo!ยป. Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertร per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesรน, lo consegnรฒ perchรฉ fosse crocifisso.
Gesรน รจ solo dinanzi al potere di questo mondo. E si sottopone fino in fondo alla giustizia degli uomini.
Pilato si trova dinanzi a un mistero che non arriva a comprendere. Si interroga e chiede spiegazioni. Cerca una soluzione e arriva, forse, fin sulla soglia della veritร . Ma sceglie di non varcarla. Tra la vita e la veritร , sceglie la propria vita. Tra lโoggi e lโeternitร , sceglie lโoggi.
La folla sceglie Barabba e abbandona Gesรน. La folla vuole la giustizia sulla terra e sceglie il giustiziere: colui che potrebbe liberarli dallโoppressione e dal giogo della schiavitรน. Ma la giustizia di Gesรน non si compie con una rivoluzione: passa attraverso lo scandalo della croce. Gesรน sconvolge ogni piano di liberazione perchรฉ prende su di sรฉ il male del mondo e non risponde al male con il male. E questo gli uomini non lo capiscono. Non capiscono che da una sconfitta dellโuomo puรฒ derivare la giustizia di Dio.
Ognuno di noi, oggi, รจ parte integrante di quella folla che grida: ยซCrocifiggilo!ยป. Nessuno puรฒ sentirsi escluso. La folla e Pilato, infatti, sono dominati da una sensazione interiore che accomuna tutti gli uomini: la paura. La paura di perdere le proprie sicurezze, i propri beni, la propria vita. Ma Gesรน indica unโaltra strada.
Signore Gesรน,
come ci sentiamo simili a questi personaggi.
Quanta paura cโรจ nella nostra vita!
Abbiamo paura del diverso, dello straniero, del migrante.
Abbiamo timore del futuro, deglโimprevisti, della miseria.
Quanta paura nelle nostre famiglie, negli ambienti di lavoro, nelle nostre cittร โฆ
E forse abbiamo paura anche di Dio: quella paura del giudizio divino che nasce dalla poca fede, dalla non conoscenza del suo cuore, dal dubbio sulla sua misericordia.
Signore Gesรน, condannato dalla paura degli uomini, liberaci dal timore del tuo giudizio.
Faโ che lโurlo delle nostre angosce non ci impedisca di sentire la dolce forza del tuo invito: ยซNon abbiate paura!ยป.
_______
Pater nosterโฆ
Stabat Materโฆ
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Seconda Stazione
Gesรน รจ caricato della croce
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Dal Vangelo secondo Marco (15, 20)
Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
La paura ha emesso la sentenza, ma non puรฒ svelarsi e si nasconde dietro gli atteggiamenti del mondo: scherno, umiliazione, violenza e derisione. Ora Gesรน รจ rivestito delle sue vesti, della sua sola umanitร , dolorosa e sanguinante, senza piรน alcuna ยซporporaยป, nรฉ alcun segno della sua divinitร . E come tale Pilato lo presenta: ยซEcce homo!ยป (Gv 19, 5).
Questa รจ la condizione di chiunque si mette alla sequela di Cristo. Il cristiano non cerca lโapplauso del mondo o il consenso delle piazze. Il cristiano non adula e non dice menzogne per conquistare il potere. Il cristiano accetta lo scherno e le umiliazioni che derivano dallโamore della veritร .
ยซChe cosโรจ la veritร ?ยป (Gv 18, 38), aveva chiesto Pilato a Gesรน. Questa รจ la domanda di ogni tempo. ร la domanda di oggi. Ecco la veritร : la veritร del Figlio dellโuomo predetto dai Profeti (cfr Is 52, 13 โ 53, 12), un volto umano sfigurato che svela la fedeltร di Dio.
Troppo spesso, invece, andiamo in cerca di una veritร a buon mercato, che faccia comodo alla nostra vita, che risponda alle nostre insicurezze o che addirittura soddisfi i nostri piรน bassi interessi. In questo modo, finiamo per accontentarci di veritร parziali e apparenti, lasciandoci ingannare dai โprofeti di sventura che annunciano sempre il peggioโ (San Giovanni XXIII) o da abili pifferai che anestetizzano il nostro cuore con musiche suadenti che ci allontanano dallโamore di Cristo.
