Commento al Vangelo del 28 febbraio 2016 โ€“ don Giovanni Berti โ€“ Gioba

Commento al Vangelo a cura di don Giovanni Berti 

I bambini di terza elementare, che questโ€™anno seguo personalmente, si stanno preparando alla prima confessione. Nellโ€™ultimo incontro di catechismo ho introdotto lโ€™argomento che intendevo affrontare richiamando loro questa tappa importante del cammino. Immediatamente i bambini, con quel modo di fare esplosivo tipico della loro etร , mi hanno bombardato di domande: โ€œma cosa รจ la confessione?โ€ โ€œcosa di deve fare?โ€ โ€œma bisogna dire tutti tutti i peccati?โ€, e nello stesso tempo hanno iniziato a darsi anche le risposte tra di loro โ€œdevi fare la penitenza!โ€, โ€œdevi andare solo dal preteโ€ โ€œbisogna dire tutte le cose brutteโ€ฆโ€

Ho avvertito nelle loro domande e soprattutto nelle risposte un poโ€™ del clima di come viene insegnato e vissuto questo sacramento in famiglia e nella comunitร , e questo ovviamente mi ha fatto riflettere molto su quanto abbiamo tutti (me compreso) ancora da imparare sul vero significato della Riconciliazione sacramentaleโ€ฆ

Mi piace nel Vangelo di Luca questo vignaiolo paziente, che nella parabola dimostra una pazienza testarda nei confronti del fico che nella vigna da un bel poโ€™ di tempo non porta frutti. Il buon senso porterebbe a decidere il taglio definitivo, con la motivazione non secondaria che se non porta frutto non solo รจ inutile ma sfrutta anche il terreno, e โ€œrubaโ€ il posto ad altre piante piรน fruttuose.
Il vignaiolo, nel quale Gesรน prima di tutto vede se stesso, vuole dare una possibilitร  in piรน a questa pianta, e lo fa impegnandosi in prima persona e aumentando la sua azione di cura zappando attorno e con il concime. La pianta di fico nella vigna, per coloro che ascoltano Gesรน, richiama immediatamente il popolo di Israele, che tante volte nella Scrittura รจ chiamato vigna del Signore. Gesรน si confronta continuamente con chi vorrebbe una separazione netta e immediata tra buoni e cattivi, tra giusti e ingiusti, tra osservanti della Legge di Dio e peccatori. Giร  Giovanni Battista aveva annunciato che il Messia aveva giร  in mano lโ€™ascia per abbattere alla radice la pianta che non porta frutto, cioรจ il popolo infedele a Dio, ma Gesรน invece si mostra come questo vignaiolo che crede ancora che sia possibile cambiare le cose, che รจ ancora possibile ritrovare vita e frutto.

Gesรน non รจ venuto per condannare, ma per vivificare. Gesรน sa che con lโ€™amore vero รจ possibile tutto, anche ridare vita ai morti. Gesรน crede cosรฌ tanto in una seconda possibilitร  anche nel peccatore piรน incallito che sulla croce donerร  il paradiso al ladrone che gli ha solo chiesto di ricordarsi di lui.
Ho pensato che questa parabola, insieme a tante altre che ci parlano della misericordia di Dio (come quella piรน famosa del figliol prodigo), sia un meraviglioso insegnamento per comprendere il perdono di Dio e la sua celebrazione nel Sacramento della Riconciliazione, o Confessione come solitamente lo chiamiamo.

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Quando vado a confessarmi, se da un lato riconosco le mie sterilitร  e i frutti non dati con la mia vita di fede e umana, dallโ€™altro sperimento la parola buona di Gesรน, vignaiolo paziente, che si prende cura di me. Con il โ€œconcimeโ€ del perdono mi dร  ancora la possibilitร  di portare quel frutto di bene che posso dare ancora perchรฉ, secondo Dio, crede in questa possibilitร . A volte io stesso, quando mi guardo dentro e vedo che mi sembra impossibile fare il bene, quando mi deprimo pensando che non sarรฒ mai capace di trovare pace in me stesso o in qualche situazione di relazione interrotta, quando perdo la speranza di sentirmi amabile sia dagli uomini e da Dio, ecco che Gesรน mi invita a credere ancora in me stesso. Posso portare ancora frutto, non รจ detta lโ€™ultima parola!

Vorrei tanto che i bambini che si preparano alla prima confessione crescano con questa consapevolezza, cioรจ che โ€œandare a confessarsiโ€ non รจ cosรฌ terribile e difficile, anzi รจ la buona occasione per ritrovare quella energia di vita spirituale che Dio stesso ci puรฒ dare sempre e di cui abbiamo davvero bisogno.

Giovanni don

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