Il Verbo di Dio si รจ fatto uomo,
รจ venuto a raccontarci la veritร tutta intera, su Dio e sullโuomo.
Dio รจ colui che prende la croce sulle sue spalle (cfr Gv 19, 17)
e sโincammina lungo la via del dono misericordioso di sรฉ.
E lโuomo che si realizza nella veritร รจ colui che lo segue in quel medesimo cammino.
Signore Gesรน, donaci di contemplarti nella teofania della croce, il punto piรน alto della tua rivelazione,
e di riconoscere nello splendore misterioso del tuo volto anche i tratti del nostro volto.
Pater nosterโฆ
Stabat Materโฆ
Terza Stazione
Gesรน cade la prima volta sotto la croce
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Dal libro del profeta Isaia (53, 4. 7)
Eppure egli si รจ caricato delle nostre sofferenze, si รจ addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Maltrattato, si lasciรฒ umiliare e non aprรฌ la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori e non aprรฌ la sua bocca.
Gesรน รจ lโAgnello, predetto dal profeta, che sโรจ caricato sulle spalle il peccato dellโumanitร intera. Si รจ fatto carico della debolezza dellโamato, dei suoi dolori e delitti, delle sue iniquitร e maledizioni. Siamo arrivati al punto estremo dellโincarnazione del Verbo. Ma cโรจ un punto ancor piรน basso: Gesรน cade sotto il peso di questa croce. Un Dio che cade!
In questa caduta cโรจ Gesรน che dona senso alla sofferenza degli uomini. La sofferenza per lโuomo รจ a volte un assurdo, incomprensibile alla mente, presagio di morte. Ci sono situazioni di sofferenza che sembrano negare lโamore di Dio. Dovโรจ Dio nei campi di sterminio? Dovโรจ Dio nelle miniere e nelle fabbriche dove lavorano come schiavi i bambini? Dovโรจ Dio nelle carrette del mare che affondano nel Mediterraneo?
Gesรน cade sotto il peso della croce, ma non ne rimane schiacciato. Ecco, Cristo รจ lรฌ. Scarto tra gli scarti. Ultimo con gli ultimi. Naufrago tra i naufraghi.
Dio si fa carico di tutto questo. Un Dio che per amore rinuncia a mostrare la sua onnipotenza. Ma anche cosรฌ, proprio cosรฌ, caduto a terra come un chicco di grano, Dio รจ fedele a sรฉ stesso: fedele nellโamore.
Ti preghiamo, Signore,
per tutte quelle situazioni di sofferenza che sembrano non avere senso,
per gli ebrei morti nei campi di sterminio,
per i cristiani uccisi in odio alla fede,
per le vittime di ogni persecuzione,
per i bambini che vengono schiavizzati sul lavoro,
per gli innocenti che muoiono nelle guerre.
Facci capire, Signore, quanta libertร e forza interiore cโรจ in questa inedita rivelazione della tua divinitร , cosรฌ umana da cadere sotto la croce dei peccati dellโuomo, cosรฌ divinamente misericordiosa da sconfiggere il male che ci opprimeva.
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Pater nosterโฆ
Stabat Materโฆ
Quarta Stazione
Gesรน incontra sua Madre
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Dal Vangelo secondo Luca (2, 34-35. 51)
Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: ยซEcco, Egli รจ qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione โ e anche a te una spada trafiggerร lโanima โ, affinchรฉ siano svelati i pensieri di molti cuoriยป. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
Dio ha voluto che la vita venisse al mondo attraverso le doglie del parto: attraverso le sofferenze di una madre che dร la vita al mondo. Tutti hanno bisogno di una Madre, anche Dio. ยซIl Verbo si fece carneยป (Gv 1, 14) nel grembo di una Vergine. Maria lo ha accolto, lo ha dato alla luce a Betlemme, lo ha avvolto in fasce, lo ha custodito e fatto crescere col calore del suo amore, ed รจ giunta con Lui alla sua โoraโ.
Adesso, ai piedi del Calvario, si compie la profezia di Simeone: una spada le trafigge lโanima. Maria rivede il Figlio, sfigurato e sfinito sotto il peso della croce. Occhi addolorati, quelli della Madre, partecipe fino in fondo del dolore del Figlio, ma anche occhi colmi di speranza, che dal giorno del suo โsรฌโ allโannuncio dellโangelo (cfr Lc 1, 26-38) non hanno mai cessato di riflettere quella luce divina che risplende anche in questo giorno di sofferenza.
Maria รจ sposa di Giuseppe e madre di Gesรน. Ieri come oggi la famiglia รจ il cuore pulsante della societร ; cellula inalienabile della vita comune; architrave insostituibile delle relazioni umane; amore per sempre che salverร il mondo.
Maria รจ donna e madre. Genio femminile e tenerezza. Sapienza e caritร . Maria, come madre di tutti, ยซรจ segno di speranza per i popoli che soffrono i dolori del partoยป, รจ ยซla missionaria che si avvicina a noi per accompagnarci nella vitaยป e ยซcome una vera madre, cammina con noi, combatte con noi, ed effonde incessantemente la vicinanza dellโamore di Dioยป (Esort. ap. Evangelii gaudium, 286).
O Maria, Madre del Signore,
Tu fosti per il tuo Figlio divino il primo riflesso della misericordia del Padre suo,
quella misericordia che a Cana gli chiedesti di manifestare.
Ora che tuo Figlio ci rivela il Volto del Padre fino alle estreme conseguenze dellโamore,
ti metti, in silenzio, sulle sue orme, prima discepola della croce.
O Maria, Vergine fedele,
prenditi cura di tutti gli orfani della Terra,
proteggi tutte le donne oggetto di sfruttamento e di violenza.
Suscita donne coraggiose per il bene della Chiesa.
Ispira ogni madre ad educare i propri figli nella tenerezza dellโAmore di Dio,
e, nellโora della prova, ad accompagnare il loro cammino
con la forza silenziosa della sua fede.
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Pater nosterโฆ
Stabat Materโฆ
Quinta Stazione
Gesรน รจ aiutato da Simone di Cirene a portare la croce
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Dal Vangelo secondo Marco (15, 21-22)
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo. Condussero Gesรน al luogo del Gรฒlgota, che significa ยซluogo del cranioยป.
Nella storia della salvezza compare un uomo sconosciuto. Simone di Cirene, un lavoratore che tornava dai campi, viene costretto a portare la croce. Ma proprio in lui, per primo, agisce la grazia dellโamore di Cristo che passa attraverso quella croce. E Simone, costretto a portare un peso controvoglia, diventerร un discepolo del Signore.
La sofferenza, quando bussa alla nostra porta, non รจ mai attesa. Appare sempre come una costrizione, talvolta perfino come unโingiustizia. E puรฒ trovarci drammaticamente impreparati. Una malattia potrebbe rovinare i nostri progetti di vita. Un bambino disabile potrebbe turbare i sogni di una maternitร tanto desiderata. Quella tribolazione non voluta bussa, perรฒ, prepotentemente al cuore dellโuomo. Come ci comportiamo di fronte alla sofferenza di una persona amata? Quanto siamo attenti al grido di chi soffre ma vive lontano da noi?
Il Cireneo ci aiuta a entrare nella fragilitร dellโanima umana e mette in luce un altro aspetto dellโumanitร di Gesรน. Persino il Figlio di Dio ha avuto bisogno di qualcuno che lo aiutasse a portare la croce. Chi รจ dunque il Cireneo? ร la misericordia di Dio che si fa presente nella storia degli esseri umani. Dio si sporca le mani con noi, con i nostri peccati e le nostre fragilitร . Non se ne vergogna. E non ci abbandona.
Signore Gesรน,
ti ringraziamo per questo dono che supera ogni aspettativa e ci svela la tua misericordia.
Tu ci hai amati non solo fino a darci la salvezza, ma fino a renderci strumento di salvezza.
Mentre la tua croce dona senso ad ogni nostra croce, a noi รจ data la grazia suprema della vita:
partecipare attivamente al mistero della redenzione,
essere strumento di salvezza per i nostri fratelli.
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Pater nosterโฆ
Stabat Materโฆ
Sesta Stazione
Veronica asciuga il volto di Gesรน
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Dal libro del profeta Isaia (53, 2-3)
Non ha apparenza nรฉ bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Tra la concitazione della folla che assiste alla salita di Gesรน al Calvario, compare Veronica, una donna senza volto, senza storia. Eppure una donna coraggiosa, pronta ad ascoltare lo Spirito e seguirne le ispirazioni, capace di riconoscere la gloria del Figlio di Dio nel volto sfigurato di Gesรน, e di percepirne lโinvito: ยซVoi tutti che passate per la via, considerate e osservate se cโรจ un dolore simile al mio doloreยป (Lam 1, 12).
Lโamore, che questa donna incarna, ci lascia senza parole. Lโamore la rende forte per sfidare le guardie, per superare la folla, per avvicinarsi al Signore e compiere un gesto di compassione e di fede: fermare il sangue delle ferite, asciugare le lacrime del dolore, contemplare quel volto sfigurato, dietro al quale รจ nascosto il volto di Dio.
Siamo istintivamente portati a fuggire dalla sofferenza, perchรฉ la sofferenza fa ribrezzo. Quanti volti sfigurati dalle afflizioni della vita ci vengono incontro e troppo spesso voltiamo lo sguardo dallโaltra parte. Come non vedere il volto del Signore in quello dei milioni di profughi, rifugiati e sfollati che fuggono disperatamente dallโorrore delle guerre, delle persecuzioni e delle dittature? Per ognuno di loro, con il suo volto irripetibile, Dio si manifesta sempre come un soccorritore coraggioso. Come Veronica, la donna senza volto, che asciugรฒ amorevolmente il volto di Gesรน.
ยซIl tuo volto, Signore, io cerco!ยป (Sal 27, 8).
Aiutami a trovarlo nei fratelli che percorrono la strada del dolore e dellโumiliazione.
Faโ che io sappia asciugare le lacrime e il sangue dei vinti di ogni tempo,
di quanti la societร ricca e spensierata scarta senza scrupolo.
Faโ che dietro ciascun volto, anche quello dellโuomo piรน abbandonato, io possa scorgere il tuo volto di bellezza infinita.
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Pater nosterโฆ
Stabat Materโฆ
Settima Stazione
Gesรน cade per la seconda volta
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Dal libro del profeta Isaia (53, 5)
Egli รจ stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquitร . Il castigo che ci dร salvezza si รจ abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Gesรน cade ancora. Schiacciato ma non ucciso dal peso della croce. Ancora una volta Egli mette a nudo la sua umanitร . ร unโesperienza al limite dellโimpotenza, di vergogna dinanzi a chi lo schernisce, di umiliazione davanti a chi aveva sperato in lui. Nessuna persona vorrebbe mai cadere a terra e sperimentare il fallimento. Specialmente di fronte ad altre persone.
Spesso gli uomini si ribellano allโidea di non avere potere, di non avere la capacitร di portare avanti la propria vita. Gesรน, invece, incarna il โpotere dei senza potereโ. Sperimenta il tormento della croce e la forza salvifica della fede. Solo Dio puรฒ salvarci. Solo Lui puรฒ trasformare un segno di morte in una croce gloriosa.
Se Gesรน รจ caduto a terra una seconda volta, per il peso del nostro peccato, accettiamo allora anche noi di cadere, dโesser caduti, di poter cadere ancora per i nostri peccati. Riconosciamo di non poterci salvare da soli con le nostre forze.
Signore Gesรน, che hai accettato lโumiliazione di cadere ancora sotto gli occhi di tutti,
ti vorremmo non solo contemplare mentre sei nella polvere,
ma fissare in te il nostro sguardo,
dalla stessa posizione, anche noi a terra, caduti per le nostre debolezze.
Donaci la coscienza del nostro peccato,
quella volontร di rialzarsi che nasce dal dolore.
Dร a tutta la tua Chiesa la consapevolezza della sofferenza.
Offri in particolare ai ministri della Riconciliazione il dono delle lacrime per il loro peccato.
Come potrebbero invocare su di sรฉ e sugli altri la tua misericordia
se non sapessero prima piangere le loro colpe?
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Pater nosterโฆ
Stabat Materโฆ
Ottava Stazione
Gesรน incontra le donne di Gerusalemme
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Dal Vangelo secondo Luca (23, 27-28)
Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesรน, voltandosi verso di loro, disse: ยซFiglie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figliยป.
Gesรน, anche se รจ straziato dal dolore e cerca rifugio nel Padre, sente compassione per il popolo che lo segue e si rivolge direttamente alle donne che lo stanno accompagnando sulla via del Calvario. E il suo รจ un forte appello alla conversione.
Non piangete per me, dice il Nazareno, perchรฉ io sto facendo la volontร del Padre, ma piangete su di voi per tutte le volte che non fate la volontร di Dio.
ร lโAgnello di Dio che parla e che, portando sulle sue spalle il peccato del mondo, purifica lo sguardo di queste figlie, giร rivolto verso di Lui, ma in modo ancora imperfetto. ยซChe cosa dobbiamo fare?ยป sembra gridare il pianto di queste donne davanti allโInnocente. ร la stessa domanda che le folle avevano rivolto al Battista (cfr Lc 3, 10) e che ripeteranno poi gli ascoltatori di Pietro dopo la Pentecoste, sentendosi trafiggere il cuore: ยซChe cosa dobbiamo fare?ยป (At 2, 37).
La risposta รจ semplice e netta: ยซConvertiteviยป. Una conversione personale e comunitaria: ยซPregate gli uni per gli altri per essere guaritiยป (Gc 5, 16). Non cโรจ conversione senza la caritร . E la caritร รจ il modo di essere Chiesa.
Signore Gesรน,
la tua grazia sostenga il nostro cammino di conversione per tornare a te,
in comunione con i nostri fratelli,
verso i quali ti chiediamo di donarci le tue stesse viscere di misericordia,
viscere materne che ci rendano capaci di provare tenerezza e compassione gli uni per gli altri,
e di arrivare anche al dono di noi stessi per la salvezza del prossimo.
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Pater nosterโฆ
Stabat Materโฆ
Nona Stazione
Gesรน cade per la terza volta
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (2, 6-7)
Egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio lโessere come Dio, ma svuotรฒ sรฉ stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini.
Gesรน cade per la terza volta. Il Figlio di Dio sperimenta fino in fondo la condizione umana. Con questa caduta entra ancora piรน stabilmente nella storia dellโumanitร . E accompagna, in ogni momento, lโumanitร sofferente. ยซIo sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoยป (Mt 28, 20).
Quante volte gli uomini e le donne cadono a terra. Quante volte gli uomini, le donne e i bambini soffrono per una famiglia spezzata. Quante volte gli uomini e le donne pensano di non avere piรน dignitร perchรฉ non hanno un lavoro. Quante volte i giovani sono costretti a vivere una vita precaria e perdono la speranza per il futuro.
Lโuomo che cade, e che contempla il Dio che cade, รจ lโuomo che finalmente puรฒ ammettere la propria debolezza e impotenza senza piรน timore e disperazione, proprio perchรฉ anche Dio lโha provata nel Figlio suo. ร per misericordia che Dio sโรจ abbassato fino a questo punto, fino a giacere nella polvere della strada. Polvere bagnata dal sudore di Adamo e dal sangue di Gesรน e di tutti i martiri della storia; polvere benedetta dalle lacrime di tanti fratelli caduti per la violenza e lo sfruttamento dellโuomo sullโuomo. A questa polvere benedetta, oltraggiata, violata e depredata dallโegoismo umano, il Signore ha riservato il suo ultimo abbraccio.
Signore Gesรน,
prostrato su questa terra riarsa,
sei vicino a tutti gli uomini che soffrono
e infondi nei loro cuori la forza per rialzarsi.
Ti prego, Dio della misericordia,
per tutti coloro che sono a terra per tanti motivi:
peccati personali, matrimoni falliti, solitudine,
perdita del lavoro, drammi familiari, angoscia per il futuro.
Fai sentire che Tu sei non distante da ciascuno di loro,
poichรฉ il piรน vicino a Te, che sei la misericordia incarnata,
รจ lโuomo che avverte di piรน il bisogno del perdono
e continua a sperare contro ogni speranza!
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Pater nosterโฆ
Stabat Materโฆ
Decima Stazione
Gesรน รจ spogliato delle vesti
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Dal Vangelo secondo Marco (15, 24)
Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciรฒ che ognuno avrebbe preso.
Ai piedi della croce, sotto il Crocifisso e i ladroni sofferenti, ci sono i soldati che si contendono le vesti di Gesรน. ร la banalitร del male.
Lo sguardo dei soldati รจ lontano da quella sofferenza ed รจ distante dalla storia che li circonda. Sembra che quello che sta accadendo non li tocchi. Essi, mentre il Figlio di Dio subisce i supplizi della croce, continuano imperterriti a condurre una vita in cui le passioni hanno il sopravvento su tutto. ร questo il grande paradosso della libertร che Dio ha concesso ai propri figli. Di fronte alla morte di Gesรน ogni uomo puรฒ scegliere: contemplare il Cristo o โtirare a sorteโ.
ร enorme la distanza che separa il Crocifisso dai suoi carnefici. Lโinteresse meschino per le vesti non consente loro di cogliere il senso di quel corpo inerme e disprezzato, irriso e martoriato, in cui si compie la divina volontร di salvezza dellโumanitร intera.
Quel corpo che il Padre ha ยซpreparatoยป per il Figlio (cfr Sal 40, 7; Eb 10, 5) ora esprime lโamore del Figlio verso il Padre e il dono totale di Gesรน agli uomini. Quel corpo spogliato di tutto fuorchรฉ dellโamore racchiude in sรฉ lโimmenso dolore dellโumanitร e racconta tutte le sue piaghe. Soprattutto quelle piรน dolorose: le piaghe dei bambini profanati nella loro intimitร .
Quel corpo muto e sanguinante, flagellato e umiliato, indica la strada della giustizia. La giustizia di Dio che trasforma la sofferenza piรน atroce nella luce della risurrezione.
Signore Gesรน,
vorrei presentarti tutta lโumanitร sofferente.
I corpi di uomini e donne, di bambini e anziani, di malati e disabili non rispettati nella loro dignitร . Quante violenze lungo la storia di questa umanitร hanno colpito ciรฒ che lโuomo ha di piรน suo, qualcosa di sacro e benedetto perchรฉ viene da Dio.
Ti preghiamo, Signore, per chi รจ stato violato nel suo intimo.
Per chi non coglie il mistero del proprio corpo, per chi non lโaccetta o ne deturpa la bellezza,
per chi non rispetta la debolezza e la sacralitร del corpo che invecchia e muore.
E che un giorno risorgerร !
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Pater nosterโฆ
Stabat Materโฆ
Undicesima Stazione
Gesรน รจ crocifisso
[ads2]V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Dal Vangelo secondo Luca (23, 39-43)
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: ยซNon sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!ยป. Lโaltro invece lo rimproverava dicendo: ยซNon hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perchรฉ riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di maleยป. E disse: ยซGesรน, ricordati di me quando entrerai nel tuo regnoยป. Gli rispose: ยซIn veritร io ti dico: oggi con me sarai nel paradisoยป.
Gesรน sta sulla croce, ยซalbero fecondo e gloriosoยป, ยซtalamo, trono ed altareยป (Inno liturgico โEcco il vessillo della croceโ). E dallโalto di questo trono, punto dโattrazione dellโintero universo (cfr Gv 12, 32), perdona i suoi crocifissori ยซperchรฉ non sanno quello che fannoยป (Lc 23, 34). Sulla croce di Cristo, ยซbilancia del grande riscattoยป (Inno liturgico โEcco il vessillo della croceโ), risplende una onnipotenza che si spoglia, una sapienza che si abbassa fino alla follia, un amore che si offre in sacrificio.
Alla destra e alla sinistra di Gesรน ci sono due malfattori, probabilmente due omicidi. Quei due malfattori parlano al cuore di ogni uomo perchรฉ indicano due modi differenti di stare sulla croce: il primo maledice Dio; il secondo riconosce Dio su quella croce. Il primo malfattore propone la soluzione piรน comoda per tutti. Propone una salvezza umana e ha uno sguardo rivolto verso il basso. La salvezza per lui significa scappare dalla croce ed eliminare la sofferenza. ร la logica della cultura dello scarto. Chiede a Dio di eliminare tutto ciรฒ che non รจ utile e non รจ degno di essere vissuto.
Il secondo malfattore, invece, non mercanteggia una soluzione. Propone una salvezza divina e ha uno sguardo tutto rivolto verso il cielo. La salvezza per lui significa accettare la volontร di Dio anche nelle condizioni peggiori. ร il trionfo della cultura dellโamore e del perdono.
ร la follia della croce nei confronti della quale ogni sapienza umana non puรฒ che svanire e ammutolire nel silenzio.
Donami, o Crocifisso per amore,
quel tuo perdono che dimentica e quella tua misericordia che ricrea.
Fammi sperimentare, in ogni Confessione,
la grazia che mโha creato a tua immagine e somiglianza
e che mi ricrea ogni volta che io pongo la mia vita,
con tutte le sue miserie, nelle mani pietose del Padre.
Che il tuo perdono risuoni per me come certezza dellโamore che mi salva,
mi fa nuovo e mi fa stare con te per sempre.
Allora io sarรฒ davvero un malfattore graziato
e ogni perdono tuo sarร come un assaggio di Paradiso, giร da oggi.
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Pater nosterโฆ
Stabat Materโฆ
Dodicesima Stazione
Gesรน muore in croce
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Dal Vangelo secondo Marco (15, 33-39)
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesรน gridรฒ a gran voce: ยซEloรฌ, Eloรฌ, lemร sabactร ni?ยป, che significa: ยซDio mio, Dio mio, perchรฉ mi hai abbandonato?ยป. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: ยซEcco, chiama Elia!ยป. Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissรฒ su una canna e gli dava da bere, dicendo: ยซAspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendereยป. Ma Gesรน, dando un forte grido, spirรฒ. Il velo del tempio si squarciรฒ in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: ยซDavvero questโuomo era Figlio di Dio!ยป.
Buio a mezzogiorno: sta accadendo qualcosa di assolutamente inaudito e imprevedibile sulla terra, ma che non appartiene solo alla terra. Lโuomo uccide Dio! Il Figlio di Dio รจ stato crocifisso come un malfattore.
Gesรน si rivolge al Padre gridando le prime parole del salmo 22. ร il grido della sofferenza e della desolazione, ma รจ anche il grido della completa ยซfiducia della vittoria divinaยป e della ยซcertezza della gloriaยป (Benedetto XVI, Catechesi, 14 settembre 2011).
Il grido di Gesรน รจ il grido di ogni crocifisso della storia, dellโabbandonato e dellโumiliato, del martire e del profeta, di chi รจ calunniato e ingiustamente condannato, di chi รจ in esilio o in carcere. ร il grido della disperazione umana che sfocia, perรฒ, nella vittoria della fede che trasforma la morte nella vita eterna. ยซAnnuncerรฒ il tuo nome ai miei fratelli, ti loderรฒ in mezzo allโassembleaยป (Sal 22, 23).
Gesรน muore in croce. ร la morte di Dio? No, รจ la celebrazione piรน alta della testimonianza della fede.
Il XX secolo รจ stato definito il secolo dei martiri. Esempi come quelli di Massimiliano Kolbe ed Edith Stein esprimono una luce immensa. Ma ancora oggi il corpo di Cristo รจ crocifisso in molte regioni della terra. I martiri del XXI secolo sono i veri apostoli del mondo contemporaneo.
Nel grande buio sโaccende la fede: ยซDavvero questโuomo era Figlio di Dio!ยป, perchรฉ chi muore cosรฌ, volgendo in speranza di vita la disperazione della morte, non puรฒ essere semplicemente un uomo.
Il Crocifisso รจ lโofferta piena.
Non si รจ tenuto niente, nรฉ un lembo di veste, nรฉ una goccia di sangue, nรฉ la Madre.
Ha dato tutto: ยซConsummatum estยป.
Quando non si ha piรน niente da dare perchรฉ si รจ dato tutto,
allora si diventa capaci di veri doni.
Spogliato, nudo, mangiato dalle ferite, dalla sete dellโabbandono, dagli improperi:
non cโรจ piรน figura dโuomo.
Dare tutto: ecco la caritร .
Dove finisce il mio, comincia il paradiso.
(don Primo Mazzolari)
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Pater nosterโฆ
Stabat Materโฆ
Tredicesima Stazione
Gesรน รจ deposto dalla croce
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Dal Vangelo secondo Marco (15, 42-43. 46a)
Venuta ormai la sera, poichรฉ era la Parasceve, cioรจ la vigilia del sabato, Giuseppe dโArimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anchโegli il Regno di Dio, con coraggio andรฒ da Pilato e chiese il corpo di Gesรน. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce.
Giuseppe dโArimatea accoglie Gesรน prima ancora di aver visto la sua gloria. Lo accoglie da sconfitto. Da malfattore. Da rifiutato. Richiede il corpo a Pilato per non permettere che venga gettato nella fossa comune. Giuseppe mette a rischio la sua reputazione e forse, come Tobi, anche la sua vita (cfr Tb 1, 15-20). Ma il coraggio di Giuseppe non รจ lโaudacia degli eroi in battaglia. Il coraggio di Giuseppe รจ la forza della fede. Una fede che diventa accoglienza, gratuitร e amore. In una parola: caritร .
Il silenzio, la semplicitร e la sobrietร con cui Giuseppe si avvicina al corpo di Gesรน contrasta con lโostentazione, la banalizzazione e la fastositร dei funerali dei potenti di questo mondo. La testimonianza di Giuseppe ricorda, invece, tutti quei cristiani che anche oggi per un funerale mettono a rischio la propria vita.
Chi poteva accogliere il corpo senza vita di Gesรน se non colei che gli aveva dato la vita? Possiamo immaginare i sentimenti di Maria che lo accoglie tra le sue braccia, lei che ha creduto alle parole dellโAngelo e ha serbato tutto nel suo cuore.
Maria, mentre abbraccia il suo figlio esanime, ripete ancora una volta il suo ยซfiatยป. ร il dramma e la prova della fede. Nessuna creatura lโha sofferta come Maria, la madre che tutti ci ha generato alla fede ai piedi della croce.
Ripeteva la preghiera del mondo:
ยซPadre, Abbร , se รจ possibileโฆยป.
Solo un ramoscello dโolivo
dondolava sopra il suo capo
a un silenzioso ventoโฆ
Ma non una spina tu
gli levasti dalla corona.
Trafitto anche il pensiero
non puรฒ, non puรฒ lassรน
il pensiero non sanguinare!
E non una mano
gli schiodasti dal legno:
che si tergesse dagli occhi
il sangue
e gli fosse dato
di vedere
almeno la Madre lร ,
solaโฆ
Perfino potenti
e maestri di ferocia
e gente, al vederlo
si coprivan la faccia
e Lui a fluttuare dentro
una nuvola:
dentro la nuvola del divino abbandono.
E dopo, solo dopo.
Tu e noi a ridargli la vita.
(Padre Turoldo)
Pater nosterโฆ
Stabat Materโฆ
Quattordicesima Stazione
Gesรน รจ deposto nel sepolcro
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Dal Vangelo secondo Matteo (27, 59-60)
Giuseppe prese il corpo [di Gesรน], lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra allโentrata del sepolcro, se ne andรฒ.
Mentre Giuseppe chiude il sepolcro di Gesรน, Egli scende negli inferi e ne spalanca le porte.
Quella che la Chiesa Occidentale chiama โdiscesa agli inferiโ, la Chiesa Orientale la celebra giร come Anastasi, cioรจ โRisurrezioneโ. Le Chiese sorelle comunicano cosรฌ allโuomo la piena Veritร di questo unico Mistero: ยซEcco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio. Farรฒ entrare in voi il mio spirito e rivivreteยป (Ez 37, 12. 14).
La tua Chiesa, Signore, ogni mattina canta: ยซGrazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterร un sole che sorge dallโalto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nellโombra di morteยป (Lc 1, 78-79).
Lโuomo, abbagliato da luci che hanno il colore delle tenebre, spinto dalle forze del male, ha rotolato una grande pietra e ti ha chiuso nel sepolcro.Ma noi sappiamo che tu, Dio umile, nel silenzio in cui la nostra libertร ti ha posto, sei allโopera piรน che mai per generare nuova grazia nellโuomo che ami.Entra, dunque, nei nostri sepolcri: ravviva la scintilla del tuo amore nel cuore di ogni uomo, nel grembo di ogni famiglia, nel cammino di ogni popolo.
O Cristo Gesรน!
Tutti camminiamo verso la nostra morte
e la nostra tomba.
Permettici di fermarci in spirito
accanto al tuo sepolcro.
Che la potenza di Vita,
che in esso si รจ manifestata,
trafigga i nostri cuori.
Che questa Vita diventi
la luce del nostro pellegrinaggio sulla terra.
Amen.
(San Giovanni Paolo II)
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Pater nosterโฆ
Stabat Materโฆ